Riceviamo questa lettera aperta del gruppo carpinetano di minoranza Futuro Comune.
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I sogni restano sogni finché qualcuno non cerca il modo di realizzarli. Il campionato italiano di Enduro, il turismo e la protezione del nostro territorio. Lettera aperta alle istituzioni.
Al Sindaco, all’assessore all’ambiente e all’assessore al turismo del Comune di Carpineti,
al Presidente, all’assessore all’ambiente e all’assessore al turismo dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino reggiano,
al Presidente e al consigliere delegato allo sviluppo del territorio montano della Provincia di Reggio Emilia
Abbiamo deciso, nei giorni scorsi, di non parlare degli assoluti di enduro di Carpineti. Lo abbiamo fatto per non aumentare la preoccupazione di una parte del paese già parecchio spaventata, per non aggiungere una voce al coro un po’ confuso che si è alzato nell’imminenza della gara e per rispetto dei concorrenti, incolpevoli di tutto il clamore, che si stavano contenendo un titolo non da poco.
Ora, però, la gara è finita e con la tranquillità del dopo crediamo sia il momento non solo per chiarire la nostra posizione e fissare alcuni punti, ma per aprire un ragionamento più largo che consenta di affrontare davvero alcuni problemi che si trascinano senza soluzione da troppo tempo.
Partiamo dalla gara.
Le regole dello Stato e della regione dicono che si poteva fare. Eppure siamo convinti che farla adesso sia stato un rischio enorme, difficile se non impossibile da controllare e con conseguenze che non si possono prevedere. Iscritti da tutta Italia e anche dall’estero, note positive in tempi normali che diventano fattori di preoccupazione in questo momento.
Il momento è il tema.
Ci chiediamo se si è cercato di cambiare la data e, nel caso, perché non è stato fatto.
È vero che la gara era ufficialmente chiusa al pubblico, ma sono state fatte affissioni senza specificarlo (e se era chiusa perché farle?) e date interviste sui giornali in cui si parlava di chiusura “formale” (“non possiamo recintare Carpineti”) e ci si affidava al buon senso della gente, quel buon senso che in alcuni casi si misura facilmente guardandosi intorno.
Si è giocato sull’equivoco e che il pericolo ci sia stato lo conferma l’ordinanza del Sindaco che obbligava all’uso delle mascherine nelle zone coinvolte e il suo commento alla fine della competizione.
I motociclisti, gli accompagnatori, i team, non li puoi (ovviamente) chiudere in un bunker, quando non gareggiano. Si è deciso di mettere le moto in pieno centro, accessibili a tutti, perfette per i curiosi che volevano vederle e in contraddizione con la chiusura (cosa c’è di più pubblico di piazza della Repubblica?). Si è deciso di mostrare e nascondere allo stesso tempo. Si è voluto che la gara si vedesse, che ci fosse afflusso, ma non troppo, si è deciso di camminare sul filo.
Si dirà che il rischio è funzionale all’economia, qualcosa di simile a quello che vediamo accadere, con apprensione e sconcerto, sulla riviera romagnola.
Di sicuro alberghi e b&b hanno avuto un vantaggio, forse è accaduto anche a chi ha potuto accedere all’area riservata dei paddock, ma vorremmo che questo sostegno a una parte del commercio carpinetano (in crisi da anni) che diventa così forte da mettere in un angolo il rischio per la salute pubblica, si manifestasse anche gli altri giorni dell’anno, con sgravi fiscali e interventi economici che vadano oltre il grande evento. Non si può immaginare che il destino della nostra rete commerciale dipenda interamente, come ci è stato detto, dall’arrivo che ci rende tutti felici e soddisfatti di Eletric80 e Gorfar.
Poi c’è la questione ambientale.
Lo diciamo chiaramente, con la tartufaia di Fola si è fatta una confusione colossale, che si poteva evitare con un po’ di lungimiranza e di accortezza, coinvolgendo le parti. Forse bastava conoscere il problema o, a pensare male, volersene occupare. Il sentiero è stato ripristinato, ma il ripristino è come una cicatrice, chiude la ferita, ma lascia il segno.
Viviamo in un territorio bello e delicato, ricco di possibilità e di opportunità e tutto quello che accade deve tenerne conto, rispettarlo, custodirlo. C’è spazio sufficiente per le necessità di tutti, perché le cose accadano senza devastazioni.
Abbiamo sentito, in questi giorni, gli accorati appelli del presidente del parco e di Legambiente. Ci fanno piacere, sono condivisibili, ne avremmo voluti di più anche negli anni passati, le occasioni non sono mancate. Partendo dal fatto che la gara appena conclusa ha poco a che fare con la questione sentieri, crediamo che sia il momento per le Istituzioni di questo territorio, e a maggior ragione per chi le rappresenta da anni, di andare oltre il monito fatto nell’ora di difficoltà.
Il problema non sono le gare motoristiche, ma i comportamenti singoli che passano sotto traccia durante tutti i periodi dell’anno, non sanzionati, probabilmente tollerati. Ognuno di noi che vive in questo territorio potrebbe aprire il libro e scriverne pagine.
Il problema di chi sale in Appennino e si disinteressa del rispetto del luogo è vecchio come le polemiche che scatena. C’è un turismo che ci tratta come una riserva indiana e che va rimesso al suo posto. E non si tratta di colpevolizzare delle categorie, ma semplicemente di dividere chi rispetta le regole da chi se ne frega.
Vogliamo le moto, i ciclisti, chi ama il fuoristrada, chi cammina, chi scala, chi va a funghi o a mirtilli, chi cerca un luogo in cui trovare silenzio e meditare.
Chiunque voglia salire da noi e rispetti il luogo in cui si trova.
Vogliamo un turismo che fruisca di un luogo, non che lo distrugga o lo consumi.
Se andiamo a cena da un amico, usiamo il bagno, non il muro del soggiorno.
Senza questo punto di partenza, senza una linea di demarcazione chiara, tutto rimane un chiacchiericcio inutile sull’argomento del giorno.
Qualche piccolo esempio.
Vogliamo trovare dei percorsi specifici per i fuoristrada e vincolare il resto? Perfetto. Ma occorre, allo stesso modo, predisporre una rete rigorosa di controlli, perché il vincolo senza il controllo è inutile.
Vogliamo evitare che i ciclisti gettino la loro spazzatura in corsa sul ciglio delle nostre strade? Cominciamo a dotarle di cestini inclinati.
Vogliamo evitare che si usino i nostri tornanti come succursale del Mugello? Intensifichiamo i controlli della stradale.
Vogliamo incentivare un turismo che non usa la macchina? Colleghiamo la stazione dell’alta velocità con il nostro territorio con qualcosa di più preciso di un autobus di linea e, magari, istituiamo una navetta interna che metta in comunicazione la rete dei nostri castelli.
Il territorio si comincia a proteggere proteggendolo.
E allo stesso tempo, però, allargare la visione.
Le attività produttive vanno sostenute tutte, quelle che si occupano di ricettività, cibo e bevande e quelle che si occupano di turismo, gestione dei beni culturali, animazione. Pagano anche loro tasse e contributi, stanno sul mercato con costi a volte non sostenibili e sono soggette continuamente a concorrenza sleale. I lavoratori della cultura meritano la stessa tutela dei bar e dei ristoranti, sono professionisti come gli altri e se vogliamo rendere questi luoghi attrattivi ne abbiamo un bisogno disperato.
Partendo dal presupposto che, al di là della situazione attuale, il campionato italiano di enduro e il futuro mondiale sono eventi importanti che bisogna cercare di portare a casa, anche facendo tesoro dell’esperienza appena passata, dobbiamo cominciare ad allargare gli orizzonti.
Si possono organizzare eventi attrattivi anche uscendo dal triangolo bevande, cibo e motori che pure funziona così bene. Eventi che portano dalle nostre parti un turismo differente e nuovo, più attento a certe tematiche e che muovono almeno lo stesso numero di persone. Siamo certi, ad esempio, che la rete commerciale di Castelnovo si sia accorta della presenza del Cos&Play.
Guardiamoci intorno.
Parafrasando una vecchia canzone, oltre al gnocco fritto c’è di più.
Ci è capitato, un anno fa, di fare un ragionamento di sistema come questo sui servizi sociali in una sede pubblica.
Qualcuno, trattandoci da ingenui, ci ha detto che era un libro dei sogni.
Qualcuno potrebbe dire, con banalità e superficialità, la stessa cosa.
Ai cinici, i sedentari e i pragmatici di allora e oggi rispondiamo la stessa cosa.
I sogni restano sogni finché qualcuno non cerca il modo di realizzarli.
Futuro Comune, gruppo di minoranza, Carpineti
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LA RISPOSTA DEL PRESIDENTE DEL MOTO CLUB CROSTOLO
Al Sig. Patrick Fogli,
ho voluto personalmente rispondere alla sua lettera perché nel pieno rispetto dell’idea altrui, ritengo doveroso esprimere anche il mio pensiero sulla gara dei Campionati Assoluti d’Italia svolti il 4/5 luglio u.s. senza fare polemiche di nessun tipo.
Se lei era preoccupato bastava chiedere un confronto che non ci sarebbe stato nessun problema da parte mia e della Federazione a darle tutti i chiarimenti richiesti.
E’ facile parlare dopo, ma io non sono fatto così.
Io non voglio entrare in problemi che ogni Comune ha perché non è il mio lavoro, ma quando posso, perché tutte le Istituzioni me lo consentono sono il primo a cercare di organizzare delle manifestazioni di questo tipo nel territorio reggiano.
Eventi di questa portata portano dei benefici sia economici che territoriali a tutti sia nell’immediato che nel futuro e in questo momento è ossigeno allo stato puro.
Non posso negare che anch’io ho avuto un po’ di timore, ma bisognava ripartire e ripartire il prima possibile con le dovute misure di sicurezza ed è quello che è stato fatto.
Le elenco solo alcune cose che ritengo molto importanti fatte dai miei ragazzi:
- sono stati puliti oltre 55km di boschi, sentieri e rivoli.
- abbiamo riaperto vecchi sentieri ormai chiusi e dimenticati per la mancanza di manutenzione.
- in alcuni posti sono state costruite delle ringhiere di legno a protezione di dirupi per permettere ai camminatori di transitare in piena sicurezza e tranquillità.
- sono state compilate quasi mille autocertificazioni anti COVID-19 e misurata la temperatura corporea ogni giorno a tutti i piloti, addetti, direttori sportivi, accompagnatori e al personale del Moto Club.
- ogni persona controllata veniva fornita di apposito braccialetto identificativo.
- già domenica nel tardo pomeriggio tutto il percorso, la piazza e l’area paddock erano state ripulite e nei giorni successivi ripristinati i sentieri.
Le “FERITE” come chiama lei, i segni lasciati dai pneumatici nel giro di qualche giorno o dopo il primo acquazzone non si noteranno più anche grazie al grande lavoro di ripristino, ma la pulizia fatta sul territorio rimarrà a beneficio di tutti per molto tempo.
Il Moto Club Crostolo che io rappresento è da oltre 40 anni sul territorio a promuovere un comportamento sano ed educativo per i motociclisti e il territorio.
Ogni manifestazione da noi organizzata nei decenni è sempre stata fatta nel pieno rispetto delle regole e con il massimo impegno possibile.
I miei ragazzi sono dei professionisti nell’organizzare eventi di questo tipo e i fatti lo dimostrano.
Le affissioni di cui lei parla sono state fatte per fare pubblicità agli sponsor che hanno contribuito allo svolgimento della gara e non riportavano la partecipazione di pubblico, l’orario esposto sulle locandine si riferiva esclusivamente all’ora di inizio della gara per permettere a tutti di potersi collegare sui siti di riferimento per seguire la manifestazione.
L’unica polemica che mi permetto di farle è che non è signorile sfruttare un evento di questa caratura per attaccare la giunta Comunale che a mio avviso ha svolto pienamente il suo lavoro nel pieno rispetto delle regole per la tutela della cittadinanza e dei partecipanti.
Se è vero che i carpinetani non vogliono più avere delle gare di questo tipo lo dicano apertamente perché altri Comuni non aspettano altro per riceverci a braccia aperte in considerazione del fatto che per il 2022 ho chiesto alla FMI ed alla FIM la Prova di Campionato Mondiale di Enduro Gran Premio d’Italia che è stata accettata da entrambe le Federazioni.
Con questo le porgo i miei più cordiali saluti, con la speranza di poterla incontrare personalmente.
Claudio Cocconcelli
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E LA CONTRORISPOSTA DI FUTURO COMUNE
In risposta al presidente del Moto Club Crostolo Claudio Cocconcelli
Gent. mo Signor Cocconcelli, intanto la ringrazio per la risposta.
Continuo a pensare che il confronto fra opinioni diverse sia il sale di una democrazia compiuta.
Mi permetterà, quindi, un paio di considerazioni su quanto scrive.
Parto dal ribadire una cosa che la lettera dice chiaramente. La gara si poteva fare, quindi stiamo semplicemente confrontando punti di vista diversi, nessuno discute la legittimità di quanto è accaduto.
Detto questo, Futuro Comune ha incontrato parecchi cittadini che, a differenza di quelli che ha incontrato lei, erano e sono molto preoccupati e sono certo che il Sindaco, la giunta, la maggioranza, lo sappiano e li abbiano incontrati come noi. Credo che si debba essere entrambi consapevoli che esistono due parti di paese, quella che ha timore di quanto è successo e quella che non ce l’ha.
Sono, dal mio punto di vista, entrambe opinioni rispettabili.
Noi non abbiamo parlato dopo, abbiamo parlato prima e durante.
Solo che non lo abbiamo fatto in pubblico, ma nelle sedi competenti, confrontandoci con l’Amministrazione.
Personalmente ho incontrato sia il Sindaco che il vicesindaco nei giorni precedenti la manifestazione e ogni volta ho spiegato con chiarezza qual era il nostro punto. Non la gara, ma il pubblico. E il pubblico c’era. Sui manifesti non era indicato in nessun modo che la gara era chiusa al pubblico e mi risulta che vi sia stato chiesto di rettificare i manifesti specificandolo con chiarezza. Avrebbe aiutato. Come avrebbe aiutato dire chiaramente che la gara era chiusa e non formalmente chiusa perché non si può recintare il paese. Da questo punto di vista il primo atto formale è stata la più che corretta comunicazione del sindaco Borghi che spiega in un post su Facebook e in un comunicato che la gara era rigorosamente a porte chiuse.
Sul beneficio economico di eventi di questa portata non abbiamo nessun dubbio. Lo abbiamo scritto e ribadito. Conosco bene, anche se in un ambito diverso dal suo, i grandi eventi. Li conosco da ospite e pure da organizzatore. E le posso dire che da organizzatore, quest’anno, ho fatto una scelta diversa.
Anche questa, immagino, si possa considerare un punto di vista differente.
Il tema, però, non è la gara, il tema è la gara adesso. Lo abbiamo scritto chiaramente.
Lei stesso dice di aver avuto timore e di aver deciso che bisognava ripartire. Lo stesso timore del Sindaco.
C’è un’ordinanza che obbligava le mascherine e un commento a fine gara che dice che per capire l’opportunità di aver fatto svolgere la gara bisognerà aspettare le prossime settimane. Una frase che mi pare chiarissima e che condivido.
Al netto della parte comunicativa, nessuno, di nuovo, ha messo in dubbio il lavoro che avete fatto. Se fosse stato così lo avremmo scritto.
La gara si poteva fare, lo ripeto per l’ultima volta.
E se legge con attenzione troverà scritto che il campionato italiano di enduro e il futuro mondiale sono eventi importanti che bisogna portare a casa.
Più chiaro di così.
Chiudo, come fa lei, con la questione politica.
Esiste una parte di paese che ha avuto almeno molti dubbi su quanto avveniva. Faccio l’amministratore pubblico, ci siamo candidati per amministrare e rappresentare i cittadini. E quella parte di cittadini va rappresentata. Come va rappresentata quella parte che invece si ritrova nel suo punto di vista.
Se esprimere la propria opinione in merito a una decisione dell’Amministrazione è attaccare la giunta comunale, allora sospendiamo la democrazia e diciamo che esiste un solo punto di vista lecito: quello di chi vince le elezioni.
Un’ultima cosa.
Carpineti vi ha accolto e vi accoglierà tutte le volte che vorrete venire, con gare italiane e internazionali.
Certo sarebbe cortesia smettere di dire che non si vogliono gare di questo tipo o che si è contro i motori ogni volta che si fa una considerazione sullo svolgimento di una manifestazione o sul comportamento di una parte (minoritaria) di motociclisti scriteriati.
Nella nostra lista ci sono enduristi e uno di noi gestisce un bar che è uno dei principali punti di ritrovo dei motociclisti della provincia.
Veda lei.
Grazie del confronto. Qui troverà sempre modo e piacere di farlo. Vediamoci quando vuole, con grande piacere.
Patrick Fogli, Futuro Comune, gruppo di minoranza, Carpineti
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LA REPLICA DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Il discorso nel complesso mi sembra molto sensato.Da carpinetano mi sono anche chiesto,perche’ Carpineti,proprio in questo momento,mi sono risposto,forse perche’ ora na roba cosi’ non l’ha voluta nessuno,ma me lo tengo per me,non lo condivido.Come sempre ci sta’ sempre tutto,e come tutte le situazioni che ammucchiano persone,per statistica,vi se ne trova di tutti i tipi.Plauso ai ragazzi delle ns zone che hanno organizzato e pulito,il prima e il dopo.Viabilita’,segnaletica non appropriata e pericolosa.Centro o lo chiudi o non permette a tutti questi motociclisti di impegnare carreggiata,parcheggiare in ogni dove e rendere la stessa impercorribile.Forse anche il ns paese,come il resto,cavalca,da un sacco d’importanza alla propaganda.Ricetta che nel periodo breve funziona,ma alla lunga fa solo danni.Foto su foto,divise su divise,che alla fine servono e alimentono solo simpatie a circuito chiuso.A me hanno sempre insegnato che il bene lo si fa in silenzio,vedi incensazione della ditta o piu’ che regalano pasta a go-go.Esaltare,vedi anche campagna elettorale,Imprenditori,che,giustamente fanno il loro mestiere,creando naturalmente indotto,ma mirato al loro bilancio e profitto.Mai visto incensare un artigiano,un pendolare,un precario delle ns zone che onetamente porta avanti famiglie con mille difficolta’.Veramente,stiamo tornando indietro di lustri. I signori,no,magari,i RICCHI…ai quali tutti si prostrano,partendo dagli amministratori,che oltre all’economia controllano e asseervano politica.Auguri a tutti.
Luca
Vedendo le centinaia di curiosi che giravano tra i campi e boschi o in fila a comprare i panini la paura può essere motivata. Speriamo in bene.
Stalingrado
Lettera assolutamente legittima, però secondo me non vi siete documentati a sufficienza.
Intanto per quanto riguarda i percorsi specifici per i fuoristrada il Comune di Carpineti è stato uno dei primi a raggiungere un’ accordo col CER per individuare dei percorsi dove fare passare le moto e così tutelare gli altri( vi sarebbe bastato fare due passi a piedi per i boschi per notare tutta la segnaletica posata su dove sono permessi i passaggi e dove sono vietati). Per quanto riguarda la gara tutti i partecipanti sono obbligati al passaporto sanitario, gli accompagnatori nonchè chi ha lavorato all’ evento è stato sottoposto a tutte le procedure anti covid. Mi preme sottolineare che chi non usava la mascherina erano soprattutto i Carpinetani……
Per quanto riguarda la tartufaia della fola vorrei fare notare che il terreno ha un proprietario che aveva deliberato e che i tartufai pensavano solo al loro danno economico….(gli è anche stato offerto l’indennizzo sul fatturato dell’anno scorso ma si sa quanto fatturano i tartufai vero?), e che comunque raccolgono tartufi in terreni di altri……..
Che non vi piacciano le moto ci sta ma basta demonizzare sempre, potete avere anche voi tutte le occasioni che volete per poter sviluppare idee e progetti( se non mi sbaglio siete stati finanziati anche voi come 25a ora negli anni scorsi vero?) però dovete rimboccarvi le maniche proporre e coinvolgere la gente non solo criticare.
Per concludere se aveste parlato con i responsabili della federazione avreste scoperto che dietro ad una gara ci sono anche altri progetti spesso rivolti verso il territorio che la ospita, innanzitutto bisogna però parlare conoscersi e scendere dai piedistalli, potreste scoprire che chi è dall’altra parte in fondo non è assolutamente lontano dalla vostra linea di pensiero.
catto
Caro signor Catto, visto ch ci tira in ballo, ci teniamo a fare alcune precisazioni per la parte che ci riguarda.
1. La 25 Ora non si è candidata a nessuna elezione e non ha firmato la lettera che lei commenta. Ci sono due membri della nostra associazione in consiglio comunale, così come c’erano altri membri di altre associazioni nella lista che si è candidata. Crediamo sia normale, a Carpineti, visto il numero delle associazioni. Evitiamo di confondere i piani.
2. La 25a Ora non percepisce nessun contributo pubblico. Paga le strutture ogni volta che le usa, paga con i suoi soldi tutte le stampe e la promozione per i suoi eventi. Non utilizza nessun denaro pubblico, soltanto le entrate che derivano dal tesseramento annuale. A proposito di documentarsi a sufficienza. Abbiamo ovviamente rispettato le norme anti Covid e sospeso l’attività e, successivamente, ci siamo fermati per capire meglio come e con che accorgimenti proseguire la nostra attività. Come può vedere dalla nostra pagina Facebook.
3. Accettiamo l’invito a rimboccarci le maniche come qualsiasi suggerimento ci arrivi. Ma le ricordiamo che noi, come tutte le associazioni del territorio, facciamo cose. E che le cose accadono perchè si fanno, le facciamo noi, non ce le fanno gli altri. E, pensi, viene anche molta gente a vederle, quindi sul coinvolgimento delle persone direi che siamo già a buon punto. Più di cento tessere ogni anno lo testimoniano. A proposito di documentarsi a sufficienza, parte 2.
4. Non capiamo se la questione “non vi piacciono le moto” ci riguarda o no, ma le rispondiamo lo stesso. Non abbiamo nulla contro le moto, non abbiamo mai detto niente contro le moto.
La 25a Ora
Buongiorno Signor Catto, cerco di rispondere punto per punto alle sue osservazioni, anche se hanno poco a che fare con quello che c’è scritto nella nostra lettera aperta.
Parto dalla questione moto, che è una risposta che arriva in automatico, appena si tocca l’argomento. Si sbaglia, siamo talmente a favore delle moto che uno dei nostri consiglieri gestisce uno dei punti di ritrovo dei motociclisti più frequentato della provincia di Reggio. Fra i nostri candidati c’erano dei motociclisti, addirittura degli enduristi. Si figuri quanto siamo contrari.
Per altro la lettera dice chiaramente in più punti che non abbiamo niente contro le moto. C’è scritto con chiarezza che il problema non è la gara che si è tenuta, ma il momento e ci chiediamo se si poteva spostare di data (il calendario è stato ovviamente rimodulato per il Covid) e, nel caso, perchè non è stato fatto. C’è scritto anche che ci auguriamo che arrivi il mondiale. C’è scritto che vogliamo qualsiasi turismo e qualsiasi evento, basta che rispetti il territorio e chi ci abita. Si può fare, si fa in molte parti d’Italia. Lo abbiamo detto con chiarezza a Sindaco e vicesindaco di recente e ci siamo trovati tutti d’accordo. Venga chi vuole, ma venga rispettando noi, l’ambiente e le regole.
Sulla questione sentieri, di nuovo, abbiamo scritto una cosa diversa. Intanto lei chiude la questione al Comune di Carpineti, mentre la nostra lettera è inviata anche a Unione e Provincia e risponde, sul punto, alle osservazioni del presidente del parco di qualche giorno fa. Il punto è: se si decide che ci sono zone chiuse ai motori (e magari facciamone un censimento globale, per capire se sono corrette o vanno modificate), allora si predispongono dei controlli. Perchè molti di noi camminano e incontrano abbastanza spesso mezzi a motore su sentieri vietati. La questione è: mettere una regola senza verificare chi sgarra e sanzionarlo, non serve a niente. E crediamo che si debba essere pratici, altrimenti restano solo buoni propositi che non si traducono in nulla.
Sulla tartufaia. Lei ne fa un ragionamento puramente economico e di permessi. Hanno chiesto il permesso, quindi va bene. No, non va bene. Perchè il nostro territorio è grande e bastava spostarsi di poco, come gli stessi tartufai hanno spiegato, per evitare quello che è accaduto. Non si è fatto per tanti motivi. Ma il fatto che ci siano dei permessi non giustifica il risultato. E tutta la confusione che ne è derivata mette in evidenza che qualcosa non è andato proprio come doveva.
Sulla questione sanitaria. Non è Futuro Comune a dire per primo che si è corso un rischio. Lo dice il Sindaco di Carpineti la sera della gara. “Per un giudizio definitivo di opportunità bisognerà aspettare cosa succederà nelle prossime settimane”. Più chiaro di così. C’era un’ordinanza che obbligava alle mascherine nelle zone della gara. E poco importa chi non la portava. Il rischio c’è stato, non giriamoci intorno.
Un’ultima cosa. Partendo dal presupposto che il passaporto sanitario non esiste, esiste il tampone che vale fino al giorno in cui viene fatto, come abbiamo detto più di una volta a Sindaco e vicensindaco, i punti erano due: gli accompagnatori (tecnici e non) e il pubblico. La gara era “formalmente” a porte chiuse. In alcune situazioni molto formalmente. Il pubblico c’era eccome.
Grazie del confronto.
Patrick Fogli – Capogruppo di minoranza, Futuro Comune
Visto che siamo stati citati dal sig. Catto non posso esimermi nel rispondere e fare un po’ di chiarezza da quanto affermato dal medesimo. Sono Costi Lino e sono il presidente dell’associazione Tartufai Reggiani. Voglio partire facendo chiarezza su quanto successo nell’area interessata della Fola, dove è stata svolta una delle prove della competizione motociclistica di sabato e domenica scorsa. Siamo venuti a conoscenza solo alcuni giorni prima che una delle tappe della competizione in oggetto si sarebbe svolta in località la Fola, intersecando una delle tartufaie naturali più longeva e ancora produttiva in provincia, se non anche a livello regionale. L’area interessata risulta essere sia dai vecchi tartufai che dalle testimonianze storiche raccolte una delle prime zone produttive scoperte da quando nei nostri territori prese il via la pratica di andare alla ricerca di tartufi. Il suo micro-habitat, il suo ecosistema si è mantenuto inalterato per diversi decenni rendendola una delle zone vocate e produttive più famose e rinomate tra i tartufai, basta dire che ci sono tartufai che vengono dalla Romagna per venire a tartufi a Carpineti…! Detto ciò, abbiamo avvisato l’amministrazione di Carpineti, che prendendosi anche le proprie responsabilità ci ha messo in contatto con gli organizzatori dell’evento per trovare la miglior soluzione possibile. Preso atto che tutte le concessioni e permessi erano in regola abbiamo fatto un sopraluogo in loco con le varie parti coinvolte compresa l’amministrazione, dove si è cercato di trovare la migliore soluzione possibile cambiando per quel che era possibile alcuni tratti del percorso e dando le indicazioni più appropriate. Dico per quello che era possibile visto il poco lasso di tempo e fattibilità. Gli organizzatori sono stati collaborativi e hanno ripristinato il tutto (come concordato) il lunedì successivo mantenendo la parola data.
E questo lo può verificare anche dagli stessi organizzatori dell’evento.
Non voglio laccarmi le ferite o contare le cicatrici, non essendo noi ne i proprietari ne i gestori dell’area coinvolta, ma visto l’importanza dal punto storico e tartufigeno della zona, la fragilità e l’equilibrio di diversi fattori che si è creato negli anni, il nostro intento era solo di tutelarla, per preservare un prodotto spontaneo autoctono e non coltivabile come il Tuber Magnatum Pico (come poi previsto dalla legge quadro nazionale e regionale che regolamenta i tartufi).
Penso che quell’area , per le prossime attività o competizioni simili possa essere esclusa per la serie di motivi sopra citati, e su questo sia lo staff dell’organizzazione sia l’amministrazione hanno dato parere favorevole. Il comune di carpineti è grande, bello e virtuoso , penso che un altro comprensorio dove non si creano questi problemi non sia difficile trovarlo..
Inoltre tengo a precisare che il territorio “libero” deve essere fruibile e accessibile a tutti, essendo anche noi tartufai in primis nel praticare il nostro hobby su proprietà altrui (come da lei citato), e sempre nel rispetto delle regole e dell’ambiente.
Chiarito ciò, passiamo alle sue dichiarazioni: le rammento che con l’articolo 1, commi 692–699, L. 145/2018, viene introdotto un nuovo regime fiscale per le persone fisiche raccoglitori occasionali. Dunque Anche noi tartufai, al momento della cessione del prodotto a terzi emettiamo una ricevuta sia per quanto riguarda la tracciabilità (obbligatoria come tutti i prodotti alimentari) sia per una regolarizzazione fiscale prevista per legge. Aggiungo che tutti i commercianti di tartufo richiedo ad oggi questo documento (sia per regolarizzare il carico e scarico a magazzino sia per la tracciabilità del prodotto) e alla fine dell’anno emettono un CUD ad ogni cavatore che certifica quanto venduto e quanto ricavato. Sà signor Catto, poco o tanto che sia (e non lo abbiamo deciso noi) anche noi tartufai paghiamo le tasse!! Se vuole vedere le mie ricevute basta chiedere..
Le rispondo anche alla sua allusione: Il tartufo che interessa l’area citata ha uno stato giuridico definito “res nullis” ossia ‘cosa di nessuno’, o ‘di chi lo trova’. L’unico modo per avvalersi del diritto di proprietà di questo prezioso fungo è costituendo una tartufaia coltivata o controllata come previsto dalla legge quadro 752/85 e ribadito anche nella legge regionale della Regione Emilia-Romagna n.24 del 91 e la zona citata non rientra in nessuno dei due casi citati.
Visto signor Catto.. non siamo neanche dei ladri!!
Spero che la prossima volta, prima di fare certe dichiarazioni ci pensi, sono dell’idea che i problemi si risolvano parlandone, non facendo polemiche sterili su Facebook o Whatsapp (i commenti da bar lasciali al bar..)
Con simpatia
Costi Lino
(Presidente dell’Associazione Tartufai Reggiani)
P.s. guardi noi non abbiamo bisogno di nessun indennizzo, ma visto la sua generosità la invito a fare una donazione a qualsiasi ospedale che ha dovuto affrontare l’emergenza Covid.. li sono spesi meglio!
ASSOCIAZIONE TARTUFAI REGGIANI
Sono sincero, anche io all’inizio ero preoccupato Che potessero verificarsi possibili focolai Di COVID, poi quando ho visto come si sono comportati i motociclisti, e come e’ stato organizzato l’evento, mi sono ricreduto, hanno lavorato molto bene in tutti i sensi, sia come prevenzione virus che come rispetto dell’ambiente. Io sinceramente credo che la lettera dell’opposizione non sia altro che un mezzo per fare opposizione e questo non mi piace in quanto sono convinto che se dobbiamo fare qualcosa di utile al nostro paese lo si debba fare tutti assieme lasciando da parte i partiti e la politica. Perché chi fa deve essere sempre criticato dall’opposizione? Da ds a sx e viceversa. BASTA con gli schieramenti dovuti, cerchiamo da fare bene tutti assieme per Carpineti!
Max Carpineti
Lettere, risposte controdeduzioni sono lo specchio del peggio della nostra società. Partiamo da chi vuole proteggere Carpineti (sig. Fogli e le sue organizzazioni: 25 ora e lista) che non conosce il territorio e cosa è stato fatto (tracciatura sentieri e tabella enti accesso moto) o raccoglie un allarme che, chi vive quotidianamente il paese non ha rilevato (forse alcuni dei residui sostenitori?). Passiamo ai tartufi che , come se la gente avesse l’anello al naso vogliono passare per i maggiori contribuenti del paese anche se anche loro cercano di dare un contributo per l’ambiente anche il comune e grande e di tartufaie ce ne sono molte. Ma veniamo a Catto e Cocconcelli ( lato moto e organizzazione) se, come a mio parere è stato giusto fare la corsa – si poteva solo annullare… Senza vaccino non si potrebbe fare niente ma si morirebbe sani! – si è fatto l’impossibile x garantire la teorica sicurezza e rispetto dell’ambiente che è stato pulito ex ante ed ex post cosa che non visto mai fare in modo così puntuale e tempestivo. Un risultato lo potrei ottenere questa lettera inviata all’unione… Che manifestazioni di carattere nazionale o mondiale vengano dirottare in altre province togliendo anche quest’ultima possibilità di fare promozione al nostro territorio. Grazie Fogli! PS HO AVUTO L’OCCASIONE ( A DEBITA DISTANZA E CON MASCHERINA) di parlare con alcuni piloti e manager che non conoscevano il nostro appennino e ne sono rimasti entusiasti anche grazie alla perfetta organizzazione… Ps2 fra questi un campione del mondo e un pluri campione italiano. Facciamoci conoscere per questo e non per le continue e statiche polemiche.
Massimo Carpineti