Riceviamo e pubblichiamo
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Un'attenta riflessione sull'importanza di indossare le protezioni individuali ancora sottostimate dalla maggior parte, ma soprattutto l'importanza di metterle a disposizione per chi ne ha più bisogno, i lavoratori. Dilva Attolini ci ricorda che: "il primo punto all'ordine del giorno è evitare il contagio, il secondo punto è lavorare per la nostra dignità. Per lavorare occorre essere ben protetti, come astronauti leggeri".
PROTEZIONE
Questa notte ho pianto. Siccome mi piace scrivere, mi piace anche commuovere. Potevo non dire degli occhi lucidi, ma ciò che più piangeva era il cuore. E’ un periodo troppo difficile. Soprattutto perché non se ne vede la fine.
Ho provato un dolore immenso, ieri, quando ho letto della chiusura momentanea della Max Mara. Si parla di 2000 persone che con una professionalità tra le più alte del mondo, fermano le loro mani. E ho pensato ad Armani che nella sua Milano si è messo a cucire mascherine, camici e tute.
Sono impreparata e inesperta, un po’ sognatrice forse, ma sono alcuni giorni che mi sto interrogando sul futuro, soprattutto sulla ripresa del lavoro, per non ritrovarci sul lastrico. Basta poco per finirci. Non c’è nessuno che ne parli, che dia qualche rassicurazione, che indichi possibili strade da seguire. Senza lavoro si muore in un altro modo.
L’unica via d’uscita forse è nella protezione, come avviene negli ospedali, ( medici e infermieri, beninteso, di materiali ne devono avere in abbondanza e prima di tutti), protezione che deve essere stringente anche per i lavoratori, a modello dei cavalieri medievali, degli astronauti, bardati dalla testa ai piedi, solo con abbigliamenti più leggeri, ovviamente. Oltre a mantenere le distanze e a lavarci le mani, dobbiamo imparare a proteggere benissimo il corpo di chi lavora, con mascherine e materiali adatti e lavabili la sera in candeggina.
Mi piace pensarla così, ma non sono esperta di abbigliamento protettivo. Comunque prevedere il bisogno per non arrivare impreparati come con le mascherine, che occorreva metterle subito in produzione, per averne tante, tante, da riempire i cassetti. Io non ne ho ancora avuta una a più di un mese dall’emergenza. Me la sono fabbricata con tovaglioli di cotone, ripiegati a fisarmonica, che poi lavo in candeggina. E’ indispensabile averla. Dopo un’ora che la tengo, diventa umida, bagnata. Se non l’avessi dove vanno a finire le goccioline del mio naso e della mia bocca?
Nel caso di virus, non è difficile immaginarne le conseguenze. La mascherina preserva gli altri. C’è da dire che la mascherina preserva anche noi stessi. Quando siamo fuori a fare la spesa ci impedisce di mettere le mani in bocca e nel naso. Dobbiamo prepararci a un nuovo futuro. Secondo me, quello che ora si sta facendo con le mascherine, deve essere fatto con tutte le altre protezioni, camici, tute, guanti, sovrascarpe, caschetti con visiere trasparenti.
Non possiamo farci trovare ancora una volta impreparati, dobbiamo prevedere e prevenire. Dobbiamo fare presto, prima che sia troppo tardi. Non abbiamo più tempo. Impareremo a vestirci in modo diverso. Ecco perché provo dolore per le mani esperte di 2000 persone, nude e ferme. Tutte le ditte di abbigliamento hanno una grande esperienza e potrebbero inondarci di camici e tute, da comperare, non da regalare, per averne in abbondanza, perché il primo punto all’ordine del giorno è EVITARE IL CONTAGIO, il secondo punto è LAVORARE PER LA NOSTRA DIGNITÀ’. Per lavorare occorre essere ben protetti, come astronauti leggeri.
Chiedo scusa e porgo distinti saluti
Dilva Attolini
Cara Dilva, sono settimane che lo dico e che mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia emesso ordinanze, anche solo comunali, che vietano di uscire e andare a fare la spesa senza una minima protezione per le mani e per la bocca. Perchè vede Dilva, il succo è proprio questo: se io proteggo te perchè mi riparo la bocca, anche solo con una mascherina di cotone per evitare di disperdere le mie goccioline, così come mi metto i guanti per non infettare quell’oggetto che toccherai anche tu, tu devi proteggere me perchè fai la stessa cosa. E’ una cosa così semplice, così banale. Ma le cose semplici e banali, che sono poi le più efficaci, sono spesso prese “sotto gamba”. Mi fa piacere che abbiano pubblicato questa sua bella esternazione perchè, se non ci pensa chi le ordinanze dovrebbe emetterle, speriamo che ci pensino i cittadini di buon senso e con senso civico. Glielo dice una che, non trovando le mascherine in farmacia, se l’è fatta da sola e con tanti strati e così pesanti che andare a fare la spesa è un supplizio.
MB
Cara Dilva mi unisco a te e al tuo sapere come sempre.
Proviamo a gridarlo forte affinché qualcuno
ascolti questo grido di aiuto lanciato da una persona
anziana e forse per questo, consapevole di ciò che accadrà dopo.
EldaZannini