La presentazione di un vocabolario può essere pensata come un bel "mattone" da porgere ad un pubblico scelto di addetti ai lavori, oppure, come è avvenuto ieri sera a Castelnovo ne' Monti, come una occasione di rilassamento e di sane risate sul filo di memorie che rischiano l'estinzione. Clementina Santi, Savino Rabotti ed Eolo Biagini, insieme con l'illustratore Antonio Rizzo, dopo una breve presentazione di Francesca Correggi assessore alla cultura, hanno ridotto al minimo la parte tecnico-scientifica insistendo piuttosto sulle difficoltà incontrate nel redigere il "Vocabolario dei dialetti del medio appennino reggiano", edito dalla Associazione scrittori reggiani col sostegno della Provincia e dell'IBACN della Regione, con un lavoro di oltre dieci anni.
Clementina Santi ha dato qualche numero: 20.000 i lemmi (parole) censiti con le diverse varianti locali (che sono molte) ed oltre 5000 modi di dire nei quali si ritrovano gli usi e i ocstumi di una società contadina che non esiste quasi più.
Savino Rabotti ha confessato che la lunghezza e la difficoltà del lavoro ha qualche volta incrinato anche i buoni rapporti di amicizia tra gli autori.
Antonio Rizzo, che ha illustrato con disegni i capilettera, ha spiegato di aver lavorato dal vero rocercando gli antichi oggetti da disegnare e recandosi nei luoghi di cui si vedono le immagini.
Eolo Biagini non ha potuto sottrarsi al suo ruolo di Jacmétt recitando due composizioni: "E' dialèt muntanàr" e "Che fadiga...", quest'ultima con chiaro riferimento al lavoro degli autori.
La conclusione della serata è stata affidata agli ottimi Silvia Razzoli (Cesira) e Ugo Viappiani (Ugo) che hanno improvvisato un divertente colloquio in e sul dialetto che ha divertito il pubblico presente in buon numero in piazzetta Unità.
Il vocabolario è disponibile presso le librerie.