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Dante, Pinocchio e l’Arma dei Carabinieri: una sintesi dell’Italia. Un calendario da ammirare

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Le misure connesse al contenimento della pandemia non hanno permesso quest’anno di presentare il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri ed.2021 nell’ambito del consueto incontro tenuto dal Comandante Provinciale dei carabinieri Colonnello Cristiano Desideri con gli organi di Informazione presso la Caserma Carmana sede del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia anche se ciò non ha impedito di svelare l’ormai atteso prodotto editoriale.

Per il Calendario Storico del 2021, l’Arma dei Carabinieri si è affidata alla penna di Valerio Massimo Manfredi, cantore e custode della storia antica, e alle tavole realizzate da un esponente della Transavanguardia italiana, Francesco Clemente, con il giornalista Aldo Cazzullo a tenere le fila del racconto, che celebra uno dei massimi simboli italiani, Dante Alighieri, di cui ricorre il settecentenario della scomparsa.

Un Maresciallo, Donato Alighieri, emblema del buon carabiniere, toscano come il Sommo Poeta, è il filo conduttore trasversale fra i dodici racconti, uno per ogni mese. Alighieri, colto fino al punto di conoscere a memoria l’intero Poema, narra di vicende verosimilmente accadute nel suo percorso di carriera e nelle diverse esperienze operative maturate, percependo le parole di Dante come fonte insostituibile d’ispirazione per coraggio, inventiva e generosità.

Le storie, ispirate da episodi di vita vissuta, e le immagini, raffiguranti simboli ed elementi dei Carabinieri facilmente riconoscibili, si sposano e dialogano fra loro in una letteratura mista che riporta a stili ed epoche da cui traspare lo spirito eroico del militare e la consapevolezza di trovare anche nei gesti più piccoli il coraggio di una vita di Valore, facendo inoltre da contrappunto alle terzine della Divina Commedia del Sommo Poeta e celebrarne il 700esimo anniversario della scomparsa. Nella forza delle parole si distinguono in modo tangibile i livelli di cura e attenzione espressi nelle attività del narratore, così come lo spirito di sacrificio e fedeltà del Carabiniere che veglia ogni giorno sugli altri.

Dietro le quinte, il dantista Aldo Onorati, collaboratore di punta della prestigiosa “Società Dante Alighieri” e penna accreditata della rivista “Il Carabiniere”, mensile dell’Arma. Con questo esclusivo Calendario Storico, l’Istituzione offre un insieme di emozioni coinvolgenti e appassionanti da donare al lettore in ciascuna singola pagina, ove ogni carabiniere rappresentato esalta e racchiude quelli del passato, del presente e del futuro.

La tiratura sarà di oltre un milione di copie, di cui circa 10.000 in lingue straniere (inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, giapponese, cinese e arabo). Il notevole interesse verso il Calendario Storico dell’Arma è manifestazione sia dell’affetto e della vicinanza che ciascun cittadino nutre nei confronti della Benemerita a cui è legato da uno speciale vincolo, sia dei sentimenti di coesione e unità esistenti tra i Carabinieri attraverso il richiamo a intramontabili valori e semplici eroici gesti quotidiani.

Iniziata nel 1928, la pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 81^ edizione, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia.

Qui le immagini dello storico calendario.

Oltre al calendario, è stata pubblicata anche l’edizione 2021 dell’Agenda, incentrata sul tema “Pinocchio e i Carabinieri”, ove è tangibile il legame indissolubile tra il celebre racconto e l’Arma, celebrando così i 140 anni dalla prima apparizione pubblica dell’opera di Carlo Lorenzini, conosciuto come Collodi, e ricordando al contempo le sue espressioni nel mondo delle arti grazie al prezioso contributo offerto da moltissimi illustratori e artisti in una sorta di sfida artistica.

In quasi un secolo e mezzo di storia, sono stati moltissimi, tra i più celebri illustratori e artisti, che si sono cimentati nella sfida di raccontare le vicende del burattino. Una storia caratterizzata dal registro narrativo avvincente e da un susseguirsi di immagini letterarie suggestive che regalano uno spazio senza tempo all’iconografia dei Carabinieri. Una forza evocativa capace di creare un binomio culturale ancora oggi inscindibile: Pinocchio e i Carabinieri.

L’Agenda dell’Arma dei Carabinieri compie il suo 42° compleanno (risale infatti al 1979 la prima edizione). All’interno il “diario” è su base settimanale, con possibilità di rinvio a un’ampia parte destinata alle note. Le informazioni sui Comandi dei Carabinieri e sui reclutamenti sono rese fruibili attraverso codici QR, leggibili con smartphone e tablet che rimandano alle pagine del sito www.carabinieri.it e dei social network istituzionali. Altri codici QR consentono l’accesso a varie notizie sull’Arma, sulla sua storia e sui periodici “Il Carabiniere” e la “Rassegna dell’Arma”, #Natura e il “Notiziario Storico”. Vi è poi l’ampia rubrica sulle date importanti che ripercorre la storia dell’Istituzione.

L’inserto monografico quest’anno è dedicato al tema “Pinocchio e i Carabinieri”. La scelta culturale celebra l’opera di Collodi proprio nella declinazione di questo importante legame, ricordandone la ripercussione in tutte le arti. Un viaggio arricchito dai preziosi inserti curati dalla Prof.sa Marina D’Amato, dallo storico d’arte Claudio Strinati, dal regista Matteo Garrone e dal Presidente della Fondazione Collodi Pier Francesco Bernacchi. La presenza integerrima dei Carabinieri, imponente e austera, che suscita rispetto, rappresenta, fin dalle prime pagine della storia, la vicinanza e la prossimità in grado di restituire bonariamente a Geppetto il primo burattino scappato via, per arrivare poi a raffigurare emblematicamente la giustizia stessa e il rispetto delle regole.

L’agenda 2021 concede un nostalgico tuffo a ritroso nell’infanzia, ma con la responsabilità di esser diventati grandi, tale da permettere la lettura dell’opera con occhi diversi e percepirne quelle sfumature che spesso la giovane età impedisce di cogliere.

 

Altre due opere completano l’offerta editoriale:

  • Il Calendarietto da tavolo, dedicato al gioco e all’uomo, come importante attività svolta da bambini e adulti. L’attività ludica risponde non solo al bisogno primario della persona per rigenerarsi, ma rappresenta anche il ponte insostituibile fra l’universo dei piccoli e quello dei grandi, aprendo la porta segreta del dialogo tra generazioni. L’intero ricavato della vendita di questo calendarietto da tavolo è devoluto all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri.
  • Il Planning da tavolo dedicato al 150° anniversario di Roma Capitale e alle altre Capitali d’Italia. Da un secolo e mezzo la Città Eterna detiene il titolo di Capitale d’Italia ma la storia racconta che è stata preceduta da Torino e Firenze. Vengono quindi celebrate, attraverso le immagini riportate in copertina, le sedi del primo Parlamento unitario: Palazzo Carignano (Torino), Palazzo Vecchio (Firenze) e Palazzo Madama (Roma). L’intero ricavato della vendita di questo planning verrà devoluto all’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, una delle più antiche istituzioni dedicate all’infanzia e polo di ricerca d’eccellenza a livello internazionale.

 

 

 

 

 

I testi del calendario storico.

 

 

Presentazione Calendario Storico 2021

Note di linguaggio: concetti chiave relativi agli abbinamenti Storie di servizio/Terzine

 

 

 

 

 

 

1^ PAGINA DI      COPERTINA

Nella copertina viene posta in risalto, oltre all’iconografia classica dell’Arma, l’immagine di una farfalla. La presenza dell’insetto rimanda a un passo del Purgatorio in cui Dante, alla vista dei superbi, rammenta ai vivi che il nostro corpo racchiude l’anima, come il verme divenuto crisalide contiene la farfalla; quando il bozzolo si schiuderà, cioè quando giungerà la morte e l’anima si libererà, l’angelica farfalla, davanti a Dio, non dovrà recare i segni della passata esistenza di insetto.

Si tratta di un monito a non peccare, perché il destino ultimo dell’uomo è quello di salvare l’anima per la vita eterna in Paradiso.

 

 

 

 

Purgatorio Canto X

O superbi cristian, miseri lassi, che, de la vista de la mente infermi, fidanza avete ne’ retrosi passi;

non v’accorgete voi che noi siam vermi

nati a formar l’angelica farfalla,

che vola a la giustizia sanza schermi?

2^ PAGINA DI COPERTINA: IMMAGINE “NEI SECOLI FEDELE
INTRODUZIONE DEL SIG. COMANDANTE GENERALE
 

 

GENNAIO

Il Carabiniere, svolgendo il suo servizio nel corso dell’attuale emergenza sanitaria, illumina il cammino del cittadino, smarrito nella solitudine più nera, come colui che porta dietro di sé un lume per favorire

chi lo segue e non sé stesso.

 

Purgatorio Canto XXII

Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova,

ma dopo sé fa le persone dotte

 

 

 

FEBBRAIO

Il nostro protagonista si presenta al lettore, al quale narrerà le proprie vicende di servizio che iniziano proprio con il suo giuramento di fedeltà alla Repubblica.

Come il Sommo Poeta nella sua “selva oscura”, egli camminerà per tutta la vita avendo accanto la morte, pur consapevole

dell’esistenza di una “via di scampo”.

 

 

Inferno Canto I

Tant’è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch’io vi trovai, dirò de l’altre cose ch’io v’ho scorte.

 

 

 

 

 

MARZO

Il M.llo Alighieri ricorda la morte del suo amico e collega M.llo Oreste Leonardi, barbaramente ucciso nel corso del rapimento di Aldo Moro. L’evento scosse parecchio la collettività, così come fece la strage di Montaperti del 1260. Il sangue versato all’epoca tinse tanto di rosso il fiume Arbia al punto da stimolare profonde riflessioni nella comunità fiorentina, e indurre il desiderio del superamento delle divisioni, nell’idea

superiore dell’amor di Patria.

 

 

 

Inferno Canto X

Ond’io a lui: « Lo strazio e ’l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso,

tali orazion fa far nel nostro tempio ».

 

 

 

APRILE

L’operazione di servizio condotta nei confronti degli adulteratori di vino richiama all’attenzione del M.llo Alighieri quel demone nero che, lasciato cadere nella pece un barattiere (uomo corrotto) lo affida ai diavoli “Malebranche”, poiché deve andare a prendere altri come lui, di

cui il mondo è pieno.

 

Inferno Canto XXI

…« O Malebranche,

ecco un de li anzian di santa Zita! Mettetel sotto, ch’i’ torno per anche a quella terra, ch’i’ ho ben fornita: ogn’uom v’è barattier,…»

 

 

 

 

 

 

MAGGIO

Nel corso dell’esperienza in un reparto del Comando Tutela Patrimonio Culturale, il M.llo Alighieri arresta un giovane resosi responsabile del furto di un’opera di Giusto de’ Menabuoi, ai danni di un museo. L’occasione rammenta al militare gli ingegni ingannatori di Ulisse e Diomede, le cui anime furono costrette a bruciare in un'unica fiammella, poiché

responsabili del furto del Palladio.

 

Inferno Canto XXVI

«…E dentro da la lor fiamma si geme l’agguato del caval che fe’ la porta

onde uscì de’ Romani il gentil seme. Piangevisi entro l’arte per che, morta, Deidamìa ancor si duol d’Achille,

e del Palladio pena vi si porta ».

 

 

 

 

GIUGNO

Il M.llo Alighieri, in occasione della sua premiazione durante la Festa dell’Arma quale migliore Comandante di Stazione d’Italia, si emoziona e rivive i  momenti più significativi della sua carriera. In particolare, il grido del suo giuramento: un vento potente, fonte di onore, come il grido di Dante che, consigliato dal Cacciaguida, compie la propria missione poetica, rivelando tutto ciò che ha visto nel

suo viaggio ultraterreno.

 

 

 

Paradiso Canto XVII Questo tuo grido farà come vento, che le più alte cime più percuote;

e ciò non fa d’onor poco argomento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PAGINONE CENTRALE

 

versetti meramente descrittivi

Il poeta Sordello da Goito non parlava con i passanti, sebbene lasciasse che si avvicinassero a lui, ma si limitava a muovere gli occhi come fa un leone in riposo, da cui scaturiscono dignità altera e

sovrana pacatezza.

 

 

Purgatorio Canto VI

a guisa di leon quando si posa

Dante e Virgilio entrano nel silenzioso e oscuro bosco dove le anime dei suicidi sono tramutate in arbusti contorti e senza frutti. Da uno di essi, appena Dante avrà spezzato un ramo, uscirà la voce di Pier delle Vigne, protonotaro e logoteta

dell’imperatore Federico II di Svevia.

 

 

Inferno Canto XIII

non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti

La serpe che si insinua nelle tentazioni, luoghi disarmati delle virtù e delle grazie di Dio, lo fa volgendo la testa di quando in quando e leccandosi il dorso. Essa sarà messa in fuga da due angeli che calano in basso e fendono l'aria con le ali verdi, per

poi tornare là da dove erano giunti.

 

 

Purgatorio Canto VIII

volgendo ad ora ad or la testa, e ’l dosso

Una piccola scintilla può dar luogo a un vasto incendio. Dante invoca l’aiuto di Apollo per portare a termine  la descrizione di quanto ha visto nelle meraviglie celesti, augurandosi che altri, dopo di lui e con maggior valore, pregheranno per invocare l’aiuto della

divinità.

 

 

Paradiso Canto I

Poca favilla gran fiamma seconda

Così Dante definiva l’Italia, a partire da quell’unico e dolcissimo suono dell’affermazione che diventa identità e

appartenenza, quella italiana.

 

Inferno Canto XXXIII

Del bel paese là dove ’l sì suona

 

 

 

 

LUGLIO

L’odioso reato della truffa ai danni degli anziani da parte di delinquenti travestiti da dipendenti delle aziende distributrici di energia, richiama al M.llo Alighieri Mirra, personaggio dell’antichità classica che

commise gravi peccati mutando la sua forma.

 

Inferno Canto XXX

Questa a peccar con esso così venne, falsificando sé in altrui forma,

come l’altro, che là sen va, sostenne

 

 

 

 

 

AGOSTO

Ricordando il proprio intervento in occasione dello sbarco di albanesi, occorso a Bari nell’agosto del 1991, il M.llo Alighieri pensa a una terzina di grande intensità, in cui viene descritta l'angoscia di ogni esule, costretto a lasciare la propria patria e le cose più care, per andare a cercar fortuna in luoghi sconosciuti. Anche Dante dovette abbandonare ogni cosa più amata provando com'è doloroso accettare il pane altrui e com’è gravoso mettersi al servizio di vari

signori.

 

 

 

Paradiso Canto XVII

Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle

lo scendere e ’l salir per l’altrui scale.

 

 

 

SETTEMBRE

Indagare per la triste vicenda che vide una giovane donna della provincia tarantina barbaramente uccisa dalla propria cugina, sol perché più bella, richiamò al M.llo Alighieri la nobildonna Sapìa Salvani di Siena, la quale, accecata dall’invidia nei confronti di suo nipote Provenzano, famoso condottiero, desiderò la sconfitta della sua città e se ne

rallegrò.

 

 

Purgatorio Canto XIII

Savia non fui, avvegna che Sapia fossi chiamata, e fui de li altrui danni più lieta assai che di ventura mia.

 

 

 

 

 

 

 

 

OTTOBRE

Nella terzina, Beatrice spiega a Dante il suo elevarsi verso il Paradiso, talmente veloce che nessuna folgore, cadendo dalla sfera del fuoco in basso, fu tanto rapida quanto lui che ora torna al luogo che gli è proprio (il Paradiso). Questo concetto richiama l’elevazione del M.llo Alighieri, il quale, per osservare “da una luce diversa” le devastazioni provocate dalla tempesta Vaia, si stacca dalla

terra per raggiungere rapidamente il cielo, a bordo di un elicottero.

 

 

 

Paradiso Canto I

«…Tu non se’ in terra, sì come tu credi; ma folgore, fuggendo il proprio sito, non corse come tu ch’ad esso riedi».

Il M.llo Alighieri ricorda il sollievo negli occhi dei suoi colleghi forestali che, già provati dalla vista della natura straziata dalla furibonda tempesta Vaia, ripresero a osservare la primavera mentre restituiva la vita a milioni di alberelli. Così come gli occhi di Dante provarono sollievo una volta abbandonata l’aura morta che fino ad allora

li aveva intrististi.

 

 

Purgatorio Canto I

a li occhi miei ricominciò diletto,

tosto ch’io uscii fuor de l’aura morta che m’avea contristati li occhi e ’l petto.

 

 

 

 

 

 

 

NOVEMBRE

Gloria nell’alto dei cieli” è la frase che il M.llo Alighieri udì pronunciare da una vecchietta quando ritrovò il suo “Santo” tra le statuette recuperate dopo il terremoto dell’Irpinia dell’80.

Un urlo simile venne emesso dalle anime degli avari quando il monte del Purgatorio venne scosso da un violento terremoto, placatosi in coincidenza delle preghiere. Dante riprenderà pensieroso il cammino che aveva interrotto per la scossa, assillato dal desiderio di conoscere la ragione di quello

strano fenomeno.

 

 

 

 

Purgatorio Canto XX

‘ Gloria in excelsis ’, tutti, ‘ Deo ’, dicean, per quel ch’ io da’ vicin compresi, onde intender lo grido si poteo.

 

 

DICEMBRE

Il M.llo Alighieri, nel corso delle ricerche di una coppia di giovani che aveva fatto perdere le proprie tracce, rammenta la passione degli amanti Paolo e Francesca, talmente potente da indurli a perseguire la soddisfazione dei loro piaceri contro ogni regola, a rischio

della propria vita.

Inferno Canto V

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,

prese costui della bella persona

che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte,

che, come vedi, ancor non m’abbandona.

IMMAGINE “CUORE NERO
3^ PAGINA DI COPERTINA: IMMAGINE “RICOMPENSE ALL’ARMA DEI CARABINIERI”
 

 

 

 

 

4^ PAGINA DI      COPERTINA

 

Le stelle richiamano la simmetria con cui Dante chiude ogni Cantica.

 

“e quindi uscimmo a riveder le stelle.” - Inferno Canto XXXIV “puro e disposto a salire a le stelle.” - Purgatorio Canto XXX “l’amor che move il sole e l’altre stelle.” - Paradiso Canto XXX

 

Tale rispondenza, non solo di carattere testuale, dimostra che il viaggio del Sommo Poeta non riguarda esclusivamente l’aldilà, con tutte le sue sfaccettature, ma anche il legame della dimensione ultraterrena con la vita reale. Una relazione che diventa tangibile attraverso il viaggio nel cuore di ogni essere umano. Nell’Inferno, quest’ultimo assiste a tutto il male e a tutta la disperazione dei peccatori, maturando il desiderio di vederla svanire. Nel Purgatorio si purifica proprio da quel dolore, vedendo nascere in sé un nuovo desiderio, che va oltre. Infine, nel Paradiso, egli raggiunge Dio, lo guarda e trova sé stesso,

facendo ritorno al presente.