Ampio botta e risposta dopo l'intervento del sindaco di Castelnovo ne' Monti, Enrico Bini, sulla vicenda del nuovo trasferimento in elicottero di una donna con parto anticipato.
"Vorrei dire qualcosa in merito - ha scritto il primo cittadino in risposa a un post delle Cicogne sul tema -, però premetto che non voglio dare ordini a nessuno, né richiamare qualcuno. Il caso che viene riportato dal Comitato Salviamo le Cicogne (e vorrei ricordare alla presidente che ora ricopre il ruolo di consigliere comunale e questo le permette di chiedere informazioni precise e dettagliate) è un caso che può essere raccontato come è stato fatto nel comunicato dell'azienda: in pratica un grazie alla professionalità dei volontari della Croce Verde e alla disponibilità dell'elicottero. La mamma è stata portata tempestivamente a Reggio e quindi possiamo dire che è andata bene. Il passaggio a Castelnovo ne' Monti con punto nascita 'aperto' avrebbe probabilmente fatto perdere tempo prezioso. Stiamo parlando di un parto prematuro e complicato".
Molteplici le risposte.
Nadia Vassallo, presidente del Comitato Salviamo le Cicogne di Montagna afferma: "Sarà sicuramente mia premura chiedere, in qualità di consigliere comunale, precise e dettagliate informazioni in merito. Chiedo già qui al signor sindaco dove vede messa in discussione la professionalità degli operatori dell'azienda sanitaria o il lavoro degli operatori volontari della Croce Verde, che ringraziamo e che anzi apprezziamo per l'enorme impegno e le sproporzionate responsabilità a cui sono sottoposti, o la non disponibilità dell'elicottero, perché il problema sottolineato da questo breve comunicato non è assolutamente questo, ma il disagio, la paura, la difficoltà, la estrema tensione a cui è sottoposta una donna gravida già in ansia per i dolori che avverte in anticipo sullo scadere del termine di gestazione e che deve, in queste precarie condizioni, raggiungere un ospedale lontano bypassandone un altro più vicino dove è stato 'consigliato' non fermarsi per non creare ritardi inutili. Meno male che 'è andata bene' senza 'perdere tempo prezioso'. Qui parliamo di donne, di donne e di quello che portano in grembo".
Per Simona Sentieri, già consigliere comunale M5S,: "A prescindere da come sia andata a finire, grazie a tutti gli operatori e grazie a Dio, e scongiurando che una volta o l'altra non ci sia una disgrazia poiché al rischio del parto che comunque esiste in natura, si somma quello dell' elicottero che ha la sua statistica... la chiusura del Punto nascita a Castelnovo e il mantenimento a Scandiano io non me lo spiego come non mi spiego che sulle donne e sui bambini si speculi e proprio nella nostra Emilia "rossa " dove le donne hanno avuto un importante ruolo nelle lotte a fianco degli uomini. Grazie Bonaccini. Si vede che non devi partorire tu e non abiti a Civago".
D'accordo col sindaco di Castelnovo è invece la civaghina Miria Algeri: "Trattandosi di un parto prematuro il bambino sarebbe stato trasportato dopo in elicottero in neonatologia a Reggio Emilia forse é meglio che sia nato con il personale della neonatologia già li".
In disaccordo Gianni Marconi, ex candidato consigliere a Castelnovo: "ora che è nato ed è vivo possiamo dire che è stato meglio così. Così non si può dire per quelli che non ce l'hanno fatta, ed è già successo, ma Venturi ha detto che 'comunque il protocollo'... più importante il protocollo dell'emergenza. Comunque, se c'era il Punto nascita aperto la partoriente sarebbe andata lì e lì il ginecologo, il pediatra, l'ostetrica, il chirurgo, il rianimatore avrebbero deciso cosa fare sulla base del rischio e delle distanze. Invece così la signora si è affidata al soccorso di emergenza e alla fortuna. Per precisione, riporto un piccolo passo della documentazione portata a Roma a firma di un pediatra di Castelnovo: "...Nella eventualità di sofferenza di neonato a termine causata da evento avverso imprevisto, attivazione del medico Rianimatore presente h24 nella struttura. Il pediatra era comunque sempre presente al momento del parto, in servizio h12 più reperibilità, perché attivato a tutti i parti. Attivazione contemporanea del Neonatologo reperibile della T.I.N. del centro (ASMN-RE) che provvedeva al trasporto in sicurezza del neonato presso l’Hub di riferimento."
Per Corrado Parisoli: "Sindaco, quindi il messaggio che bisogna fare passare è: 'meno male che ha chiuso il Punto nascita' altrimenti sarebbe andata diversamente? Non male. Oltre a questo caso, Sindaco, ritiene che dover sempre lavorare in emergenza sia auspicabile in un territorio come il nostro?".
Intanto si scopre che c'è già stato un altro caso di una partoriente in difficoltà, condotta in ospedale in città di notte. E' quanto svela Fabrizio Ganapini: "Quindi meglio avere un reparto chiuso a Castelnuovo e volare in elicottero e quando questo non vola incrociamo le dita come abbiamo fatto io e il mio collega. Forse avere un reparto a Castelnuovo vorrebbe dire avere almeno un dottore specialistico che magari qualcosa può fare? Poi è ovvio che ci saranno sempre casi che andranno dirottati urgentemente a Reggio o dove necessario, ma davvero siamo qui sempre a sperare che vada bene?"
Polemica fuorviante e sbagliata nella sostanza.
Il pediatra citato da Gianni Marconi sono io ed infatti scrivevo parto A TERMINE.
Confermo ciò che ho scritto e rimango convinto che il punto nascita poteva e doveva rimanere aperto a C.Monti-
Questo caso è del tutto diverso e se anche il punto nascita fosse ancora aperto si sarebbe attuato quel trasporto in utero che da oltre venti anni si attua in ogni ospedale che non abbia una terapia intensiva neonatale.
Il trasporto in ospedale a castelnovo avrebbe comportato solo un’ inutile perdita di tempo
Complimenti ai colleghi e all’organizzazione del sistema che ha funzionato al meglio e auguri alla mamma e al bimbo.
Dr. Carlo Boni
CarloBoni
E’ sempre difficile esprimersi sui singoli accadimenti, ciascuno dei quali ha storia a sé, anche per via di specifiche circostanze non facilmente valutabili dagli inesperti del settore, o da chi guarda e giudica dal di fuori lo svolgersi delle cose, ma se allarghiamo il discorso alle questioni di carattere generale, ossia nella fattispecie al Punto Nascita dell’Ospedale montano, qualche considerazione possiamo verosimilmente permettercela.
Ricostruendo un po’ la cornice di questo tribolato argomento, abbiamo più volte sentito la tesi secondo cui la chiave della chiusura o riapertura dei punti nascita minori sarebbe di fatto nelle mani del Governo centrale, e andrebbe segnatamente ascritta alle decisioni ministeriali del dicembre 2010, quando il Paese era, guarda caso, a guida centrodestra, aspetto che tende a sottolineare più d’uno tra i sostenitori della predetta tesi.
A parte la debolezza di siffatta teoria, visto che quell’Accordo del 2010 aveva una doppia paternità, essendo stato preso, da quanto mi risulta, in sede di Conferenza permanente tra Stato, Regioni, e Province Autonome, vedremo se con la nascita del Governo cosiddetto giallorosso, che sembra ormai in dirittura di arrivo, la tesi in discorso continuerà a circolare o perderà invece quota (il che sarà un po’ come una cartina di tornasole).
P.B. 30.08.2019
Sono di Quara. Questo week end sono stata ricoverata in ospedale a Reggio per perdite ematiche e contrazioni alla 29ma settimana di gravidanza. Ho assistito a due arrivi dalla montagna di gravide con l’elisoccorso e se devo dirla tutta, mi chiedo se, e quando, toccherà a me. È scandaloso, che una donna incinta, con già tutte le ansie del mondo, non possa avere l’appoggio di un ospedale più vicino a casa. Davvero scandaloso. Immagino che sia più utile far spostare un elicottero, con tutti i costi che ha, ogni qualvolta ce ne sia bisogno, (con tutti i rischi che ci sono lo stesso, perché non so se potrebbe mai volare con tempeste o nebbia in atto ecc…) piuttosto che far turnare i medici del Santa Maria al Sant’Anna in modo da mettere in sicurezza le situazioni. Beh, immagino che queste “grandiose” decisioni siano state prese da uomini che non hanno la minima idea di cosa voglia dire partorire. Complimenti.
Jessica Grossi