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San Prospero, San Biagio, San Donnino, San Pietro, Onfiano, Pantano, Pianzano, Piago e Pontone
Vita parrocchiale dal 03 al 10 maggio 2020
DOMENICA 03 maggio | Quarta Domenica di Pasqua 57ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni Celebro la S. Messa alle ore 10.00 con don Villiam e le suore all’asilo | |
LUNEDI’ 04 maggio | Ogni giorno del mese di maggio prega con il S. Rosario S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo | |
MARTEDI’ 05 maggio | S. Messa ore 18,00 (libera intenzione) all’asilo | |
MERCOLEDI’ 06 maggio | S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo | |
GIOVEDI’ 07 maggio | S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo | |
VENERDI’ 08 maggio |
Supplica alla Madonna di Pompei S. Messa: ore 18.00 (libera intenzione) all’asilo | |
SABATO 09 maggio | S. Messa: ore 10.00 (libera intenzione) all’asilo | |
DOMENICA 10 maggio | Quinta Domenica di Pasqua Celebro la S. Messa alle ore 10.00 con don Villiam e le suore all’asilo |
MEDITAZIONE DOMENICALE. Io sono la porta della salvezza. La liturgia contempla il Risorto come pastore, colui che indica al gregge la via da percorrere, strada che presenta un tracciato fatto di passi da svolgere, come le tre letture mostrano. Nella prima lettura è sottolineato l’aspetto della conversione, la quale prende avvio dalla consapevolezza di aver commesso ciò che è male agli occhi di Dio. L’uomo deve salvaguardarsi dalla generazione malvagia che lo circonda, ricevendo il dono dello Spirito Santo attraverso il battesimo. La seconda lettura dice a che cosa si è chiamati affinché tale dono abbia davvero efficacia: sopportare con pazienza le sofferenze, come ha fatto il Cristo, paradigma per ogni uomo. Solo così sarà possibile essere veri e degni testimoni, graditi a Dio e capaci di vivere secondo giustizia, perché salvati dalle piaghe del Maestro: d’ora in avanti ogni anima avrà il suo pastore e custode. Il vangelo afferma che tutto ciò sarà davvero attuabile soltanto se verrà riconosciuto in modo definitivo Gesù come porta attraverso la quale ci verrà incontro la salvezza. Questo significa che una volta avvenuta la conversione, divenuto testimone degno di fede del Risorto, allora potrò compiere qualsiasi opera in nome e per conto del Cristo, ma solo passando attraverso la sua stessa persona, punto di riferimento e modello.
57ma GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI. “Datevi al meglio della vita!” Questo è il tema scelto per quest’anno, che è l’invito di Papa Francesco ai giovani che troviamo al numero 143 dell’Esortazione apostolica Christus vivit. La vocazione è così: mettersi alla ricerca del meglio della vita, intuirlo, riconoscerlo e decidersi a seguirlo! Il meglio della vita è quello a cui tutti aspiriamo, è il desiderio nascosto nel cuore, la voglia di vivere in ciò che ci rende felici… In questo particolare momento storico abbiamo bisogno di continuare a crederci e nutrire la nostra speranza. Vocazione porta con sé il sapore di una voce, quella del tuo nome pronunciato da chi ti ha voluto bene, dai tuoi amici, dalla persona di cui ti sei innamorato/a… Vocazione è una voce che viene dalla storia, dai luoghi, dai posti, dalle persone: Dio non parla da fuori ma dentro la realtà… la vocazione – come l’amore, la vita – è sempre per qualcun altro e insieme a qualcuno… La vocazione sorge come qualcosa che meraviglia, sorprende!... Il meglio della vita non è qualcosa ma qualcuno. Il meglio della vita è Gesù e dall’incontro con lui può sorgere per te una promessa che ti fa intuire il posto in cui poter danzare il tuo domani.
Carissimi ragazzi e giovani, potreste pregare cosi: Signore Gesù, seguire Te è far sbocciare sogni e prendere decisioni: è darsi al meglio della vita. Attiraci all’incontro con te e chiamaci a seguirti per ricevere da Te il regalo della vocazione: crescere, maturare e diventare dono per gli altri. La Vergine Maria, Madre di tutte le Vocazioni, ci guidi e ci protegga.
COME E’ NATO IL ROSARIO? Le origini dell’Ave Maria. Nei primi mille anni dell’era cristiana la preghiera più diffusa era il Padre Nostro (l’orazione che Gesù stesso ci ha insegnato), ma era molto recitato anche il Credo. L’Ave Maria, che oggi è la preghiera più popolare, ancora non esisteva. Solo a partire dal VII secolo, soprattutto in Avvento, a Natale e nella festa dell’Annunciazione, si trova traccia nella liturgia di alcune antifone che coincidono con la prima parte dell’attuale preghiera: “Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo seno Gesù”, che è la citazione del saluto dell’arcangelo Gabriele nell’episodio dell’Annunciazione e di quello di Elisabetta nella Visitazione nel vangelo di Luca. Occorre però aspettare oltre l’anno Mille perché quel testo diventi una vera e propria preghiera a sé stante, insegnata e recitata dai fedeli. Addirittura bisogna arrivare alla fine del Medioevo, tra il Trecento e Quattrocento, perché si stabilisca definitivamente il testo dell’Ave Maria che conosciamo oggi, completo della seconda parte in cui si invoca la Madonna come “Madre di Dio” e si chiede la sua intercessione per “noi peccatori”: “Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.” Tale testo completo è stato definitivamente ratificato dal papa San Pio V nel 1568 promulgando il Breviario romano. Dunque la preghiera dell’Ave Maria è nata solo di “recente”, se si considera la storia bimillenaria della Chiesa. Lo stesso si può dire del Rosario, le cui origini risalgono alla Chiesa antica ma che si è affermato nella forma odierna solo cinquecento anni fa. Secondo la tradizione, che semplifica in forma leggendaria la ricostruzione storica, il Rosario sarebbe stato consegnato direttamente dalla Madonna a San Domenico che lo chiamò “la corona di rose di Nostra Signora”. Secondo quanto si tramanda, Domenico all’inizio del XIII secolo si trovava a Tolosa, nel Sud-Ovest della Francia, per combattere l’eresia dei Catari. Lì il fondatore dei Domenicani ebbe una visione della Vergine Maria che gli additò il Rosario come la preghiera più efficace per combattere le eresie senza violenza. In tutte le apparizioni la Vergine Maria chiede la recita della preghiera del Rosario. Il grande Michelangelo Buonarroti, ben cosciente del valore straordinario che la fede popolare attribuiva al Rosario, nel Giudizio universale della Cappella Sistina pone nelle mani di un beato, in basso a sinistra, una corona del Rosario, alla quale si aggrappano le anime per essere trascinate in alto verso il Paradiso. Il significato simbolico è chiaro: con la preghiera del Rosario un’anima può trovare la salvezza. Maggio = Rosario!!
VI PROPONGO UNA BELLA RIFLESSIONE CHE UNA CARISSIMA AMICA DIVERSAMENTE ABILE, DELL’UNITALSI DI CARPI, MI HA INVIATO. SONO CERTO CHE CI AIUTERA’ A RIFLETTERE
“NON BASTA USCIRNE VIVI”. Dobbiamo uscirne migliori, altrimenti avrà davvero vinto il Coronavirus. “La nostra è la storia di una normalità perduta in un attimo. Solo qualche settimana fa la normalità ci teneva in ostaggio, eravamo vittime di un tempo che non ci lasciava quasi respirare. Ammettiamolo, quante volte nella nostra vita ci siamo messi in ascolto della cosa più semplice e normale del mondo, il nostro respiro? Oggi il virus attacca la nostra capacità di respirare, oggi respirare è il simbolo di tutte quelle azioni che fino a ieri compivamo senza accorgercene. È la mancanza che ci fa vivere più intensamente. Spesso un dolore ti sconvolge la prospettiva. Oggi, in questa emergenza, il virus ci sta privando della libertà e sta causando lutti in tantissime famiglie. Ci troviamo all’improvviso ad essere tutti disabili, costretti ad affrontare una barriera architettonica invisibile. Questa condizione non risparmia nessuno, non c’è differenza di età, di conto corrente, di religione, di etnia, di geografia. Il dolore negli ospedali, la sofferenza di morire in solitudine, la paura del contagio, il rischio di perdere il lavoro, l’incertezza per il futuro ci rendono tutti più vulnerabili, più fragili e umani. Questo tempo diventa così un’occasione per fare pace con il nostro orgoglio, con la presunzione di poter stare in piedi da soli, animati da una sorta di onnipotenza, con la pretesa di essere sempre all’altezza. Questo deserto può davvero compiere tante guarigioni del cuore, può diventare linfa vitale per una grande conversione, una via per arrivare all’essenziale, a ciò che conta davvero. Tutto dipende da noi ma la storia è nelle mani di Dio. In questi giorni la preghiera mi sta aiutando molto a cambiare lo sguardo anche su questa tragedia. Pregare non cambia la vita, ma ci cambia e ci aiuta a guardare a tutte queste morti, alle fatiche dei medici, degli infermieri come a un mezzo per salvare altre vite! Se tutto quello che stiamo vivendo non ci donerà un cuore nuovo, come quello di un bimbo, allora tutto sarà stato vano. La Pasqua, è carica di luce, di speranza per tutto il mondo, anche per chi non ha ancora conosciuto l’amore di Dio. Non significa che non ci sarà più pianto e morte, la realtà non cambierà, ma se vivremo bene questo tempo saremo cambiati noi, il nostro sguardo, il nostro atteggiamento, il nostro cuore. Vorrei invitarvi quindi, ancora una volta, alla preghiera, ad una relazione più profonda con il Signore perché quando incontri Lui non hai risolto un problema, hai risolto la vita. Un grazie speciale va a tutti i medici, gli infermieri e a tutto il personale paramedico perché senza essere supereroi hanno mostrato al mondo che con umanità è possibile fare cose grandi.
Marietta Di Sario
Gesù è il vero pastore, che entra dalla porta e che le pecore conoscono.
Ma è anche la porta delle pecore, e chi l’attraversa sarà salvato.
E’ diverso dai falsi pastori perché a differenza di essi che vengono per rubare e distruggere, lui viene per donare la vita in abbondanza.