Non avendo possibilità di farlo all'interno del comune di Reggio Emilia, molti reggiani sono usciti dal proprio comune in zona arancione per poter fare una ciaspolata in mezzo alla neve. La denuncia di un lettore di Ventasso: "Arrivati sulla vetta ho trovato una ventina di persone e solo in tre eravamo del comune di Ventasso. Moltissime persone erano di Reggio Emilia e sentendo loro potevano venire a ciaspolare perché nel loro comune non c'è posto per farlo".
Nonostante il distanziamento naturalmente garantito dagli spazi montani, in zona arancione è proibito spostarsi al di fuori del proprio comune, anche se i soli controlli a ridosso dei confini interregionali lasciano in molti liberi di decidere autonomamente.
È vietato anche fare cene e feste ma, almeno nel mio Comune, se ne fanno….eccome…. Poi se qualcuno si ammala, ci sono medici e infermieri che non hanno altro da fare …..No comment
Un montanaro
Il dcpm in vigore fino ad oggi in effetti lo consentiva.tralascio le considerazioni , perché sarebbero tristi, su questa persona che ha fatto denuncia.
chiara
Sarebbe interessante avere un parere ufficiale a proposito.
Perché credo siano in molti a voler uscire dal proprio comune per andarsene in montagna. Nel rispetto del distanziamento ovviamente.
AG
“E’ possibile recarsi in un altro comune per fare attività sportiva in quella località qualora questa non sia disponibile nel proprio comune. Se uno di Reggio Parma Modena vuole fare attività sportiva come sci alpinismo o ciaspolate dove può andare? Certo che come detto da lei il distanziamento era garantito dagli spazi montani quindi il problema qual è? Le dà fastidio che non residenti del comune del Ventassi calpestino il suolo montano? Se per lei c era troppa gente in vetta poteva fare un altro percorso o ritardare per qualche minuto L arrivò in vetta. Comprendo benissimo la voglia di libertà di evasione di respirare si perché volevano respirare tutti solo e semplicemente non attraverso una mascherina.
Riccio
Sottoscrivo il commento di Riccio. Appurato presso le forze dell’ordine.
Segnalazione veramente molto triste.
A breve seguirà la caccia all’escursionista.
In vetta, con il vento e ben distanziati, ci sono più possibilità di ammalarsi rispetto a qualsiasi altro luogo del tuo comune dove abitualmente vai a fare la spesa/fila/lavori?
Bah..
Giovanni
Ovvio, ignorare le regole che dovrebbero rispettare tutti, se continuiamo di questo passo la pandemia non finirà mai, per colpa di comportamenti sbagliati di molte persone, ma!!!!!!
Anonimo
20 persone sul Ventasso …
Che tristezza di articolo e di atteggiamento… (ma se non lo capite da soli non riuscirò certo a spiegarvelo io …)
Non mi va’ di aggiungere altro.
Dal mio paesello di origine il Ventasso sarebbe nei 30 km autorizzati…
Dalla “bassa”, dove abito ora, no …a presto! (un sospiro)
Stefano
Tanto di controlli non ce ne sono….
STEFANO
Sarebbe opportuno una comunicazione da parte di chi sarebbe preposto al CONTROLLO per dipanare questo dubbio. Personalmente non credo che si possa partire da Reggio o da Castelnovo per andare a sciare in montagna. E i 30 km citati da qualcuno a mio avviso sono per le visite ai conoscenti non per fare sport. Siamo in zona arancione ……
Gian
20 persone in cima al Ventasso…
miserabile denucia!
La salute è fuori, sulle montagne, non rinchiusi in casa.
R.
Adesso che hai fatto la spia ti senti meglio, o uomo misero? A Reggio posso passeggiare in mezzo a decine di persone, sui monti dove non incontro quasi nessuno no. Un minimo di logica non guasterebbe.
Pianzano
Nato e cresciuto nel comune di Ramiseto, forzatamente trasferito per esigenze lavorative, mi sento profondamente imbarazzato per la denuncia del lettore del comune di Ventasso.
L’unica nota positiva di questa pandemia nell’anno passato è stata la riscoperta dei nostri luoghi e la rinascita di un turismo quasi a km zero che, in ottica futura, potrebbe far solo bene alla comunità, all’economia locale e alla valorizzazione del territorio.
20 persone all’aria aperta sul ventasso non fanno male quanto lo fanno ad esempio 50 persone ammucchiate alla libreria dell’arco a Reggio Emilia ieri pomeriggio.
Benza
… e forse quelle 20 persone si sono contagiate a vicenda, d’incanto, meraviglia, della semplice gioia di viverla insieme. C’è qualcosa di mille volte più letale del covid che si sta’ manifestando, purtroppo anche qui in montagna. Si aprano gli occhi su se stessi, e si ringrazino le cime dei monti .
R.
Si ma se si può bene ma se non si puo si sta a casa….
STEFANO
e figuratevi che era solo una innoqua segnalazione, ma se venivano beccati dalle foeze dell’ordine stavano seri, se non si puo non si puo, la legge non va ad interpretazione e non ammette ignoranza, arriveranno momenti che si potra fare tutto alla luce del sole, ora no, anche perche non si tratta di cose indispensabili!!!!!
anonimo
Se hai paura di ammalarti stai in casa.
Cristian
Da montanara residente non ho più parole, questa pandemia ci ha tolto la lucidità di giudicare con oggettività le situazioni. Che tristezza.
I pianzani devono capire una volta per tutte che sono ben accetti in montagna solo se ci lasciano un bel pò di soldini … altrimenti sono solo una bega per noi. Ok? chiaro? Quindi aspettate che riaprano le attività e poi venite e spendete altrimenti state a casa vostra che è tutto gratis
stefano
Spero sia solo una provocazione per far riflettere sul fatto che qualcuno la pensa ancora così, ma per fortuna sempre meno! Tutti sono ben accetti, l’importante è che si venga con rispetto ed educazione.
Spero che la prossima volta che Stefano si sposterà dal suo paese natale in appennino, magari per andare a spendere soldi in qualche squallido centro commerciale di pianura, incontri qualche suo simile che lo tratti come un montanaro ignorante e bifolco. Forse così si renderà conto di quanto questo atteggiamento campanilista sia assurdo, gretto e disdicevole.
Andrea