Home Cronaca Una storia partigiana per il 25 aprile del 2020: il cambiamento dipende...

Una storia partigiana per il 25 aprile del 2020: il cambiamento dipende da noi

164
0

Riceviamo e pubblichiamo

-----------------------------------------

Un buon tè e tanti ricordi “Partigiani" di Irene Melloni

Irene Melloni

Oggi sorseggiando il tuo tè preferito mi chiedo cosa mi rimanga oggi di quel 1944 che ti ha cambiato la vita...una vecchia foto ingiallita di 3 amiche poco più che ventenni con bombe e mitra...partigiane combattenti..donne grandi e forti che credevano in un' Italia di libertà e di uguaglianza...

Purtroppo non ci sono più...Quest'anno per la terza volta nella mia vita non mi hai potuto raccontare nulla di quei tempi, nonna Piera “Gloria”, ma oggi è come se fossi qui con me sulla tua poltrona davanti al camino, con una tazza di tè Nero al Gelsomino, che ti piaceva tanto e, come ogni anno, mi raccontassi di quei tempi…
Come quella volta che salvaste l’aviatore inglese abbattuto da tedeschi sulle nostre montagne e di come lo abbiate curato e poi aiutato a fuggire, e che a fine guerra vi fece ringraziare su Radio Londra; o ancora di quella volta che, a Gatta, in inverno, sfuggisti, assieme ai tuoi compagni, ad un rastrellamento dei tedeschi, che erano vestiti di bianco per confondersi meglio con la neve, giù in Secchia e lo attraversaste con una teleferica; o della Battaglia della Sparavalle, cui partecipasti; o ancora di quando D’Artagnan ( Vinicio Melloni) un famoso partigiano combattente, passava in moto lungo i paesi facendo infuriare nazisti e fascisti; o di quando incrociasti lo sguardo di quel ragazzo, alla fermata della Corriera di Busana, che ti fece battere il cuore e che poi rincontrsti di nuovo lì su quella stessa fermata della corriera a guerra finita e che divenne mio nonno; o ancora delle tue amiche e compagne Kira ( Lisena Costi) e Barbara (Rita Maria Galassi) e del legame che c’era tra voi, a quanto mi dicevi, speciale fatto di affetto e solidarietà più forte, che le regole della clandestinità non riuscivano a nascondere, perché eravate tutte e tre di Cervarezza.

La partigiana Gloria 1° a sinistra

Vi chiederete a questo punto chi era mia nonna…
Pierina (detta Piera) Galassi nacque il 5 dicembre del 1922 a Cervarezza Terme, Ventasso R.E., frequentò l'Istituto Magistrale ed ottenne il Diploma di maestra nonostante la tirannia avversa. Cresciuta in una famiglia fortemente antifascista e angariata dai fascisti, fuggì in clandestinità, con il nome Gloria, operò come partigiana dal 4 Settembre 1944 al 25 Aprile 45 . Lavorò come staffetta, recando preziose informazioni nell’area di Busana, Cervarezza, Collagna, Ramiseto e Carpineti trasportando gli ordini alle formazioni Partigiane della zona, in particolare alla 144a Brigata.

- “Ma cosa voleva dire essere una staffetta partigiana nonna?”
- “Tesoro la definizione di “Staffette” è un poco riduttiva di quella che fu la partecipazione delle donne all'interno delle diverse formazioni di partigiani, trasportavamo a piedi o in bicicletta messaggi, informazioni dei direttivi, medicinali ma anche armi e munizioni, eravamo giovani, si pedalava o camminava, con pantaloni e scarponi, per chilometri, nel caldo nel freddo e nella neve, per queste nostre azioni abbiamo rischiato il carcere, la tortura, e anche la vita.”

- "Hai sempre fatto questo durante la guerra fino alla fine?”
- “Si! Ma poi negli ultimi mesi della guerra il comando unico mi incaricò di qualcosa di più che organizzare il lavoro della popolazione, dicevano che ero colta, ero Maestra e sapevo parlare bene, mi chiesero di fare educazione soprattutto formazione politica e civile perché tutti in particolare le donne nell'imminenza della futura Liberazione, dovevano imparare a sentirsi cittadini di un paese democratico, sono state tante le riunioni che organizzai nei comuni e nelle frazioni fu un vero e proprio lavoro di educazione alla democrazia ad esercitare diritto di voto soprattutto nei comuni sotto controllo delle forze Partigiane, ovvero Ramiseto Cerredolo dei Coppi in una parte di Ciano d'Enza. Si parlava di democrazia, di votazioni libere, di diritti e alle donne di emancipazione quest’ultime erano le riunioni più difficili, per fortuna molte volte con me c’era Teresa Vergalli, che come me seguiva questo progetto.

Nonna, dimmi, com’è stata la Liberazione, cosa hai provato quel giorno.. come l’hai vissuta??”
- “Era il 24 aprile del 1945, eravamo Vetto, partimmo a piedi poi un camion incontrato per strada ci diede un passaggio, eravamo tanti ragazzi e ragazze , avevamo combattuto insieme, siamo scesi verso Reggio Emilia città, per festeggiare insieme la libertà riconquistata e l’ingresso delle truppe Alleate. Mi ricordo che con altre ragazze ci eravamo fatte una camicetta con la seta recuperata da un paracadute di un aviatore alleato. Cosa provai? Felicità dopo tanto tempo.”
-
Ed ecco che il racconto giunge al termine, assieme alla tazza di tè, non ti è mai piaciuto molto raccontarmi di “quei tempi”, o meglio me ne parlavi ma a piccole dosi.. e come sempre finiti i racconti di “quel tempo” mi dicevi "Ricordati tesoro che bisogna mantenere la speranza che le cose cambino e l’Italia diventi davvero quello che abbiamo sognato perché il cambiamento dipende da noi.” ❤
Mai come oggi le tue parole sono attuali.

(Irene L. Melloni)