“Il viaggio a Roma del governatore Stefano Bonaccini, nel corso del quale incontrerà il neo ministro della Sanità, Roberto Speranza, non sia solo uno slogan da campagna elettorale, quanto un'opportunità per riaprire, finalmente, i punti nascita in Appennino, come quello di Castelnovo ne’ Monti, provvedendo agli adeguamenti operativi e di personale. È tempo di ridare sicurezza vera e dignità alle donne di montagna”.
Gabriele Delmonte, vice capogruppo della Lega in Emilia-Romagna, commenta così l’incontro annunciato per oggi dallo stesso Presidente della Giunta regionale e della Conferenza Stato Regioni, al Ministero della Sanità: fra i punti in agenda, infatti, dovrebbe esserci anche la ridiscussione dei criteri per il mantenimento dei punti nascita.
“A poche settimane dalle elezioni regionali – sottolinea Delmonte – Bonaccini sostiene che basti un un semplice accordo politico, mentre nel corso degli ultimi 4 anni non ha fatto altro che cercare di motivare la sua decisione di chiudere tutti i punti nascita in montagna con la logica del “i numeri sono numeri” e che “la sicurezza delle partorienti viene prima di tutto”, nonostante, dal giorno della chiusura ad oggi, si contino svariati casi di parti avvenuti per strada e di trasferimenti in elicottero dal' Appennino reggiano al nosocomio cittadino”.
“Se il numero di nascite necessario al mantenimento dei reparti – continua l'esponente del Carroccio – può essere “magicamente” cambiato grazie ad un “rapido” accordo politico allora vien da chiedersi se, sino ad oggi, il Presidente della Regione abbia mentito alla collettività, rendendo impossibile ai cittadini del crinale il poter mettere alla luce dei figli sul territorio in cui vivono”.
“Una cosa è certa: mi auguro che l'incontro odierno possa mettere fine allo scandaloso gioco allo scarica-barile e al rimpallo di competenze cui abbiamo assistito sino a oggi. Se la maggioranza che Governa la Regione non è in grado di garantire la salute della nostra gente e a quella dei nascituri del crinale, significa che è ora che vada a casa. Non è infatti più accettabile né tollerabile che in Emilia-Romagna, una delle regioni volano dell'economia del Paese, i residenti dei comuni montani non abbiano diritto di mettere al mondo figli, se non accettando i rischi connessi al fatto che una partoriente è costretta a dover affrontare decine di chilometri prima di riuscire a trovare una struttura in grado di prendersi cura del termine della gestazione” conclude Delmonte.
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Il potere logora chi non ce l’ha, diceva un vecchio e famoso politico italiano che non pensavo mai di poter rimpiangere. E aveva ragione. Guardate cosa stanno facendo: si rimangiano qualsiasi cosa sostenuta, senza coerenza alcuna, senza dignità, pur di evitare di perdere potere e poltrona. Poi ci si meraviglia perchè la gente non va più a votare !?!
Antonio D. Manini