Le donne in gravidanza e senza alcuna complicazione potranno tornare a partorire nei punti nascita montani dell’Emilia-Romagna dove attualmente l’attività è stata sospesa. Lo comunica la Regione Emilia Romagna che ha infatti predisposto un protocollo sperimentale da inviare al ministero della Salute che prevede il rapido avvio di un percorso – protetto e sicuro – per consentire a un largo campione di donne, su base volontaria,di partorire nei quattro punti nascita di montagna. Il ministero sarà chiamato ad esprimersi entro 60 giorni.
È quanto emerso ieri, durante il primo incontro - dopo il via libera annunciato dal ministro per la Salute - del percorso istituzionale per la riapertura dei punti nascita negli ospedali di Alto Reno Terme (Bo), Pavullo nel Frignano (Mo), Castelnuovo ne’ Monti (Re) e Borgo Val di Taro (Pr). Presenti la sottosegretaria di Stato alla Salute, Sandra Zampa, il presidente della Regione, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, e i sindaci dei Comuni interessati: Giuseppe Nanni (Alto Reno Terme), Luciano Biolchini (Pavullo nel Frignano), Enrico Bini (Castelnuovo ne’ Monti), Diego Rossi (Borgo Val di Taro).
"Per garantire la sicurezza delle mamme, dei nascituri e degli operatori sanitari, potranno accedere al protocollo donne senza precedenti di gravidanze complicate, gravidanze a rischio, complicanze post partum materno-infantili; donne con gravidanze fisiologiche fino al termine e controlli in gravidanza espletati", spiega la Regione. "Le donne incinte verranno inserite nel protocollo su base volontaria e saranno assistite nella funzione del parto localmente, nei quattro punti nascita della montagna. Verrà effettuato un confronto costante con i parti espletati in centri tutt’ora in funzione, tenendo come riferimento le partorienti che presentano le stesse caratteristiche descritte per l’inserimento nel protocollo sperimentale". Condivisione da parte dei sindaci, che hanno espresso soddisfazione per la proposta presentata.
In serata giunge puntuale una seconda nota del Comitato Salviamo le Cicogne di Montagna: "Prendiamo atto che la Regione Emilia Romagna ha finalmente deciso di cambiare rotta smettendo la melina dei parametri che da oltre un anno usava e che ancora il 13 gennaio presentava come novità. Il progetto sperimentale che la Regione si impegna a fare approvare in 60 giorni dal Ministero responsabilizza il Ministero, la Regione, i partiti della maggioranza governativa a dare una soluzione. E dall'ottobre del 2017 che lottiamo per stanare tutti dalla loro facile posizione di scaricabarile. Sarà ancora una volta una presa in giro come la precedente richiesta di deroga? Ancora una volta useranno i medici per fare fallire tutto? Non lo sappiamo. Di certo i precedenti non depongono a favore e il sapore elettoralistico a quattro giorni dal voto c'è tutto. Potevano farlo prima se volevano essere credibili. Comunque sia Bonaccini si è schiodato dal suo arrocco e si prende la responsabilità dell'iniziativa. Sappia, lui e chiunque vincerà le elezioni, che le Cicogne non voleranno via, e continueranno con la stessa fermezza di sempre a richiamare al proprio dovere istituzioni e partiti, affinché le donne e la montagna abbiano voce, godano dei diritti previsti per tutti i cittadini e ritornino a vivere e dar vita in piena sicurezza".
"Restiamo in volo!" concludono.
AGGIORNAMENTO: la soddisfazione e i ringraziamenti del sindaco Bini
Il sindaco di Castelnovo ne' Monti e Presidente dell'Unione Appennino Enrico Bini interviene sull'incontro avvenuto mercoledì con il presidente della Regione Stefano Bonaccini, l'Assessore alla Salute dell'Emilia-Romagna Sergio Venturi e i sindaci di Alto Reno Terme (Bo), Pavullo nel Frignano (Mo) e Borgo Val di Taro (Pr), in cui è stato annunciato l'avvio di un protocollo sperimentale per arrivare alla riapertura dei punti nascita in Appennino, al quale il ministero risponderà entro 60 giorni.
Spiega Bini: “Il protocollo è già stato anticipato al Ministero ed è frutto del dialogo che si è aperto tra la Regione e il Ministro Speranza. Di fatto c'è la possibilità estremamente concreta che entro 60 giorni, probabilmente meno visto che l'approvazione da parte del Ministero potrebbe essere più rapida, ci sia una ripresa nell'attività del punto nascite dell'Ospedale Sant'Anna. L'annuncio di ieri ha ovviamente avuto una forte risonanza e ha anche sollevato qualche polemica per le tempistiche: mi permetto solo di sottolineare che su questo tema si sta lavorando da molto tempo, anzi l'idea di un progetto sperimentale per i Punti nascita dell'Appennino l'avevamo avanzata fin dal 2018. Nonostante allora sia stata criticata, quando non irrisa, perchè “poco concreta”, si è rivelata finora l'unica praticabile. Aggiungo che un canale di dialogo diretto tra la Regione e il Ministero della Salute si è aperto fattivamente solo in tempi recenti, grazie alla disponibilità del Ministro Roberto Speranza. Gli ultimi mesi, prima dell'incontro di ieri, hanno visto in novembre la visita di alcuni amministratori dell'Unione Appennino a Roma al Ministero della Salute, per capire gli orientamenti del Governo da poco in carica, la visita a Castelnovo ne' Monti del viceministro Pierpaolo Sileri che ha attivato una serie di contatti tra il Ministero e la Regione Emilia-Romagna, e l'incontro con il Ministro Speranza a Reggio il 13 gennaio insieme al Sindaco di Villa Minozzo Elio Ivo Sassi, il sindaco di Carpineti e Vicepresidente dell'Unione Tiziano Borghi, il vicesindaco di Vetto Aronne Ruffini, il dottor Mario Attolini, la dottoressa Clara Domenichini, la consigliera comunale di Castelnovo ne' Monti Erica Spadaccini”.
Conclude Bini: “C'è chi ha derubricato l'annuncio di ieri a semplice spot da campagna elettorale: personalmente quello che mi preme è il risultato che vogliamo raggiungere, e che ora appare a portata di mano. Di questo dovremmo essere tutti soddisfatti, evitando divisioni e polemiche. Ringrazio il ministro Speranza e la Regione, e ringrazio tutte le realtà del territorio che da anni sono impegnate sul tema del punto nascite: realtà sociali e politiche di diversa appartenenza, le associazioni, i Comitati Salviamo le Cicogne e Dinamo, perchè nonostante in questi mesi di impegno ci siano state differenze di punti di vista, fino a contrasti aperti e in alcune occasioni a mio parere anche alcune strumentalizzazioni, l'impegno di ciascuno è stato fondamentale per mantenere alta l'attenzione sul tema e riuscire ad arrivare a risultati concreti. Ovviamente l'impegno prosegue fino alla riapertura, e successivamente per garantire che il servizio sia pienamente sicuro, efficiente e rispondente alle esigenze del territorio: in questo senso ieri si è parlato anche della riorganizzazione della sanità provinciale per rendere attuabile la sperimentazione e stabilizzare il servizio”.
Bene per le donne della montagna! Male perché in campagna elettorale è un filo strumentale come presa di posizione da parte della Regione.
MA
…ebbene ,volate,volate,restate sempre in volo . Ché quando atterrate e vi mettete a far politica schierate con Salvini e C. ,senza più maschera, siete proprio bruttine . La cicogna è bella solo in volo a terra, ben che vada è sgraziata.
F.M.
la paura di perdere li ha portati a questa riflessione. Naturalmente, come per qualsiasi altra decisione che da un mese a questa parte il governo nazionale deve prendere, aspettiamo il parere entro 60 giorni, cioè dopo le elezioni in Emilia Romagna. Io vedo quindi questa manovra come il classico spot elettorale e niente più…!! Come afferma infatti il comiitato, potevano svegliarsi prima…
stefano
Buongiorno
Bellissima giornata,fate di questo punto nascite un centro di eccellenza per attirare mamme da da ogni parte nel nostro grandioso appennino dove la cordialita’e’ di casa e l’ambiente salutare aiutera’ le future mamme nel giorno piu’bello della vita a riscoprirne i veri valori dell’esistenza.
T.G.P.
In questa Regione ci vorrebbe una elezione al mese, anche perchè se chi vincesse le elezioni, poi tradisse le promesse fatte non resterebbe in sella ancora 5 anni, bensì il mese dopo verrebbe disarcionato. Finalmente una bella notizia; a 4 giorni dal voto chi aveva chiuso e considerati pericolosi i punti nascita dell’Appennino ha “partorito” un progetto (attenzione sperimentale!!) per ripartire a parlare di nascite in montagna. E’ una bella notizia anche se puzza un po’ di campagna elettorale (mia semplice ed umile opinione!). Comunque ritengo che l’iniziativa sperimentale potrà essere accolta e portata avanti anche da un’eventuale direzione di Destra della Regione…perchè no? le cose buone vanno incentivate indipendentemente dal colore politico, per cui non vedo l’incompatibilità (se qualcuno l’ha evidenziata) tra l’accettare l’ultima (spero) mossa del Presidente uscente e l’imminente voto regionale alla destra.
P.S. Colgo l’occasione per comunicare a chi legge che ultimamente corre voce (soprattutto nelle persone anziane) che nel caso vincesse in Regione la Destra si dovrebbero pagare tutte le spese sanitarie, aumenti di ticket e notizie terroristiche di questo tipo, nell’ottica di una privatizzazione della Sanità. Vi ricordo che Regioni come Liguria, Lombardia, Trentino, Friuli e Veneto (in cui la Lega o comunque il CentroDestra gestisce le attività sanitarie) la Sanità è pubblica o privata/convenzionata (e quindi gratuita o con normali tickets), hanno le migliori strutture (Ospedali, Poliambulatori, Centri Riabilitativi, Case Protette) riconosciute in tutto il territorio nazionale e vantano la più bassa mobilità passiva (pazienti locali che vanno a curarsi in altre Regioni) e la più alta mobilità attiva (pazienti che da altre Regioni vanno a curarsi là). Quindi attenzione alle fuck-news.
Buon lavoro e Buon voto a tutti
Dott.Cavana
Dott.Cavana
C’è un nuovo governo da pochi mesi. Quello di prima a conduzione leghista non aveva fatto nulla. La posizione di dare tutte le colpe e responsabilità alla Regione non ha portato altrettanto a nulla. Ora ministro della salute e regione, con l’appoggio del ministro alle Aree interne, hanno cominciato a dialogare ed hanno trovato un percorso che apre possibilità. Se non si capisce questa nuova situazione e si continua a fare polemiche postume, non si fa l’interesse delle comunità dell’Appennino, ma quella di una parte politica in giorni di elezioni.
Guido Tirelli
dialogo nato dalla paura di perdere la tanto affezionata poltrona! D’altronde proprio il citato governo è maestro in questo!
stefano
Scusi dott. Tirelli non prendiamoci in giro…! Il Presidente Bonaccini ha sempre sostenuto (parole sue e non dica di no) che non n c’erano i presupposti per la riapertura dei punti nascita e poi come d’incanto a 2 giorni dalle votazioni succede l’impensabile…! Non ammettere che questa e’ la classica mossa da campagna elettorale e’ da politico navigato ritengo sia una persona intelligente che in cuor suo sa che e’ come sostengo…ma ahime’ non lo puo’ confermare. Saluti
Andrea.S.71
Così di punto in bianco si può ripartire? Con un percorso sperimentale? A livello di “sicurezza” siamo ok adesso? Allora mi chiedo perchè si sia chiuso e non avviata prima una sperimentazione dialogando con enti e popolazione… secondo me la cosa oltre ad essere puramente strumentale in vista delle elezioni ha del surreale…
Ovviamente il giudizio sulla fattibilità tra 60 giorni…
Andrea Ganapini
Affinché le donne e la montagna abbiano voce, godano dei diritti previsti per tutti i cittadini e ritornino a vivere e dar vita in piena sicurezza, non si può prescindere dal parere dei medici, che non si fanno usare da alcuno, ma dicono responabilmente la loro riguardo alle condizioni di sicurezza necessarie per le partorienti.
Cecco
Cecco
A pensar male si fa peccato, però spesso ci si azzecca. Bisogna anche dire che un annuncio in questo giorno e in questo momento potrebbe equivalere anche un clamoroso autogol. Lunedì sapremo com’è andata.
V. Terzi
E’ straordinario come le elezioni possano “mettere le ali” alle cose, e possano anche indurre a “cambiare rotta” in tempi inaspettatamente molto rapidi, facendo altresì individuare soluzioni o quantomeno “percorsi” che prima sembravano introvabili o inaccessibili, oppure impraticabili, e comunque molto complicati e scoraggianti .
Guarda caso, e chissà perché, sembra anche caduto, o superabile, il muro dei “parametri” dell’Accordo Stato Regioni del 2010, di cui abbiamo sentito moltissimo parlare, e che prima veniva dato come un ostacolo invalicabile, una sorta di grosso macigno posto sulla via per poter sbloccare la situazione, da doversi necessariamente rimuovere..
Adesso c’è chi invita a guardare al risultato, lasciando alle spalle le polemiche, ma bisogna anche chiedersi se saremmo arrivati a questo punto, ossia a riavviare le cose, se non avessimo il voto alle porte, e non ci fosse stato chi fin qui non ha mai “gettato la spugna” e si è premurato di incalzare i “decisori” politici, cioè i governanti locali e regionali.
P.B. 25.01.2020
P.B.
La conferma di Bonaccini a presidente e il M5S ridotto a fisica delle particelle, rendono granitico il Governo e la sua durata. Stando a quanto scrive il sindaco di Castelnuovo entro due mesi, probabilmente meno, ci sarà una ripresa nell’attività del punto nascite. Benissimo, ma allungo una mano per non sentirmi dire, tra due mesi, ‘avevamo scherzato’. Un precedente c’è.
Giovanni Annigoni