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La scuola per i più piccoli ai tempi del covid-19

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Il momento che attraversiamo è drammatico e difficile, ne siamo tutti consapevoli. Questa nostra stessa assemblea ha dovuto ricorrere a misure di sicurezza senza alcun dubbio necessarie.(…). Ci sono nel nostro paese grandi risorse morali che è nostro compito far dispiegare.” (Nilde Iotti).

Nilde Iotti, all'anagrafe Leonilde Iotti (Reggio nell'Emilia, 10 aprile 1920 – Poli, 4 dicembre 1999), è stata una politica italiana, prima donna nella storia dell'Italia repubblicana a ricoprire la presidenza della Camera dei deputati, dando un forte contributo alla stesura della Costituzione.

Il pensiero di una tra le più note figure della politica italiana, di cui ricorre il centenario della sua nascita proprio in questi giorni, può essere collegato alla situazione attuale di emergenza che il nostro Paese sta affrontando e che ha richiesto misure riorganizzative senza precedenti in tutti i settori: sociali, lavorativi e culturali. La sospensione dei servizi educativi per i bambini da zero a sei anni causata dal Covid 19 ha generato una situazione difficile, per i bambini e le bambine, i genitori, per gli insegnanti e le insegnanti, alimentando un senso d’instabilità, d’insicurezza e generando un cambiamento del ciclo del tempo, della giornata, della settimana…

Frequentare il nido e la scuola scandisce un ritmo alla vita di bambini e adulti e contribuisce a consolidare l’appartenenza a una comunità.
La scuola è il luogo fondamentale della vita sociale, spazio di partecipazione, di dialogo e ascolto, ambiente in cui bambini e adulti insieme co-costruiscono conoscenza, identità, cultura. Il Ministero della Pubblica Istruzione nell’arco di pochi giorni ha attivato modalità di didattica a distanza
per i bambini e i ragazzi dai 6 anni in su, per continuare, come si legge nel documento ufficiale del MIUR, “a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola, per mantenere viva la comunità di classe e il senso di appartenenza”.

Le istituzioni scolastiche statali, sempre secondo il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, non devono richiedere il consenso per effettuare il trattamento dei dati personali, in quanto già rilasciato al momento dell’iscrizione: il personale docente ha colto quindi questa nuova sfida attivando fin da subito nuovi strumenti didattici che hanno richiesto, come sostengono molti insegnanti, un’energia maggiore della didattica in presenza.Un’ assenza che ha imposto anche agli inseganti dei nidi e delle scuole dell’infanzia di pensare a nuove modalità per mantenere legami, contatti, relazioni, anche se per queste istituzioni i vincoli sulla protezione e sul trattamento dei dati personali sono rafforzati e devono essere regolamentati in maniera differente.
Alla luce di queste considerazioni ci si chiede come affrontare questa emergenza con i bambini più piccoli? Come la scuola può costruire appuntamenti a distanza con i bambini e le famiglie? Come attivare una comunicazione su un piano emozionale e contenutistico che possa divenire luogo di apprendimento e non solo di mera fruizione? Quali sistemi utilizzare per far si che la privacy dei minori sia tutelata?

Molti educatori, nonostante l’assenza forzata dal lavoro imposta dall’emergenza sanitaria, hanno continuato a mantenere contatti in maniera del tutto volontaria con i bambini e le famiglie , cercando nel mentre di pensare a progetti di comunicazione digitale il più prossimali possibili ai propri genitori e bambini.
Molte piattaforme e siti web creati per fronteggiare la condizione attuale sono colmi di proposte didattiche trasmissive, basate più su un’esecuzione passiva che su una vera dimensione esperienziale, che non deve dimenticare l’aspetto della cura, dell’esplorazione, della relazione, dove
diviene necessaria la mediazione dell’adulto.

Ed è su questo aspetto che gli educatori e gli insegnanti stanno lavorando rispetto ai progetti e alle idee per sperimentare nuove forme di incontro tra scuola e famiglia. C’è bisogno di ascolto oggi: c’è la necessità di sentire i genitori, le loro emozioni, paure, aspettative e ripartire da lì, per mantenere vivo il filo delle relazioni e continuare ad alimentare un sentimento di
appartenenza alla comunità scolastica.

Questa emergenza può rappresentare l’occasione di riaffermare ancora una volta, anche se a distanza, il valore dei nidi e delle scuole come luoghi apprendimenti e relazioni, di cultura, di cittadinanza, di circolarità di idee, di saperi di adulti e bambini.

(Giulia Ovi)