Questa rubrica vuole essere un luogo di spunti per stimolare una riflessione corale e collettiva su temi di attualità. L’idea è quella di partire dal nostro territorio verso cerchi più ampi, o vice versa ascoltare gli echi lontani e portarceli vicini.
(Ameya Canovi *)
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Ci sono varie forme di abusi che sono agiti e subiti. A partire da quelli contro se stessi.
Sui social si riscontrano vere e proprie ondate di energia pro o contro qualcosa.
Il tema attuale è la violenza sulle donne.
Occorre fare educazione affettiva ai genitori, ai bambini maschi e femmine indistintamente.
Quando si arriva a scuola è già tardi se si cresce respirando abusi.
La violenza, va ricordato, non è solo quella gravissima fisica, sessuale. Esiste un clima di violenza psicologica, verbale, emotiva, economica in cui spesso si vive e si crescono i propri figli. La violenza, tutta, è figlia di una cultura che non ha cura, che non rispetta e non protegge. L’aggressività nata dalla frustrazione di non saper gestire i no, i fallimenti, le frustrazioni, viene proiettata, vomitata all’esterno.
Testi di canzoni e gergo colloquiale autorizzano il propagarsi di queste forme di pensiero, sdoganandole sotto occhi distratti, in un panorama sornione che “va bene tutto, siamo moderni, si può tutto. Faccio quel che mi pareeeee.”
Dal mio punto di vista come psicologa, ciò di cui urge ANCHE parlare è la violenza che si professa su se stessi.
È altrettanto grave. Perché la violenza agita o tollerata nasce da un disamore e un disrispetto di sé.
Se abbiamo confini sani, se sappiamo riconoscere l’amore vero, che NON è gelosia, se sappiamo coltivare una sana autostima forse ci saranno là fuori meno persone che aggrediscono il mondo e se stesse con un furore bieco derivato dal non voler sentirsi impotenti e invisibili.
E ricordiamoci che non è aggredendo che si guarisce l’aggressività. Non è urlando odio verso gli odiatori che eleviamo il nostro pensiero. Ma prendendo distanza e creando sicurezza e bellezza. Altrimenti annegheremo in un mare di rabbia sterile. Responsabilità per ciò che diciamo, agiamo, tolleriamo. Senza mai dimenticare in quale frequenza vogliamo vibrare. Coerenza, determinazione e amorevolezza vincono più delle urla sguaiate e piene di ira e frustrazione
#ditroppoamore #violenza #abusi
*Ameya Gabriella Canovi è PhD, docente e psicologa, si occupa di relazioni e dipendenze affettive. Da poco ha terminato un dottorato di ricerca in ambito della psicologia dell’educazione studiando le emozioni in classe. Ha un sito e una pagina Facebook “Di troppo amore”.