Consiglio comunale castelnovese. Voto d'astensione contrario per Castelnovo ne' Cuori. "La prima discussione - spiega Nadia Vassallo - ha avuto come argomento la nomina del segretario comunale in Unione con altri 3 comuni: Vetto Carpineti e Ventasso. Il nostro voto di astensione è stato determinato sostanzialmente dal fatto che non siamo ad oggi in grado di determinare se un unico segretario per tutti questi comuni sia un vantaggio per gli stessi. L'unico argomento che riteniamo a favore è quello riguardante l'aspetto solidaristico nei confronti dei più piccoli comuni dell'Unione che il Sindaco Bini ha spiegato non riuscirebbero a sostenerne il costo, ma non siamo sicuri che un'unica figura sia garanzia di efficacia per tutti".
Ancora: "Della mozione dei 5 stelle 'Dalla parte dei bambini' - prosegue l'esponente di Castelnovo ne' Cuori - abbiamo condiviso lo spirito che l’ha mossa, ovvero maggior sensibilità e capacità di ascolto verso i cittadini, ma non avendo potuto partecipare alla conferenza dei capigruppo e vista la delicatezza dell’argomento non siamo certi che questa commissione assolva agli obiettivi che si propone in armonia con un quadro di competenze complesso e oggetto di analisi da parte della politica nazionale. Per questo abbiamo sospeso il giudizio esprimendo l’astensione. Ma già con il prossimo Consiglio nel quale presenteremo una interpellanza, avremo modo di approfondire le questioni".
"Abbiamo condiviso l’intervento della consigliera Mariella Filippi che a chiusura della seduta ha sommessamente ricordato che le istanze dei consiglieri di minoranza non debbono essere considerate strumentali poiché non coincidenti con il volere della maggioranza, ed esprimiamo l’auspicio che tutti si sforzino per superare i propri limiti caratteriali quando essi rischiano di alterare il sereno svolgimento dei lavori e di condizionare la condivisione degli intenti".
Queste righe mi fanno tornare alla mente l’epoca in cui quasi ogni Comune aveva il proprio Segretario comunale, che se non ricordo male era allora di nomina prefettizia, ed erano anche i tempi in cui bastavano due soli Comuni della nostra montagna, o poco più – tra quelli con maggiore zootecnia bovina – a raggiungere o superare il numero di 1.100 allevatori di cui si parla in altro articolo di Redacon, dal titolo “Fiera del Parmigiano da record a Casina con 33 caseifici. Presentata a Bologna”, numero che pare riferirsi a tutta la dorsale appenninica tra Bologna e Parma.
Oggi noi non possiamo che essere grati a questi 1.100 allevatori che, come dice l’articolo, mantengono in vita un’attività preziosissima dal punto di vista sociale – ed economico si può aggiungere – nella montagna di quattro Province, grazie al lavoro nelle foraggere, ossia in campo, e in caseificio, ma possiamo nel contempo immaginare quale funzione abbiano avuto nella tenuta del tessuto sociale le tantissime stalle che costellavano una volta il nostro territorio, alcune molto piccole ma che al di là delle dimensioni “facevano sistema”, per usare una espressione diventata poi molto attuale.
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La coincidenza o parallelismo di cui sopra hanno una sola e semplice valenza cronologica, ma stanno comunque a dirci quanto sia cambiata nel complesso la nostra società, e non è di certo passato un secolo, e se da un lato c’è chi ritiene fosse inevitabile, ed anche auspicabile, un tale progresso o “salto in avanti”, altri pensano invece che forse ci si poteva fermare a “metà strada”, per non trovarci poi a voler far rivivere in qualche modo il cosiddetto modello “slow”, come sta oggi succedendo, visto che i ritmi di quel mondo passato coincidevano di fatto, o almeno così sembra, con quanto si vuole ora riproporre.
P.B. 26.07.2019