Ufficialmente l'estate non è ancora finita, ma nell'aria si percepisce vagamente, tra le altre, quella folata più fredda che fa intendere che alla sera ci vorrà la giacca. L'autunno non piace a nessuno perché arriva dopo l'estate, ma per me è come un sollievo: il ritmo prima frenetico ora rallenta, i paesini di montagna si spopolano di turisti e parenti lontani e la pioggia rinfrescante che bagna il sottobosco fa venire tanti funghi. Se penso all'autunno e ai suoi colori, alle mondine sulla stufa e al camino acceso mi viene in mente Marola. Marola è il nome e il volto che darei all'autunno.
Così, in questo primo lunedì di settembre decidiamo di sfidare la nebbia mattutina e meteo.it e selliamo i cavalli, direzione monte Fosola con tappa a Marola. Il ribasso delle temperature ci permette di tornare, fortunatamente, agli orari invernali: partenza alle 9.00 da Romagnano (Carpineti).
Partiti, ci dirigiamo verso Pantano, sbucando però molto prima, al Giavello. Da lì iniziamo a salire seguendo il profumo dei biscotti Cabrioni, finché non arriviamo a Campo dell'Oppio. Il borgo di due anime è riconoscibile grazie a un recente allevamento di àlpaca o alpàca o lama, insomma degli animali insoliti, che non hanno apprezzato molto la presenza dei nostri cavalli, peraltro terrorizzati.
Allontanateci dall'allevamento abbiamo proseguito in direzione Marola, oltrepassando il metato fino a raggiungere la strada. Lì abbiamo dovuto proseguire a piedi sull'asfalto fin in fondo all'incrocio della svolta, a causa di alcuni sentieri ancora inagibili.
Risalite in sella all'incrocio, abbiamo imboccato il sentiero subito a sinistra, di fianco alla palestra e continuato fino a sbucare poco prima di Cà Perizzi e poi su fino al monte Fosola, arrivando dal bellissimo agriturismo di Palareto. Una volta in cima s'era fatta l'una, giusto giusto per fermarsi a mangiare e a riposarsi quel poco.
La strada del ritorno fu più breve, neanche due orette, passando per il sentiero dorato che percorre tutta la costa dal Fosola a San Vitale. L'ultima tappa prevede quindi il castello di Carpineti, per poi scendere fino alla stalla. Una volta in cima la vista è mozzafiato, letteralmente. L'unica barriera tra te e un burrone di non so quanti metri è un muretto, che il sentiero ti costringe a costeggiare. Dall'alto del cavallo, però, il tuo corpo si trova ben oltre i bordi di quel muretto, dandoti un senso di vertigini che ti obbliga a pregare che il cavallo rimanga fermo e impassibile. Non importa quante volte ci sia ormai passata, non mi abituerò mai.
La passeggiata settembrina, questa volta tutta giocata in casa, conta 28 km percorsi, cinque ore di sella più un'ora e mezzo di pausa all'ombra della croce e zero funghi complessivi raccolti.
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Passo dopo passo: una nuova rubrica che vorrebbe raccontare in modo lento, tranquillo, osservativo, esplorativo, a misura d’uomo, lo scoprire angoli e percorsi del nostro Appennino.
Trekking, passeggiate, ciaspolate, in bicicletta, a cavallo: sono tanti i modi in cui, passo dopo passo, possiamo godere dell’infinita bellezza che ci circonda.
Con questa rubrica vorremmo raccontarvi, ma ci piacerebbe che anche voi stessi ci raccontaste, di luoghi, suggestioni, cammini, esperienze, modi di vivere e vedere questi meravigliosi panorami. Sono tanti i sentieri, sono infinite le vie, noi ne racconteremo alcuni per come possiamo e per come sappiamo. Aspettiamo anche i vostri scritti, le vostre sensazioni o ricordi.
Iniziamo così, passo dopo passo, il cammino alla scoperta di una terra, la nostra, ricca di storia, arte, gastronomia, cultura e natura meravigliosa.