Il comune di Ventasso si appresta a varare nuovi servizi rivolti alla terza età, è quanto comunicato nell'ultimo consiglio avvenuto a Busana qualche giorno fa.
Dice il Sindaco Antonio Manari "si tratta di due progetti inseriti nella strategia aree interne in collaborazione con la Usl, che intende potenziare i servizi di prossimità mettendo a disposizione: due infermieri che prestano servizi di base vicino ai luoghi di vita dei cittadini, e la consegna dei farmaci a domicilio."
Ricordiamo in sintesi cosa si intende per aree interne: le aree interne sono i territori del paese più distanti dai servizi essenziali. Quasi 4.200 comuni (ovvero oltre la metà del totale) ricadono in queste zone, questi territori coprono il 60% della superficie nazionale, e sono abitati da circa 13 milioni di persone.
Riprende il filo del discorso il Sindaco specificando che, il ruolo dell'infermiere di comunità nei prossimi mesi sarà di contattare telefonicamente le persone individuate tra la popolazione anziana ultrasessantacinquenne e residente a Ventasso, per concordare un incontro, farsi conoscere e illustrare nel dettaglio il progetto. Nel caso specifico sono già da tempo arrivate nelle case dei residenti i volantini informativi.
Gli stessi infermieri poi saranno presenti presso gli ambulatori infermieristici del comune e lavoreranno in collaborazione con il medico di Medicina Generale, l'assistente sociale e le assistenti domiciliari.
Per quanto concerne la consegna dei "farmaci a domicilio" è un progetto inserito sempre nel programma delle aree interne, che riguarda le cooperative di comunità, ed è volto a promuovere l'iniziativa nei confronti della popolazione anziana che vive nelle aree remote del comune e che ha difficoltà di spostamento.
Anche in questa iniziativa vi sarà un coinvolgimento e la supervisione del medico di medicina generale, oltre all'assistente sociale, le assistenti domiciliari e l'infermiere di comunità.
Un altro importante passo quindi, rivolto alla popolazione, da parte del comune di Ventasso vicino in questo caso alle fasce più deboli che sul crinale sono la maggioranza.
Buongiorno e buon anno a tutti.
In merito a questo argomento, Vi mando, se può interessare, la lettera aperta che abbiamo inviato al sindaco di Ventasso, dr.Antonio Manari, che sul Resto del Carlino – l’articolo è uscito anticipatamente su Redacon ndr – ha presentato alcune iniziative per favorire l’insediamento di nuovi abitanti nel Comune. Un’ultima osservazione in merito all’iniziativa sugli infermieri di comunità e la consegna di farmaci a domicilio: sono coinvolti tutti tranne le farmacie. Qualcosa mi sfugge….
Giuseppe Delfini
presidente Federfarma Reggio Emilia
Oggetto: lettera aperta allo spett. Sig. Sindaco dott. Antonio Manari
Comune di Ventasso
Spett. Sig. Sindaco dott. Antonio Manari,
in seguito al Suo allarme sul ‘rischio desertificazione’ della nostra montagna, con l’annesso Suo coraggioso elenco di iniziative, proviamo come Federfarma Reggio Emilia a portare il nostro contributo di idee. Tra i primi problemi nell’abitare un territorio, lavoro e viabilità a parte, vi è quello della mancanza o della scomodità nell’accesso a determinati servizi. E allora: d’accordissimo sulla salvaguardia delle scuole e dei piccoli esercizi commerciali (che rivestono un enorme ruolo sociale, e non solo economico), ma altrettanto d’accordissimo sulla salvaguardia di quei particolari punti di riferimento che sono le farmacie. Andiamo al punto, senza girarci attorno. Il ricorso esagerato ed esasperato alla ‘distribuzione diretta’ da parte delle Asl (mandare cioè i cittadini, anche se anziani, soli e senza macchina, a ritirare i farmaci in ospedale, anziché nelle farmacie del proprio paese), giustificato con presunti e tutti da mostrare miglioramenti di bilancio della Asl stessa, non solo mette in difficoltà le farmacie, ma anche crea problemi logistici ed economici ai cittadini. In merito, verrebbe da chiedersi come sono stati utilizzati sinora questi ipotizzati risparmi di bilancio per la montagna, visto che al Sant’Anna stanno chiudendo reparti e si allungano sempre di più i tempi per le visite specialistiche, ma questo è un altro discorso. Evitiamo di far girare in qualunque stagione e per niente le persone, evitiamo di consegnare presso le strutture ospedaliere enormi sporte di farmaci, che coprono periodi di tempo eccessivi e generano inevitabilmente documentati sprechi. Lasciamo lavorare le farmacie del territorio. Tra l’altro, nel nuovo ‘accordo’ regionale c’è un punto che prevede di mantenere le farmacie dei territori disagiati come unico punto di distribuzione del farmaco. Insistiamo tutti insieme per concretizzarlo? Noi ci abbiamo già provato, ma provi a chiedere anche Lei ai suoi compaesani quanto sarebbe gradito… Altro argomento: i servizi. La legge sulla ‘farmacia dei servizi’, approvata recentemente e finanziata, consente grandi opportunità per tutti: Stato, cittadini e farmacie. Proviamo a concretizzarla senza guerre di bandiera tra categorie di professionisti o tra parti diverse dello Stato? Le farmacie sono consapevoli e orgogliose delle loro funzioni e del loro ruolo, del loro vivere e lavorare nelle piccole comunità. Non vogliono evitare sforzi e le tasse le pagano tutte. Chiedono solo di poter vivere, lavorare e costruire, con tutti gli attori presenti sulla ribalta, il nuovo futuro della società e della sanità montanara, reggiana, emiliano-romagnola e italiana. Possiamo realizzare una piccola rivoluzione sociale senza chiedere un soldo o un permesso a nessuno, anzi, facendo risparmiare tutti. E’ un’utopia? L’allarme sulla possibile chiusura di molte piccole farmacie in tutta la Regione è stato lanciato qualche tempo fa, e non dal nostro sindacato. Oltre che un disastro a livello di comunità, sarebbe una sconfitta per quello Stato che Lei, orgogliosamente e coraggiosamente (ci vuole coraggio a fare il sindaco in Montagna), rappresenta nel nostro Appennino.
Giuseppe Delfini (presidente Federfarma Reggio Emilia)