Riceviamo e pubblichiamo.
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La questione sollevatasi tra Maggiani ed i cittadini di Talada è stato motivo di interrogazione il 21 sera nel Consiglio comunale di Busana. Di concerto l'Amministrazione ha deciso di invitare il giornalista a trascorrere nei nostri borghi una giornata per aggiornarsi sulla situazione e riconciliarsi con i montanari che si reputano offesi dal suo articolo apparso sul Secolo XIX di Genova. Il Maggiani infatti ha parlato, a mio avviso, del passato remoto, del trapassato remoto ed ha omesso di parlare del presente di Talada, borgo ridente e rinnovato che non dimentica e non rinnega il suo passato agricolo pastorale. Da una apparente offesa e da una reazione può NASCERE UNA RICONCILIAZIONE E SOPRATTUTTO UN INCONTRO CHE PUÒ DARE BUONI FRUTTI PER LA VISIBILITÀ E LA RECLAMIZZAZIONE, QUESTA VOLTA REALE, ATTUALE E COMPLETA DEL BORGO CHE TUTTI NOI AMIAMO, DIFENDIAMO E CUSTODIAMO GELOSAMENTE. Aspettiamo con trepidazioni la venuta del noto giornalista per un incontro ove la cultura antropologica della montagna deve emergere a forti tinte come seppe Pietro da Talada affermare i suoi magnifici dipinti con le tinte tratte dalla sua terra.
Altro problema discusso è stata la sicurezza dei borghi ove il villeggiante deve poter circolare senza preoccupazione di essere aggredito da cani randagi o dover fare carambole per evitare le eiezioni degli stessi. Il sindaco, infatti, emanerà una lettera di invito alla collaborazione ai proprietari dei cani registrati accompagnata dall'ordinanza che sarà affissa nelle bacheche dei borghi. E' ormai estate ed è doveroso che il nostro senso civico prevalga e contribuiamo a rendere accogliente, sicuro, pulito il nostro comune che non deve essere secondo a nessun altro paese di montagna.
(Bruno Tozzi, consigliere di "Montagna alternativa" del Comune di Busana)
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Correlati:
- Maurizio Maggiani sul Secolo XIX di oggi scrive di Pietro da Talada. LA RIVOLTA DEI LETTORI (14 giugno 2010)
Da Talada a Barga e ritorno
@CAl tempo dei tempi
avanti il Mille
i Barghigiani
campavano rosicchiando
castagne
e fecero il Duomo. Dicevano:
in casa mia ch’io salti da
un travicello all’altro:
benedetta libertà!
ma il Duomo
ha da essere grande
col più bel pulpito di marmo
che si possa vedere
Dicevano:
piccolo il mio, grande il nostro!#C
(G. Pascoli)
Possono essere utili alla riflessione queste parole di Pascoli? Certo rosicchiar castagne non è calpestar…, ma Pascoli ha scritto nel 1900 quando i contadini nelle stalle declamavano e ascoltavano i classici senza essere disturbati da quello che scorreva in tal guril; Maggiani ha scritto nel 2010 facendo proprio un linguaggio molto in uso nel nostro tempo, quando molti (pare) ascoltano soprattutto una certa televisione… ma la sostanza non mi sembra poi così diversa…
(Anna)
Lasciamo a Maggiani il palcoscenico della grande cultura…
Non sono per nulla interessato al tema posto da questo scrittore e nemmeno ritengo sia giusto invitarlo a Busana. La cultura vera non sta solo nella pennna di chi scrive ma va scoperta guardando dentro le cose, dentro ai costumi, alle abitudini che la gente ha maturato vivendo anche in condizioni difficili e per tanti anni una vita comunitaria coesa, forte, solidale e coraggiosa. Per queste ragioni al centro di tutto metto la cultura del luogo che nel tempo ha permesso alla società locale di vivere e costruire in modo coraggioso un futuro per i posteri. Non si tratta quindi di attivare forme di rappacificazione con alcuno. Dobbiamo invece esaltare la nostre origini, gli atti coraggiosi fatti da chi nel territorio ha speso la sua vita e ha lasciato opere ben visibili anche di carattere eucativo e letterario (penso a T. Romei Correggi e ai tanti maestri elementari che hanno contrubuito alla vera crescita culturale della montagna). A questi va riconosciuto merito e valore. Il resto fa parte di una cultura mediatica che forse serve solo a vendere più libri, di basso valore letterario e ad alimentare un decadimento culturale certo per tutti, mass media compresi. Molti affermano che sono fatti culturali importanti anche le telenovele, i reality televisivi. Voglio continuare a credere che la maggioranza della gente la pensi diversamente e che sappia distinguere tra la cultura vera e la cultura di MAGGIANI.
(Marino Friggeri)