La sensibilità degli artisti del teatro Bismantova di Castelnovo ne’Monti si è unita negli ultimi mesi al lavoro del progetto "Parco nel mondo" del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, dando vita a una sinergia che ha trovato nelle storie di emigrazione della nostra montagna il punto da cui partire per la realizzazione di un progetto comune: lo spettacolo "Una stella cade per chi viene e chi va", che verrà rappresentato per la prima volta mercoledì 9 giugno, alle ore 21, al teatro Bismantova.
Dopo la rivisitazione della Lisistrata di Aristofane, a cura di Francesca Bianchi, questa è la seconda produzione annuale della scuola di teatro di cui, per il teatro di narrazione è docente Marina Coli: nei mesi scorsi ha infatti raccolto ed elaborato il materiale di ricerca scritto e ricostruito da Rachele Grassi nel corso del suo lavoro a contatto con emigrati e cittadini affettivi del Parco nazionale, incontrati nei diversi appuntamenti organizzati dal progetto Parco nel Mondo nei Comuni del crinale, ognuno con la propria storia di fatica, ma anche di soddisfazione da raccontare, in cui l’amore per l’Appennino si scontra con la volontà di costruirsi un futuro dignitoso. Sono storie sempre divise a metà tra la voglia di tornare a casa e la necessità di rimanere lontani per poter lavorare e assicurare un avvenire alla famiglia. Sulla base di questi racconti semplici e molto toccanti è stato elaborato un copione proposto agli allievi della scuola di teatro, allestendo una rappresentazione basata sull’espressività corporea, la voce e la dimensione del canto. Sarà uno spettacolo a più voci, affresco di un importante pezzo di storia montanara dei decenni scorsi, in cui domina il legame forte tra l’emigrante e la sua montagna e si trovano come temi comuni il viaggio, il lavoro ed il ritorno nei luoghi d’origine.
Questo spettacolo è il risultato di una collaborazione nata con la volontà di unire professionalità che abitualmente operano in diversi ambiti per costruire un progetto trasversale, nella convinzione che si possa lavorare insieme per comunicare la montagna, per renderla più viva aumentando lo scambio di idee, il dialogo e la collaborazione tra le realtà che si trovano sul territorio e che hanno come obiettivo quello di rendere più vitale il territorio in cui viviamo. L’auspicio è quello di proseguire su questa strada anche in futuro, continuando a lavorare in squadra, riuscendo anche a portare il nostro Appennino e la sua gente al di là dei confini geografici e amministrativi tradizionali, così come hanno fatto i nostri emigrati nei loro viaggi in tutto il mondo.
Un’esperienza commovente
Sono andato con l’idea di qualche cosa di completamente diverso, comico forse o che si avvicinasse alla commedia dialettale
e invece in più parti mi sono commosso anche se l’andamento leggero delle scene e degli attori ha fatto si che il tempo
scorresse in una piacevole malinconia. Ho cercato di bloccare per sempre alcuni momenti di questa piacevole serata in
ricordo di chi è stato costretto ad emigrare. Qui le mie foto: @Lhttp://www.flickr.com/photos/29100366@N02/sets/72157624240741442/show@=www.flickr.com#L.
(Alberto Zanni, [email protected])
Bis, bis!
Anch’io mi sono commossa dall’inizio alla fine e dall’inizio alla fine sono rimasta ammirata dall’espressività del testo, dall’equilibrio tra dramma e leggerezza, dalle coreografie e dalle soluzioni di regia, magie create con pura essenzialità.
Grazie a Marina Coli per avere messo in scena con tanta capacità artistica momenti importanti e condivisi del nostro ieri, di aver dato al locale l’impronta dell’universalità; grazie alla direzione artistica del teatro e alle istituzioni che hanno sostenuto lo spettacolo e soprattutto la scuola e complimenti agli attori diventati bravissimi in così poco tempo!
(Giovanna Caroli)