Home Cronaca Turismo nell’Alto Appennino, si può: “propongo una rete di coordinamento”

Turismo nell’Alto Appennino, si può: “propongo una rete di coordinamento”

36
0

Riceviamo e pubblichiamo.

___

Un piccolo progetto per una grande rinascita

Quanto riportato sotto, al capitolo “Il Turismo in Italia”, è premessa e base per incominciare a tracciare le linee guida per un piano di rinascita dell’Alto Crinale dell’Appennino Reggiano attraverso un “Progetto di riqualificazione e di incremento dell’attività turistica”.

Parlare di ‘vocazione naturale’ non è utopistico. ‘Vocazione’ vuol dire chiamata, invito, disposizione. ‘Naturale’ ci dice del creato, di qualcosa di innato e di qualcosa di presente, di fauna, di flora e di ere geologiche, di quello che eravamo e di quello che siamo.

Mi è stato obiettato che in Appennino non esiste solo il turismo, ma anche l’agricoltura e l’allevamento, la piccola industria e l’artigianato. È vero, se pure in maniera marginale; ma io mi occupo di turismo e di marketing turistico e lascio ad altri sviluppare tali settori.

Prima di presentare le linee generali del progetto, chiedo al lettore la pazienza di leggere quanto segue per dotarsi di una mappa mentale delle dimensioni della voce ‘Turismo’ all’interno del sistema Italia.

Propongo quindi alcuni stralci della pubblicazione: “Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo” in seminari e convegni n. 23 (Presentazione dei risultati di un progetto di ricerca della Banca d’Italia, 11 dicembre 2018, Pdf scaricabile da: www.bancaditalia.it, 110 pagine):

Il turismo in italia

  1. a. l’Italia vanta un patrimonio artistico e di risorse naturali con pochi eguali al mondo: 54 dei 1.092 siti Unesco (il 5%!);
  2. b. alle attività turistiche sono direttamente riconducibili oltre il 5,5% del Pil e oltre il 6,5% degli occupati (circa 1,5 milioni di posti di lavoro). Il PIL sale a oltre il 10% se consideriamo anche l’indotto;
  3. c. il numero di viaggiatori e della spesa turistica sono previsti in forte crescita nei prossimi due decenni;
  4. d. dal 2010 si registrano segnali di incremento (+ 4,3% anno) della spesa degli stranieri in Italia, favoriti dalla competitività di prezzo e dall’insorgere di tensioni geopolitiche che sconsigliano i viaggi verso paesi a rischio di attacchi terroristici.
  5. e. vi è un rinnovato interesse per le vacanze culturali con crescite del 9% all’anno. A partire dal 2015, i segnali positivi si sono estesi anche al turismo domestico (turisti italiani che rimangono in Italia);
  6. f. nelle ‘motivazioni culturali’ della scelta dei turisti stranieri, ricade circa il 60% della spesa degli stranieri in vacanza in Italia, mentre le vacanze rurali e in montagna tendono a ristagnare;

Una strategia di sviluppo che punti al mix dei contenuti (ndr: mete artistico/culturali, museali, naturali, rurali, montane, balneari, geologiche, enogastronomiche, ecc.) può presumibilmente produrre effetti positivi. L’offerta turistica con finalità culturali può essere abbinata a vacanze di tipo naturalistico, mettendosi al riparo dalla concorrenza di paesi con caratteristiche naturali simili alle nostre ma meno dotati dal punto di vista storico-artistico;

  1. g. l’unicità del patrimonio culturale italiano, arricchita anche da altri contenuti come la qualità della cucina e l’eccellenza del made in Italy, è un vero e proprio vantaggio competitivo particolarmente apprezzato;
  2. h. l’Italia è prima in Europa per numero di strutture ricettive e per posti letto. Aumentano i posti letto in strutture ricettive diverse dall’albergo, (agriturismi, bed & breakfast, case per vacanza, appartamenti).

Si assiste ad un progressivo innalzamento della qualità delle strutture alberghiere a fronte di una sostanziale stabilità del loro numero;

  1. i. ampie aree del Paese non sembrano ancora sfruttare appieno le proprie potenzialità, tenuto conto della ricchezza e diffusione del patrimonio artistico e culturale, fattore centrale nella domanda turistica rivolta all’Italia
  2. l. i risultati di questa indagine ci restituiscono l’immagine di un paese ben posizionato ma non al vertice, nonostante la ricchezza delle dotazioni culturali e naturali di cui potrebbe usufruire, a causa di evidenti lacune che hanno caratterizzato il governo del turismo.

Le aree di valutazione in cui l’Italia mostra i ritardi più evidenti riguardano tutte l’ambito delle politiche turistiche: 1. pianificazione strategica, quali la capacità di promuovere l’immagine del Paese o di definire le priorità per lo sviluppo del settore; 2. bassa spesa pubblica destinata al comparto e un sistema statistico e informativo ancora poco tempestivo; 3. svantaggio nelle misure di dotazione del capitale umano impiegato nel settore; 4. carenza di infrastrutture di trasporto; 5. centrali per promuovere soprattutto le aree in ritardo;

  1. m. negli ultimi 20 anni, l’attività governativa sembra aver abdicato al ruolo di coordinamento, promozione e documentazione statistica: è mancato un ruolo di regia centrale.

Solo da ultimo, con la regia del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, è stato varato un Piano strategico di settore che è riuscito a coinvolgere le istituzioni regionali e i principali stakeholder (portatori di interesse) nell’elaborazione di alcune linee di indirizzo per il governo del comparto su un orizzonte di 6 anni. Il Piano, approvato nel 2016, definisce un insieme di priorità allineate alle raccomandazioni OCSE per lo sviluppo del comparto.

Quattro gli obiettivi prioritari: 1. differenziazione dell’offerta; 2. aumento della competitività; 3. rilancio del marketing; 4. costruzione di una governance partecipata del settore.

Le iniziative intraprese hanno riguardato anche: 1. la valorizzazione dei centri minori; 2. un piano per la mobilità turistica che favorisca l’accesso alle destinazioni turistiche; 3. misure indirizzate alla riqualificazione delle strutture ricettive; 4. diffusione delle tecnologie digitali.

Sentiero Dorato vista dalla croce

Gli attori del progetto

Prima di andare in scena, proviamo a guardare quanti e quali sono gli interpreti:

  1. Amministrazioni ed Enti territoriali: Comuni, Amministrazioni Provinciali e Regionali, Enti a vario titolo e scopo, Parco Nazionale, Associazioni di Categoria, Camera di Commercio, ecc. - manca il riferimento a "Distretto Emilia", il nuovo soggetto pubblico di promozione e commercializzazione turistica nato tra Reggio, Parma e Piacenza e ad Apt regionale ndr - ;
  2. esercizi commerciali interamente o parzialmente vocati al turismo: esercizi pubblici di ristoro e ristorazione, esercizi di ospitalità, negozi, poli di attrazione culturale e ludica, ecc.;
  3. aggregazioni di volontariato: associazioni, circoli, pro loco, gruppi spontanei, altri gruppi di aggregazione con vari scopi, ecc.;
  4. l’intera popolazione del territorio interessato al progetto: residenti del comune di Ventasso, residenti del comune di Villa Minozzo, non residenti proprietari o affittuari di seconde case, nativi del territorio esodati negli ultimi 10/20/30 anni.

Gli obiettivi del progetto

Solo i grandi statisti sono in grado di indicare delle visioni sul lungo periodo. Non è sicuramente il mio caso e il mio orizzonte non può andare oltre il breve periodo.

Riassumo le priorità che intravedo per i prossimi anni: 1. arrestare l’esodo delle famiglie e dei giovani attraverso la creazione di posti di lavoro; 2. creare posti di lavoro riqualificando e incentivando il turismo; 3. incrementare il turismo attraverso la riqualificazione delle strutture ricettive esistenti e la creazione di nuove forme di soggiorno; 4. ideare poli di attrazione artistico-culturali, naturalistici, sportivi e ludici; 5. attirare i flussi turistici con campagne di marketing multimediali e di internet marketing; 6. dar vita a centri permanenti di formazione e di aggiornamento a disposizione degli imprenditori, dei volontari e della popolazione.

Una associazione di coordinamento

Non ho mai creduto molto alle ‘cabine di regia’, mi richiamano al cinema e alla fiction, e poi il regista è il deus ex machina del set. Preferisco gli spazi aperti e liberi da pastoie di ogni tipo, dove il confronto di idee e di esperienze è solare e disinteressato.

Sentieri Baiso

Ho partecipato ad un incontro l’8 maggio a Castelnovo, organizzato dal Parco Nazionale, fra imprenditori, rappresentanti di associazioni di volontariato e responsabili a vario titolo di Enti, tutti impegnati nella promozione turistica. Nel raccontare ognuno il ‘fare’ della propria realtà, è emersa forte la necessità di poter contare su di una rete che agisca da centro di coordinamento e supporto all’attività delle singole realtà, distanti fra di loro perché disseminate su di un territorio vasto e poco densamente popolato. A Ventasso e Villa Minozzo vivono circa 7.800 abitanti su di un territorio di 426 km2. Il comune di Reggio Emilia conta circa 172.000 abitanti su di un territorio di 230 km2.

Un Gruppo di volontari è già al lavoro per creare una associazione di coordinamento che ‘favorisca il fare rete’ e che funga da ‘collettore fra i vari attori’ del comparto turistico.

Chiediamo alle Amministrazioni e agli Enti di accogliere benevolmente tale iniziativa e, fin dalla fondazione, di patrocinarla.

Chiediamo agli Imprenditori delle attività turistiche di credere in questa Associazione di coordinamento, di supportarla e parteciparla affinché porti vantaggi concreti per l’intero territorio.

Chiediamo alle Aggregazioni di Volontariato di collaborare fattivamente: questa nuova realtà non nasce per sostituirsi o inglobare quelle esistenti, ma ha come scopo quello di agire da moltiplicatore del lavoro e degli sforzi di ogni realtà già operante.

Chiediamo alla Popolazione residente di assumere atteggiamenti di disponibilità e di ascolto a fronte dei progetti che verranno via via sottoposti alla loro attenzione.

Pillole di concretezza

Per motivi di spazio non mi è possibile dettagliare ulteriormente il progetto. Prima di concludere però, alcune indicazioni concrete possono trovare spazio:

  1. 1. il primo gruppo di attori (Amministrazioni, Enti territoriali, Associazioni di Categoria, Camera di Commercio) hanno il compito di accompagnare questa fase di rilancio, e speriamo di rinascita dell’Alto Crinale, con azioni volte a: creare sui loro siti appositi spazi aggiornati di comunicazione rivolti agli Imprenditori per segnalare l’uscita di bandi e incentivi alle imprese; sburocratizzare e sveltire, per quanto possibile, l’elaborazione e la risoluzione delle pratiche presentate per interventi nel comparto turistico; contribuire alle fasi di studio dei progetti che verranno proposti; contribuire economicamente, in modalità strutturale, alle iniziative e alla realizzazione dei progetti.

Per quanto concerne la nascita delle start-up è indispensabile che il neoimprenditore sia accompagnato, in tutte le fasi di avvio della sua attività, in primis dalle Associazioni di Categoria, e in seconda battuta dagli Uffici comunali. Questi giovani imprenditori sono una sana risorsa per il territorio e vanno aiutati a prescindere;

  1. 2. agli esercizi commerciali vocati al turismo, viene consigliato di ammodernare, e se necessario ristrutturare, i locali offerti in uso ai turisti. Non possiamo ignorare che il turista dei nostri giorni, durante un soggiorno breve o lungo che sia, vuole trovare le stesse condizioni strutturali e igienico-sanitarie che riserva per la propria abitazione. Esempio: troviamo ancora casi di servizi igienici, offerti all’utenza turistica, risalenti agli anni ’60 e non allineati alle norme igieniche e ai confort di base.

Ai corsi di marketing turistico viene insegnato che i servizi igienici sono il biglietto da visita del locale e che nel 77% dei casi sono il primo luogo che l’ospite visita;

  1. 3. le aggregazioni di volontariato (più di 50 nel solo comune di Ventasso), presentano un quadro non omogeneo: accanto a quelle attive e moderne nell’offerta turistica, troviamo aggregazioni dall’attività discontinua, spesso perché l’attivismo dei volontari è sporadico. Abbiamo poi aggregazioni ‘dormienti’ che, nel tempo, hanno esaurito l’entusiasmo iniziale.

Il ruolo affidato ai volontari è un bene prezioso che ha bisogno di essere rilanciato. Per ritrovare passione e vitalità si potrebbe anche pensare di rifondare, nelle motivazioni e negli scopi, due o più gruppi di volontari che si aggreghino in nuove formazioni.

Nel complesso l’azione del ‘far rete’ dovrà trovare, nei Gruppi di Aggregazione, validi sostenitori e collaboratori. Questo tornerà anche utile per non duplicare inutilmente iniziative rivolte ai turisti, con dispendio di forze da un lato e scarsità di partecipazione dall’altro;

  1. 4. le azioni, nei confronti di questo quarto gruppo di attori, ovvero la popolazione, si svolge su vari livelli con azioni differenziate: ai residenti di Ventasso e Villa Minozzo si chiede, per quanto possibile, di aderire a qualche gruppo di volontariato, il lavoro da fare è tanto e c’è bisogno di tutti. Segnalare e mettere a disposizione abitazioni non utilizzate: verrà creato un Centro di raccolta dati per mettere in contatto l’offerta con la domanda. Il nostro Appennino ha bisogno anche del turismo annuale, anche se si svolge principalmente nei fine settimana e nei ponti del calendario.

I progetti, sia statali che regionali, per il rilancio dell’Appennino Tosco-Emiliano, insistono anche per un turismo ‘all seasons’ (per tutte le stagioni) e l’Alto Crinale ha le carte in regola per promuoversi in tal senso. La riscoperta delle grotte nei nostri territori (circa 200 nell’intero Alto Crinale) è un progetto già avviato che, a partire da quest’anno, propone visite organizzate 365 giorni all’anno. Va ricordato che in grotta la temperatura è costante (fra 9 e 10 gradi) e non risente della temperatura esterna qualunque essa sia.

Creare un canale di informazione specifico per tenere aperto il dialogo con i nativi del territorio esodati negli ultimi 10/20/30 anni, affinché il filo interrotto possa venire riannodato. Questa iniziativa è già stata messa in atto in atri paesi italiani. Forse è un modo per riaccendere, in persone che loro malgrado sono state sradicate dal loro territorio, la volontà per tornare da turisti estivi o riaprendo le case abbandonate, o addirittura per progettare un ritorno stabile casomai da pensionati.

Conclusioni

Quanto scritto non è certamente esaustivo dell’argomento trattato. È pur vero che: gli attori chiamati in causa sono tanti; gli argomenti da affrontare pure; gli imprenditori, i volontari e i residenti hanno ognuno una propria testa e trovare convergenze e consenso non è così facile.

Lo statista Aldo Moro coniò un’espressione per la quale viene ancora ricordato: le ‘convergenze parallele’, difficili da immaginare ma non per questo impossibili (basta scaldare a dovere i binari delle rotaie).

Un amico montanaro, al quale ho fatto leggere l’articolo prima della pubblicazione, mi ha posto una domanda curiosa (e forse un po’ tendenziosa): “Per quali motivi le famiglie e i giovani dovrebbero rimanere in Alto Crinale e chi se ne è andato addirittura tornare? I servizi di base calano di giorno in giorno. Non siamo serviti da spazi culturali che ci aiutino a crescere. La qualità della vita non è sicuramente da terzo millennio”.

Ho pensato per un attimo alla viabilità e da lì ho capito che non avevo argomenti per rispondere. Dalla nascita abito a Reggio e, anche se ormai vanto una frequentazione trentennale dell’Alto Crinale, non per questo posso eleggermi a ‘montanaro doc’. Giro la domanda del mio amico ai miei 12 lettori di manzoniana memoria come momento di riflessione.

Se anche il tempo sta per scadere, se l’Alto Crinale ogni giorno perde fette di popolazione, se tutti vorremmo fin da subito risultati evidenti e palpabili, non per questo dobbiamo lasciarci prendere da ansia da risultato. Cominciamo intanto a lavorare insieme con un unico obiettivo: il bene comune, certi che è di gran lunga preferibile arrivare il giorno dopo tutti insieme che un giorno prima da soli.

(Augusto Bellesia)