Un piano straordinario per fare aumentare la popolazione del Comune di Ventasso. Di almeno 5 bambini e altrettante rispettive famiglie. “Il nostro problema attuale, considerati i trend demografici è quello che si riduca sempre di più la popolazione residente con difficoltà a mantenere i servizi sul territorio”, ha commentato il sindaco Antonio Manari salito qualche sera fa a Serramazzoni alla presentazione del Bilancio di sostenibilità della Cisl Emilia Centrale.
Nell’intervento del primo cittadino i numeri parlano da soli. “Occorre distinguere la realtà di crinale, come la nostra e di Villa Minozzo, dal medio Appennino, come a Castelnovo Monti, dove la popolazione cresce. Da noi, invece, oggi ci sono solo 4000 abitanti in costante calo, mentre dal 1911 al 1950 la popolazione era crescita fino a 11.000 unità. Il calo demografico ha preso il via dal dopoguerra agli anni Settanta, quando si scese a poco più di 6000 abitanti, per proseguire ad oggi, per quanto leggermente ridotto, ai numeri attuali. La popolazione è distribuita a macchia di leopardo su 258 Kmq di territorio, dove, come Comune, dobbiamo mantenere 170 km di strade. Nel 2018 sono nati 19 bambini negli ex quattro comuni di Ventasso, quest’anno solo 16: di questo passo non so tra cinque anni quanti ne nasceranno. Da qui l’interrogativo su come tenere aperte due micronidi che, oggi, contano 12 bambini in tutto, quattro scuole materne ed altrettante elementari”.
QUALI POSSIBILI SOLUZIONI
A questo punto, il sindaco Manari ha illustrato il piano col quale cerca di fronteggiare, pur con obiettivi minimali e risorse limitate, lo spopolamento demografico, almeno sui numeri minimali delle nascite.
Giovani. “Ricordo che i primi due anni di mandato a Ventasso tenevo periodiche assemblee sul territorio di incontro con la popolazione. Illustravamo quali erano le migliaia di euro investiti grazie alla recente unificazione, ma le stesse riunioni erano poco seguite e alla fine ricevevamo sempre critiche sulle sistemazioni delle cunette. Per questo ho deciso di cambiare. Ora cerco di chiamare giovani e dialogare con loro. Pongo da subito questo problema: avete deciso di vivere qui nel crinale, come vi aspettate che sia questo territorio tra 5 anni in presenza di una nuova generazione numericamente limitata – la mancanza di nati ndr -? Ancora, come possiamo mantenere servizi?”
Dal confronto con i giovani sono nate alcune proposte che “nel bilancio di previsione 2020 abbiamo cercato di trasformare in progetti. La prima idea riconoscere un piccolo contributo per i genitori di ogni nato e residente a Ventasso, da spendersi in acquisti nei negozi dei nostri paesi. Abbiamo destinato 8.000 euro a questo fondo. Un’ altra idea consiste nel dare un rimborso ai pendolari lavorativi – gente che vive qui ma che lavora a Modena o Reggio – e che quotidianamente fa oltre 100 km di strada. Daremo una carta carburante, per un rimborso parziale dei costi. Altro segnale sarà quello di ridurre del 30% la Tari. Si tratta di piccoli contributi che rappresentano soprattutto un segnale alla popolazione”.
Infine la proposta più forte e, simpaticamente, definita come “importare bambini già fatti”. “E’ un’idea – ha illustrato il primo cittadino - nata dall’analisi dello smart working – il cosiddetto lavoro agile, da casa ndr - su cui puntano molte aziende che mi ha illustrato la responsabile Credem spiegando come era conveniente per la stessa azienda avere 1900 persone su 5000 in totale che lavorano da casa (risparmiando in questo modo, ad esempio, sul costo dell’ufficio e aumentano la produttività). In linea con questo, dal 2020 daremo un contributo a tutte le nuove famiglie con almeno un bambino, che decidono di stabilirsi qui a Ventasso da altrove e prendere residenza, utilizzando, tra l’altro, lo stumento dello smart working. Avranno praticamente l’affitto gratis (per il primo anno di residenza). Scriveremo una lettera per illustrare, anche, il fatto che generalmente da noi gli affitti costano meno, gli asili pure (senza problemi di posti) e, se uno è disposto a rinunciare agli aperitivi la sera per le vie del centro, anche la qualità della vita, a partire dall’aria, è superiore. L’obiettivo? Vogliamo avere 4 o 5 bambini di altrettante famiglie per mettere in sicurezza le scuole”.
LAVORO
Madre (e padre) di tutti i temi è il lavoro. “Sul nostro territorio il lavoro – ha concluso Manari - lo si trova in particolar modo in aziende virtuose che operano qui. A Ramiseto, ad esempio, ci sono diverse aziende che, da sole, danno da lavorare a 100 persone e altrettante famiglie. E’ un esempio virtuoso di imprenditori che, pur consci delle difficoltà e del maggior costo del lavoro in montagna, vogliono mantenere le loro aziende sul loro territorio. Strada c’è ancora da fare sul turismo che è ancora stagionale e, purtroppo, ora è giornaliero, con toccate e fuga, mentre un tempo salivano i villeggianti per settimane. L’agricoltura di montagna è complessa, considerata l’orografia, e in sofferenza. I servizi: il Comune, con i suoi 44 dipendenti, è tra i maggiori datori di lavoro. Ricordo poi che attraverso lavori pubblici abbiamo rimesso sul territorio notevoli risorse economiche con le manutenzioni ordinarie e straordinarie che sono un aiuto per le imprese artigianali del posto, grazie ad appalti diretti e alla rotazione tra le imprese. Chiaramente qui in crinale non tutti i mestieri si possono fare, penso ad esempio a un ingegnere informatico di una azienda, ma noto che chi ha voglia davvero di lavorare lo può fare in diversi campi. Il nostro obiettivo principale, ora, è invertire il calo della popolazione. Io ci credo e ci proverò per questo mandato, poi altri metteranno in campo le loro idee”. (G.A.)
Bravo, Sindaco!. A noi piacciono assolutamente le cunette pulite e il decoro urbano… Ma è proprio il mettere in atto proposte per contrastare lo spopolamento e i disagi che fanno la differenza e qualificano un’amministrazione!
Anna
Si partiva dall area verde di fronte al parcheggio dei ristoranti lago del ventasso per fare la solita gara di trail del ventasso. Ma purtroppo nessuno dei ristoratori si era preoccupato di poter servire le colazioni al mattino presto per 200 atleti, solo un caffè dalle 700 del mattino e con poca e scarsa ospitalità. Troppo tardi per mangiare, si partiva poco dopo di 1 ora. Stessa cosa a fine gara nessuno di loro si era proposto per il classico pasta party finale. Beh, la gente c’era e fare bella figura si poteva. Serve la voglia di fare, magari guadagnando poco per una volta,ma si sa che chi semina raccoglie. Risultato …? La gara non partirà più davanti ai ristoranti ma tutt altra parte. Ottimo no?!
Alexio Fragni
Se il Sindaco di Ventasso, Antonio Manari, si sta accorgendo della “desertificazione” dei nostri paesi montani è da ammirare, ma come medico dovrebbe sapere che ad ogni malattia corrisponde una ricetta o un intervento, con gli antidolorifici si può solo rendere la morte più dolce, ma penso che sia quello che qualcuno ha progettato da anni; d’altronde non credo che il Sindaco Manari abbia i mezzi o il potere di fare cose diverse. Ma a volte quando non si hanno i mezzi, ai Sindaci resta la VOCE, e questa devono usarla. Chiunque sa che sui paesi di queste Valli si potrebbe avere lavoro per tutti, già nel 2007 otto imprenditori di queste montagne pubblicarono un articolo dove sostenevano che solo la ripresa dei lavori della Diga di Vetto poteva garantire lavoro su queste terre; chiunque lo comprende, chiunque non sia accecato dalla trave che gli impedisce di vedere o abbia i tappi nelle orecchie che gli impedisce di sentire; i benefici diretti andrebbero ai paesi a Valle ma i paesi montani avrebbero lavoro, turismo, riduzione del dissesto, rivalutazione del patrimonio immobiliare e … un futuro e una speranza per figli e nipoti. Non voglio dilungarmi ma si sappia che la ditta Italiana, Salini Impregilo, nel 2017 ha iniziato i lavori di una grande diga in Etiopia, ogni giorno entrano in cantiere 4.200 persone, la costruzione durerà circa 10 anni, ma dopo sarà un cantiere perenne; qui la realtà chiunque dovrebbe vederla, le chiese chiudono per mancanza di preti, i medici di famiglia lasciano vacanti gli ambulatori, le scuole chiudono e i punti nascite altrettanto, ma per fare ciò che serve e ciò che è logico, tutti zitti, guai a chi parla; guai a disubbidire a certi ordini di partito; madre Natura a Vetto ci ha donato una località dove si può impostare uno sbarramento, ma guai a dire che si deve usare, per qualcuno le acque è meglio sprecarle e l’energia è meglio importarla; si fa fatica a dire Viva l’Italia.
Franzini Lino Presidente del Bacino Imbrifero Montano dell’Enza
Belle iniziative. Sarebbe anche interessante prevedere aiuti o convenzioni per chi vuole aprire un’attività in montagna e magari crearlo, qualche posto di lavoro. Non escludete a priori la possibilità che gli ingegneri informatici lavorino in montagna 🙂
Monica B
Sig.ra Monica il Comune di Ventasso oltre alle 4 operazioni presentate per il prossimo anno (contributo ai nati dal 2016 in poi, contributo ai pendolari lavorativi, contributo ai nuovi residenti lavoratori con figli e riduzione tari per piccole attività) ha già credo da 3 anni attivo un bando, denominato start ventasso, annuale che concede a chi apre una nuova attività all interno del comune un contributo tra i 1000 e i 1700 euro per coprire le spese di apertura dell attività.
Montanaro
Come dicevo sono tutte ottime iniziative. Quel che dice è vero, e c’è anche uno sconto di diversi anni sulla TARI, il che è senz’altro lodevole.
Tuttavia i soggetti beneficiari del bando devono essere già residenti nel comune di Ventasso, le spese ammissibili sono pochissime e ci si deve impegnare a non fornire servizi al Comune (che, come ci ricorda questo articolo, è tra i maggiori datori di lavoro). Accedere al bando oltretutto esclude l’accesso ad altri fondi (ad esempio i finanziamenti per le startup innovative).
Ad ogni modo le garantisco che 1000/1700 euro non coprono neanche vagamente le spese di apertura di un’attività.
Ben vengano gli atti del Sindaco di Ventasso, ma che non pensi di far credere a qualcuno che le sue proposte possono cambiare il destino dei paesi montani, chi ragiona comprende che non avranno alcuna influenza sul destino di queste terre.
Non servono illusioni o palliativi, servono opere infrastrutturali come sostiene Franzini da decenni, diga di Vetto e viabilità per portare lavoro e permettere a quei pochi Imprenditori che per amore di queste terre hanno investito a Ramiseto di sopravvivere, ma su queste terre chi dovrebbe lottare per portare lavoro vero, non li vedo mai a sostenere le opere che porterebbero questo.
Daniele
Sono indubbiamente da apprezzare tutte le intenzioni ed iniziative volte a contenere lo spopolamento e la “desertificazione” della montagna, e possibilmente ad interrompere o addirittura invertire una indesiderata tendenza che dura ormai da troppi anni, ma gli strumenti messi in campo, risorse incluse, devono dimostrarsi realmente incisivi e fruttuosi (in caso contrario restano soltanto mere “intenzioni”, ancorché buone e lodevoli, ma che rischiano semmai di alimentare ulteriori sentimenti di delusione e di fatalismo rinunciatario, il che non è di certo una prospettiva auspicabile)
Il cosiddetto “lavoro agile”, fatto standosene a casa, del quale si parla peraltro da tempo , può essere in effetti una delle strade per trattenere qui i nostri giovani, ma insieme a questo tipo di lavoro, eseguibile per via telematica come mi par di capire, e dunque di natura “immateriale”, andrebbero incentivate anche le attività “materiali”, senza le quali il tessuto socio-economico si va mano a mano impoverendo, fino a giungere ad una sorta di paesi dormitori, dove di fatto non ci si parla più, né ci si relaziona (giacché non si costituisce una vera e propria comunità, che vuole mantenersi tale).
Se non ricordo male, all’epoca in cui questi luoghi erano invece molto vitali e “fiorenti” – tanto che qualcuno si trova a rimpiangerla, pur con i suoi discapiti – vi era un pluralismo di attività “materiali” svolte anche presso il proprio domicilio, che oggigiorno non sarebbero forse più possibili causa i “requisiti” necessari per poterle avviare od esercitare, e se un ritorno al passato è ovviamente improponibile, ci si potrebbe quantomeno chiedere se qualcosa di quei tempi può essere “ripescato” per il bene della montagna (vedi ad esempio l’attenuare in qualche modo gli anzidetti “requisiti”, per così dire in forma di deroga).
Sappiamo bene che vi sono provvedimenti normativi che esulano dalle competenze delle Amministrazioni locali, vedi quelli riguardanti la sfera fiscale – che io reputo importanti, essendo dell’avviso che il generalizzato abbassamento della tassazione sarebbe una misura piuttosto efficace per risollevare le sorti dell’economia montana – ma, come scrive Franzini, “quando non si hanno i mezzi, ai Sindaci resta la VOCE…”, ossia “bisogna farsi sentire”, visto che per dar nuovo slancio alla montagna, con pari giovamento della stessa pianura, occorre verosimilmente il sinergico concorso di Ente locale, Regione e Stato.
P.B. 29.12.2019
P.B.
[…] Manari lo aveva anticipato a Redacon a inizio anno: risorse dedicate alle persone che, risiedendo nel Comune di Ventasso, lavorino […]
http://www.studioarlotti.com/2020/06/28/vivi-appennino-lavori-citta-un-contributo-ventasso/