Coinvolgere attivamente le aziende agricole dell’Appennino Emiliano, veri e propri ‘angeli custodi’del territorio, da sempre in lotta per contrastare i mutamenti climatici e lo spopolamento delle zone montane più degradate ed implementare un nuovo modello, sostenibile e replicabile in altri territori, di governance locale dell’ambiente, per ridurre gli effetti negativi dei mutamenti climatici e sviluppare azioni pianificate per realizzare sistemi agro-ambientali a salvaguardia del carbonio organico del suolo.
E’ questo il focus del progetto europeo Life AgriCOlture, coordinato nel ruolo di capofila dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e che coinvolge fattivamente il Consorzio della Bonifica Burana, il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. A Pavullo nel Frignano, lo scorso venerdì, è stato presentato il progetto. Ha aperto i lavori Giovan Battista Pasini presidente Unione Comuni del Frignano e i contenuti sono stati introdotti dai partner che sostengono l’iniziativa comunitaria con gli interventi di Domenico Turazza, direttore generale del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, Francesco Vincenzi, presidente nazionale di Anbi e del Consorzio della Bonifica Burana, Fausto Giovannelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e Giuseppe Veneri, presidente del Centro Ricerche Produzioni Animali.
Successivamente si sono alternati al microfono i diversi responsabili tecnico-agronomici dei diversi enti, tra cui Aronne Ruffini, dirigente del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale, e le conclusioni dei lavori sono state tirate nell’intervento di Simona Caselli, Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna. Ha moderato la giornata Andrea Gavazzoli, giornalista.
IL PROGETTO LIFE
Il progetto Life AgriCOlture, che ha valore economico complessivo di circa 1 milione e 500 mila euro - finanziato dall’Unione Europea per oltre 830 mila euro - prevede un ruolo attivo di quindici aziende agricole delle aree appenniniche di Modena, Reggio Emilia e Parma, che verranno remunerate per i loro servizi ecosistemici legati. Il modello organizzativo potrà essere replicato in altre zone dell’Appennino e se i dati, come si spera, saranno positivi potrebbe essere esteso al resto dei paesi dell’Unione Europea.
Attraverso l’introduzione di azioni pianificate e di strumenti di management sostenibile della risorsa suolo verranno applicate alcune soluzioni agronomiche innovative mirate per contrastare il dissesto idrogeologico, ridurre gli effetti delle emissioni e aumentare la fertilità dei suoli in alcune aree degradate e salvaguardare il carbonio organico, che svolge un ruolo fondamentale nella funzione fisica, chimica e biologica del suolo e contribuisce al ricambio dei nutrienti, alla capacità di scambio cationico, alla ritenzione e alla disponibilità idrica. Grazie allo sviluppo del progetto all’interno delle aziende agricole, si creerà un processo virtuoso di condivisione di esperienze, conoscenze specialistiche e settoriali da parte di tecnici del Centro Ricerca e Produzione Animale e di una rete internazionale di specialisti che verranno coinvolti in seminari e prove sul campo. Ogni azienda partecipante sarà accreditata come ‘Agricoltore Custode del Suolo’ Le ‘buone pratiche’, che verranno implementate con azioni dimostrative nel corso di tre anni, riguarderanno, tra le altre cose, anche la gestione efficiente dei reflui zootecnici, l’applicazione di rotazioni colturali e di pratiche di agricoltura conservativa, oltre ad eventuali sistemazioni idraulico-agrarie.
“Il nostro Consorzio – sottolinea Domenico Turazza, direttore generale del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale - come capofila ringrazia tutti i partner che partecipano a questo straordinario progetto Life volto a ridurre le emissioni ed incrementare la fertilità dei suoli nelle aree dell’Appennino. Con soluzioni innovative di ricerca agronomica aggiornate - e non con tecnologie costose - si possono ottenere dati essenziali per poter partecipare al processo di lotta ai mutamenti climatici, coinvolgendo soprattutto le ‘sentinelle del territorio montano’ ovvero le imprese agricole”.
“Oggi riuscire nell’impresa di vincere un bando Europeo di valore universale come Life AgriCOlture – dichiara Francesco Vincenzi, Presidente Nazionale Anbi e del Consorzio della Bonifica Burana - non è semplice e riuscire a farlo mettendo a frutto l’esperienza maturata
dai Consorzi di bonifica nella tutela del territorio è doppiamente soddisfacente: ciò che maggiormente stimola è anche il coinvolgimento delle 15 aziende agricole delle aree appenniniche tra Modena, Reggio Emilia e Parma. Aree in cui il contributo territorio delle imprese è provvidenziale e dovrebbe avere una adeguata considerazione sia nella progettualità condivisa per il contrasto al dissesto idrogeologico e alle ripercussioni degli effetti dei mutamenti climatici che ad una più giusta è proporzionale remunerazione per questo importante ruolo di servizio eco sistemico reso all’ambiente e alla comunità”.
“Questi progetti - conclude Simona Caselli, Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna - hanno un valore globale e la regione Emilia Romagna sarà al fianco dei partner con entusiasmo. Presentare oggi, nella giornata della mobilitazione per il clima, un progetto che in modo organico va nella direzione dell’agroecologia e che unisce attenzione all’ambiente, sviluppo e condivisione con le imprese agricole e lotta al dissesto è una concomitanza non casuale. Nella nuova Pac dovrebbero traviare sempre maggior spazio questo tipo di iniziative”.
Le aziende coinvolte nel progetto Life AgriCOlture sono: l’Azienda Agricola Begani di Palanzano (Parma), la Cooperativa di comunità La valle dei Cavalieri di Succiso Nuovo di Ventasso, l’Azienda Agricola La Fattoria di Tobia di Gova di Villa Minozzo, l’Azienda Agricola Rossi Daniele e figli di Montecreto (Modena), l’Azienda Agricola Le Capre della Selva Romanesca di Frassinoro (Modena), l’Azienda Agricola Le Cornelle di Gova di Villa Minozzo, l’Azienda Agricola Castellari s.s di Monchio di Castelnovo ne' Monti, l’Azienda Agricola Lavacchielli Ermanno di Paullo nel Frignano (Modena), l’Azienda Agricola I Casoni di Trignano di Fanano (Modena), l’Azienda Agricola Grisanti Spagnolo di Groppo di Vetto, l’Azienda Agricola Agriturismo Casa Minelli di Paullo nel Frignano (Modena), l’Azienda Agricola Giavelli s.s. di Case Gatti di Viano, l’Azienda Agricola La Fazenda s.s. di Prignano sulla Secchia (Modena), l’Azienda Agricola Bonacorsi e Colombarini di Guiglia (Modena) e l’Azienda Agricola L’Arcobaleno di Cavola di Toano.
Lo Start di questo Life è frutto di un lungo lavoro che ha preso il via alcuni anni fa senza pubblicità a Crovara in comune di Vetto, dove molti hanno contribuito a sollecitare e poi a concretizzare la collaborazione tra enti diversi e soggetti privati che ha generato il progetto. È stata una coincidenza fortunata, ma anche fortemente significativa la sua presentazione proprio il 20 settembre, nella grande giornata mondiale per il clima. L’Appennino -nel suo piccolo – fa la sua parte in questa sfida mondiale: ha costruito una collaborazione; è presente; è pronto e agisce subito con un progetto concreto, immediatamente operativo sul nostro territorio e capace altresì di suggerire emulazione in altri.
Fausto Giovanelli