Questo è il titolo. Quattro giovani in viaggio! Verso Roma, a piedi, verso l'ignoto. E non per motivi religiosi, almeno all'inizio. Quattro esperienze, le più disparate, personali, ma anche universali. È il romanzo pubblicato da Renato Borghi e presentato a Castelnovo la sera del 10 agosto. Armido, vecchio lupo di mare, ha condotto la serata evitando abilmente gli scogli della circostanza, dialogando per oltre un'ora con l'autore, senza svelare né accennare la conclusione del romanzo. Unica concessione alcune perle del romanzo lette con maestria da Faustino Stigliani. Renato ha confessato che voleva narrare le diverse storie senza lasciarsi coinvolgere sentimentalmente. Ma poi, alla fine, ha dovuto ammettere che qualcosa di personale c'è nella narrazione. Quattro storie parallele, di estrazione sociale opposte, di interessi personali diversi, non legati ad esigenze di lavoro o di carriera, ma alla ricerca di qualcosa di indefinito. Forse la luce? Metafora della vita di ognuno di noi? Credo proprio di si. E, come compagni di viaggio, l'arte, la storia, il paesaggio, le leggende di una Italia considerata “minore”, di una Italia che resta ai margini per chi viaggia in auto, troppo velocemente, senza possibilità di dialogo e di costatazione, di contatto con un mondo che è lì ad attenderci da sempre. Pietre che segnano la storia, che ricordano gli antichi pellegrini, il loro camminare, il loro cercare. Abazie austere, ma capaci di infondere serenità. Quella Italia minore che è li da sempre per farsi conoscere, per offrirti delle risposte. Scusate, ma adesso vado a leggere il romanzo.