“Sto bene, sono contentissimo, con tanta voglia di venire a casa!”. Forte e chiara come sempre la voce di Ivano Filippi da Alta, l’aeroporto della contea più settentrionale della Norvegia dove sta aspettando il primo degli aerei che lo riporteranno a casa.
Sono passate solo 24 ore dall’arrivo a Capo Nord. “Finalmente seduto su qualcosa più comodo di un sellino” osservo. Ma non è stata la “scomodità del mezzo”, una mountain bike attrezzata da turismo, la fatica maggiore dei 100/120 km quotidiani bensì la lotta con il clima.
“È stata dura, lunga! Il clima ti contrasta, hai costantemente il vento del nord che soffia in senso contrario, sempre più forte. Se Austria e Germania sono attrezzatissime per i ciclisti e per trovare ospitalità, in Svezia e Finlandia la bassa densità della popolazione fa sì che tu ti trovi a percorrere anche 70/80 chilometri senza incontrare abitazioni. Ci sono più case sparse che paesi veri e propri. Gli esercizi pubblici aperti sono pochissimi. L’ambiente gioca allora un ruolo importante. E non solo quello fisico. Devi far i conti costantemente con l’ansia dell’imprevisto. Il carico pesante ad esempio ha provocato la rottura dei raggi. Per fortuna è successo in Germania, se fosse successo in Svezia non so immaginare le conseguenze. Anche il telefono a un certo punto ha dato forfait e sono rimasto diversi giorni senza collegamento poi in Finlandia ho trovato un ragazzo che è riuscito a recuperarmelo. Per dormire prenotavo il giorno prima con Booking, a volte negli agriturismi a volte nelle case private”.
La bicicletta permette di entrare meglio a contatto con mondi e persone?
“All’estremo nord non sono espansivi come da noi, le persone fanno fatica a sorridere. Non è una vita di comunità. Sia in Svezia che in Finlandia il sabato e la domenica amano ritirarsi nelle case sui laghi: apprezzano ambiente e solitudine, la natura è tutto. Ma se hai bisogno di riempire la borraccia sono gentilissimi”.
Già, i rifornimenti… Hai perso peso?
“No, non ho perso peso, ho mangiato e bevuto molto, avevo sempre una scorta d’acqua, è fondamentale”.
Anche tu hai conosciuto bene la solitudine in questo viaggio.
“Ho sofferto di ansia, ma passo dopo passo vedi che conquisti distanze e prendi coraggio. Ho incrociato molti cicloturisti, soprattutto tedeschi. In aeroporto con me c'è un ragazzo che sta percorrendo l'Europa in bicicletta da 4 mesi. In tutti c’era e c'è desiderio di parlare, di scambiare opinioni. I gruppi whatsapp, Ciclistica i Tornanti, I chierici di don Nando, Pelo Nord, Sei di Casina, I cicloviaggiatori mi hanno sostenuto con incoraggiamenti quotidiani. Nelle giornate sotto l’acqua è dura, occorre tenacia e determinazione. Alcune giornate sotto l’acqua ci sono state, ma complessivamente è andata bene”.
Sono tante le sfide vinte da Ivano Filippi, ex bancario, casinese doc con residenza a Reggio dal lunedì al venerdì: Ironman a Zurigo, la traversata a nuoto del Lago di Lochness, del Golfo del Tigullio, dello stretto di Gibilterra, da Casina a Capo Nord in bici…
Adesso…
“Ci tenevo molto a raggiungere Capo Nord, il punto più a nord sulla terraferma, è la meta sognata da tutti i ciclisti. Adesso…lasciami tornare a casa!”.