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La lettera “Il Coronavirus e noi italiani”

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In questi giorni dove il Coronavirus la sta facendo da padrone, ci accorgiamo del pregevole lavoro dei medici, degli infermieri, ma non solo, io aggiungerei anche di tutto il personale nel suo insieme che opera incessantemente in ambito ospedaliero.

Visto che siamo costretti a rimanere in casa per il Coronavirus, concedetemi uno sfogo che non riguarda l’ambito ospedaliero ma l’Italia e noi italiani in genere.

Sono già da tempo in pensione. Ho svolto la mia attività lavorativa in una ditta genovese che costruiva gruppi statici di continuità; che sono quelle apparecchiature che vengono utilizzate in quei sistemi dove non deve mai mancare l’alimentazione. Trovano la loro collocazione in impianti a terra, oppure a bordo di navi. La sede di lavoro era Genova, però ogni tanto e a volte anche spesso, pur essendo un semplice perito elettrotecnico ero costretto a recarmi all’estero; per lo più in  paesi arabi.

Trovandomi fuori dall’Italia, quando  capitava di avere tra le mani un quotidiano locale, la prima cosa che facevo era quelle di vedere se c’era qualche trafiletto che riguardasse il nostro paese.

Normalmente, purtroppo, per la maggioranza dei casi gli articoli in questioni riguardavano questioni di secondo ordine, o addirittura pettegolezzi.

Mi dicevo con  me stesso: ma possibile che ci dobbiamo fare conoscere all’estero sotto questa luce e non in quella che è la parte migliore dell’Italia? Eppure  l’Italia a quei tempi (ora non so), aveva progetti e imprese molto quotate all’estero. Non cito di proposito il nome di una impresa piuttosto che un’altra per non fare torto a nessuno, ma vi posso garantire che erano tante. Che piacere quando si arrivava in un aeroporto fuori dall’Italia, vedere la scritta a caratteri cubitali, che pubblicizzava una grossa azienda italiana.

Vorrei raccontare un episodio che risale attorno agli anni ottanta. La Fincantieri di Monfalcone (Trieste), che da molti anni costruisce navi (e ha insegnato al mondo come costruirle), a quei tempi aveva costruito una nave da crociera che a detta degli esperti era il top del momento. Tutto progetto italiano!

Un corrispondente di un quotidiano inglese, presente al varo della nave che si svolse a Trieste, disse, testuale frase: “se questa nave fosse stata costruita e progettata in Inghilterra tutto il mondo ne sarebbe a conoscenza”. In Italia invece, molto probabilmente lo sapevano solo gli addetti ai lavori e pochi altri.  Qualcuno potrebbe chiedersi: cosa centra tutto questo? Semplicemente per mostrare praticamente alcuni aspetti di noi italiani.

Per ritornare ai paesi arabi, che come dicevo sono i paesi che maggiormente ho visitato, adesso sta andando di moda il turismo negli emirati arabi o paesi limitrofi. Dove ci sono lussuosissimi alberghi con piscine, grandi spazi all’interno per le varie attività e con tutti i confort  del caso. Uscendo dall’hotel tranne uno o dei mesi invernali, un caldo insopportabile. Una passeggiata all’aria aperta è pressoché impossibile. Il verde? Da distante sembra bello ma poi avvicinandoti ti accorgi che è plastica colorata.

Con questo cosa voglio dire? Io non sono affatto contrario al turismo in questi paesi, ognuno è libero di fare le proprie scelte,  ma noi italiani ci accorgiamo della bellezza naturale di qualsiasi angolo dell’Italia che il buon Dio ci ha donato gratuitamente, in cui possiamo vivere e abitare?

Lasciatemi esprimere ancora un altro pensiero in merito a questi paesi (arabi), dove purtroppo la stragrande maggioranza sono sistemi totalitari e la democrazia è inesistente. Gli occidentali sono rispettati per ovvie ragioni (importiamo la tecnologia, esportiamo materie prime ecc… ecc…) ma la cosi detta manovalanza (che noi impropriamente a mio avviso la definiamo) “terzo mondo”, sono semplicemente dei numeri. Questo per affermare ancora una volta che i sistemi totalitari indipendentemente dal colore la sostanza non cambia. Tra i paesi visitati sono stato anche in Cina che ritornando al problema del Coronavirus molto probabilmente come si sta dimostrando, è più facile combatterlo che in un sistema democratico. Ma probabilmente forse è l’unico vantaggio.  E’ anche pure vero che dobbiamo dire  il nostro grazie a questi paesi, perché anche noi italiani facciamo il nostro business.

Scusate,vorrei dire tante altre cose ma mi accorgo che mi sto allungando troppo e in modo pasticciato.

Per concludere, in questo particolare momento credo che ognuno di noi dovrebbe avere fiducia e ringraziare tutto il personale medico, infermieristico e ospedaliero che stanno operando giorno e notte per la nostra salute e aggiungerei, anche questo è un altro aspetto di noi italiani.  L’altruismo italiano ci è riconosciuto in tutto il mondo. Alcune associazioni locali (che non menziono) lo dimostrano.

 

PS

Oltre che confidare nel personale medico ospedaliero, che sta facendo l’impossibile, per combattere il Coronavirus, per chi lo può fare e lo vuole fare abbiamo sempre la possibilità attraverso la preghiera di rivolgersi al nostro e unico Padre. Che  è Padre di tutti gli umani, senza distinzione.

Intendiamoci, citando alcuni aspetti di noi italiani, per non essere frainteso non intendo dire: “prima gli italiani!”.

 

(Valdo Bianchi)