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Festa della Liberazione: un giorno di festa senza distinzione

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Come ricordare il 25 aprile in un momeno cosi' delicato della nostra storia? La pendemia in atto sta distogliendo la nostra attenzione da ogni altro evento ma il giorno della Liberazione è una data di importanza unica per tutto l'Appenino. Lo ricordiamo con il presidente Anpi di Carpineti Nunzio Ferrari

"La festa di oggi appartiene a tutti, è un giorno di festa perchè la resistenza e la liberazione diedero il via alla costituzione, i cui valori e principi fondamentali dicono che tutti gli uomini sono uguali senza distinzione di razze, di religione, di sesso. Tutti hanno diritto di accedere alla sanità pubblica, sia straniero sia un delinquente, tutti hanno diritto all'istruzione pubblica e lo stato deve rimuovere, qualora ci fossero, gli impedimenti.

Come ANPI Carpineti esprimiamo tutta la nostra solidarietà al comune di Cavriago, ai cittadini, alle cittadine e ai compagni dell'ANPI.

Io non penso che sia stata opera di nostalgici, ma penso che sia opera di idioti, fomentati anche da continue dichiarazioni e critiche sul 25 aprile anche da esponenti politici.

Chi definisce il 25 aprile una festa della sinistra è un ignorante che non conosce la storia. La liberazione è stata raggiunta grazie all'unione di tutti gli schieramenti che lottavano per la democrazia e sui monti a combattere e a morire c'erano tutti, dai liberali ai comunisti e non dobbiamo dimenticare il sacrificio di 191 preti, dei quali 158 trucidati dai nazisti e 33 dai fascisti di Salò, morti per donarci la libertà.

Dobbiamo essere grati a questi eroi che ci hanno consentito di nascere liberi, in uno stato libero e dobbiamo vigilare per salvaguardare la libertà e ai revisionisti che dicono che il 25 aprile è una festa divisiva, rispondo: SI! Il 25 aprile divide gli uomini liberi dai fascisti".

Presidente ANPI Carpineti Nunzio Ferrari

10 COMMENTS

    • Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il Fascismo è demagogico ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di culture, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto a indicare negli ‘altri’ le cause della sua impotenza o sconfitta. Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista. Non ama la natura, perché identifica la natura nella vita di campagna, cioè nella vita dei servi; ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell’arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale d’altronde non rispetta lui.
      Non ama l’amore, ma il possesso. Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l’ascesa al potere. Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des. È superstizioso, vuole essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o a fastidio degli altri. Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre.
      ENNIO FLAIANO, Don’t Forget, 1976 (Scritti postumi, Milano, Bompiani 1998)

      Andrea

      • Firma - Andrea
  1. Prima di essere ripreso per il lapsus,(avevo inteso “gli italiani si dividono in…” ) ,chiedo venia e approfitto per ricordare al Presidente Nunzio Ferrari che non solo i nazifascisti hanno ucciso preti, ma anche i partigiani comunisti non si sono risparmiati: 8 preti reggiani uccisi su 93 oltre al seminarista Rivi Rolando con l’assassinio del quale si è voluto eliminare anche il futuro della Chiesa.Giorgio

    Giorgio

    • Firma - Giorgio
  2. Penso anche io che il gesto di Cavriago si opera di idioti, ancora più grave dato che probabilmente non sanno neanche la tragedia portata dal segno che hanno tracciato.
    Detto ciò, sono in disaccordo con il presidente: ricordiamo anche solo Simonazzi “il solitario” e la sua vicenda esemplare del modo di intendere la liberazione di una parte del movimento partigiano. Inutile dire che è una festa su cui il vecchio PCI,.e l’attuale PD, han messo il cappello. Non basterebbero 3000 righe per una disamina più dettagliata. Certo, ora abbiamo problemi più importanti a cui pensare, per cui: buona festa del 25 Aprile, Presidente. Cordiali saluti.

    MA

    • Firma - MA
  3. È vero signor Ferrari. L’Italia è stata liberata da tutti. È stato quello che è accaduto dopo che ha fatto sì che la festa della liberazione sia risultata solo appannaggio della sinistra. Sarebbe bastato poco. Ammettere gli errori e le colpe reciproche, da una parte e dall’altra… Invece,e Lei non fa eccezione, la solita arroganza che taccia di ignoranti coloro che non la pensano come voi,ha contribuito a scavare il baratro.È vero, il fascismo fu un’aberrazione,avallata però da tutti, salvo poi professarsi antifascisti al cambiare del vento. È vero, è un’aberrazione l’uccisione di civili indifesi e di preti martiri. Una vergogna per il genere umano.Non sono però forse martiri anche i 130 preti uccisi dai partigiani e comunisti dal 1944 al 1950? In Italia esiste la storia di un massacro dimenticato, ed esiste un giornalista coraggioso di nome Roberto Beretta. Sono stati 130 i sacerdoti assassinati dai partigiani in questo paese tra il 1944 ed il 1951. Molti degli assassini sono ancora vivi, molti dei preti sono ancora insepolti. Ripeto per meglio chiarire: vi sono ancora dei corpi massacrati e lasciati marcire nelle campagne. Neantra questi il nostro conterraneo Beato Rolando Rivi…un adolescente.

    Gianni Bolzoni

    • Firma - Gianni Bolzoni
  4. Ottima analisi Gianni. Purtroppo il mio commento è finito per mio errore in altro articolo del cugino Settimo Baisi. Concordo sulla tua Lucida e e Reale Analisi storica di quel periodo storico. Signor Ferrari non si arroghi il diritto di dare degli Ignoranti a persone che esprimono CIVILMENTE i propri giudizi su un periodo storico buio in cui vennero perpetrate ignobili stragi di persone innocenti. Da parte dei fascisti e da parte dei partigiani. Ne’ fascista ma neppure comunista. Ecco io sono non allineato. La Mia Famiglia pago’un prezzo enorme allora. Due Figli Morti. Alfredo disperso in Russia. Pietro diciannovenne falciato dai nazisti a 20 anni 8 settembre 1943. Ignoro forse Tante cose da Lei Vissute. Ma ricordo benissimo la frase del suo capo Togliatti del 1951…nella criniera di un cavallo si possono annidare pidocchi. MAGNACUCCHI…. RICORDA? Anno 1951. Per Ricordarle il periodo storico a Firenze rischiarono il linciaggio per aver denunciato i crimini di Stalin. Valdo Magnani era il cugino della Iotti Nilde. RIFLETTA prima di dare Dell’ignorante a Persone che Civilmente esprimono le Loro Opinioni. Alfredo Baisi

    Alfredo Baisi

    • Firma - Alfredo Baisi
  5. C’è chi ha scorto, nei mesi ed anni che seguirono all’8 settembre 1943, una triplice lotta, l’una di segno patriottico e volta a liberare il Paese dal giogo straniero, e alla quale partecipò una pluralità di resistenti, di varia fede politica, e una seconda che si tradusse invece in guerra civile, ossia una questione interna tra oppositori e sostenitori del regime.

    La terza si configurò poi come lotta di classe, tanto che ebbe a protrarsi anche dopo la fine del conflitto, vedi il cosiddetto “triangolo della morte”, e dove questa lotta fu particolarmente acuta lasciò profonde spaccature sociali, difficilmente ricomponibili, almeno fino a quando qualcuno non riuscirà a ricucire in qualche modo le opposte ragioni.

    Non si tratta quindi di revisionisti cui rispondere che “il 25 aprile divide gli uomini liberi dai fascisti”, come concludono queste righe del Presidente ANPI di Carpineti, ma la questione è forse più complessa, e risale verosimilmente anche a quella lotta di classe, allorché si fece passare come nemico pure chi apparteneva al ceto sociale che si voleva colpire (potremmo dire che la “distinzione” prese avvio da allora).

    P.B. 26.04.2020

    P.B.

    • Firma - P.B.
  6. Se non erro, stando almeno a quanto è dato di leggere riguardo al testo trascritto da Andrea, il finale qui riportato manca di alcune altre parole, ossia “Le madri sono generalmente fasciste”, un assunto che sembra avere il sapore del paradosso, quantomeno a prima vista, e circa l’inizio, ovvero “Il Fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni …..”, io non so se fosse allora riferito, in particolare ed in modo disincantato, ai non pochi che si dissociarono dal Regime solo all’ultimo momento, ma se tali frasi rappresentassero l’effettiva realtà delle cose, anche per i giorni nostri o vi andassero comunque vicino, sarebbero verosimilmente in non molti ad aver titolo per definirsi “antifascisti”.

    P.B. 26.04.2020

    P.B.

    • Firma - P.B.