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Coronavirus, tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta

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Tamponi rapidi anche negli ambulatori dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera sceltadell’Emilia-Romagna per contribuire a identificare rapidamente i focolai e isolare i casi. Il provvedimento sarà operativo tra pochi giorni e che durerà – salvo ulteriori proroghe – fino al 31 dicembre 2020.

Quasi 45mila tamponi antigenici rapidi sono stati forniti all’Emilia-Romagna dal Commissario per l’emergenza Covid-19, insieme ai Dispositivi di protezione individuale, che verranno consegnati a medici e pediatri nei prossimi giorni.

tamponi rapidi dai medici di medicina generale: come funziona

Per effettuare i tamponi antigenici rapidi, i pazienti dovranno prenotare dopo aver fatto un triage telefonico. Potranno fare il test dal proprio medico di medicina generale: i contatti stretti asintomatici individuati dal medico stesso oppure segnalati dal Dipartimento di Sanità pubblica in attesa di tampone rapido; e i casi sospetti di contatto, che il medico di medicina generale si trova a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.

Qualora il medico operi in strutture rese disponibili dall’Azienda sanitaria (per esempio, in una Casa della salute), gli si potrà chiedere di ampliare il proprio target anche agli assistiti di altri medici di medicina generale, nello specifico a contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione al medico individuato.

medici titolari di incarichi temporanei, provvisori, di sostituzione a breve o lungo temine (compresi i medici che frequentano il corso di formazione specifica), eseguono e rendicontano le attività relative ai test con le stesse modalità dei titolari.

Nelle strutture rese disponibili dall’Azienda Usl fanno test diagnostici, in caso di necessità, anche i medici di continuità assistenziale (esempio guardia medica), i medici di emergenza sanitaria territoriale (ad esempio, nel 118), i medici della medicina dei servizi (come quelli che operano negli istituti penitenziari) e i medici impegnati nelle attività territoriali programmate.

Sedi e locali

Le Aziende Usl forniscono il proprio supporto attraverso l’individuazione e l’organizzazione delle sedi idonee dove effettuare i test rapidi qualora i medici di assistenza primaria non possano eseguirli nel proprio studio. Potrà anche essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza, con modalità definite a livello aziendale tramite specifici accordi.

In caso di esito positivo

In caso di esito positivo, il medico lo comunicherà al paziente che verrà informato sul percorso da seguire. Il medico dovrà quindi registrare il nuovo caso, al fine di segnalarloal Dipartimento di Salute pubblica. Il medico valuterà, quindi, le condizioni cliniche del paziente, e lo informerà sull’obbligo di rispettare l’isolamento al domicilio, ovvero di continuare il proprio stato di quarantena in attesa dell’esito del tampone di conferma (molecolare). Il medico prende dunque in carico il paziente e gli fornisce le indicazioni opportune da seguire. In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

Presa in carico dei pazienti

I medici di medicina generale prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena - con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca) - fornendo ai soggetti interessati le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico, i soggetti che necessitano di un maggior supporto, nello specifico i pazienti a rischio di complicazioni.

tamponi rapidi dai pediatri di libera scelta

I pediatri di libera scelta utilizzano i tamponi antigenici rapidi durante l’attività ambulatoriale o domiciliare a favore dei propri assistiti. Sia che operi nel proprio studio (anche per gli assistiti di altri pediatri) o che si trovi ad operare in strutture rese disponibili dall’Azienda Usl, il pediatra esegue i test antigenici su prenotazione e dopo aver fatto un triage telefonico prioritariamente per i contatti stretti asintomatici - alla prima data utile dopo la scadenza dell’isolamento - identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Sanità Pubblica al medico individuato (è il target privilegiato); per i contatti stretti asintomatici individuati dal pediatra; per i casi sospetti di contatto che il pediatra visita e decide di sottoporre a test rapido.

Anche in questo caso, come per i medici di medicina generale, le Aziende Usl forniscono il proprio supporto preferibilmente attraverso l’individuazione delle sedi idonee ove effettuare i test rapidi qualora i pediatri di libera scelta siano impossibilitati a eseguirli nel proprio studio. Potrà essere utilizzata una modalità di erogazione drive through, secondo un criterio di prossimità al bacino di utenza. In considerazione delle possibili difficoltà di esecuzione dei tamponi nella fascia di età pediatrica, le Aziende Usl forniranno personale di supporto in base alle necessità.

In caso di esito positivo

In caso di positività, il pediatra comunicherà l’esito ai genitori o familiari del paziente, informandoli sul percorso da seguire. Il pediatra registrerà quindi il nuovo caso sul portale SOLE e prenderà in carico il paziente, fornendogi le opportune indicazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire nel periodo in oggetto. Nel caso in cui il pediatra effettui un tampone su un paziente che non risulti tra le scelte in carico, comunicherà al pediatra del bambino l’esito e quest'ultimo prenderà in carico il suo paziente.

In caso di esito negativo, il risultato è registrato sul portale regionale SOLE e ne viene rilasciata attestazione al paziente.

Presa in carico dei pazienti

I pediatri di libera scelta prendono in carico i propri assistiti posti in isolamento o quarantena, con l’eventuale supporto dell’Unità speciale di continuità assistenziale (Usca), fornendo alle famiglie interessate le informazioni igienico-sanitarie e comportamentali da seguire. Valutano l’opportunità di porre in sorveglianza attiva, con il contatto telefonico o telematico quotidiano, i bambini/ragazzi che necessitano di un maggior supporto, nello specifico quelli a maggior rischio di complicazioni.