Si prepara un’intensa settimana dedicata al 74° anniversario della Liberazione con tante occasioni di studio e approfondimento sulla lotta partigiana e la liberazione dall’occupazione nazi-fascista.
Il giorno 25 aprile le associazioni partigiane e la Municipalità organizzano la consueta commemorazione, con messa nella Chiesa Parrocchiale (ore 10), corteo e omaggio ai caduti in piazza e saluti del Sindaco Luigi Fiocchi (ore 11).
Sempre il 25 aprile il circolo Enrico Zambonini organizza una non-stop di incontri culturali e musicali: si comincia alle ore 9:35 con i canti di Samuela Gallinari dedicati a “Fain de Sech” (Enrico Zambonini, martire per la liberazione).
Alle ore 10:25 è previsto al Museo del Maggio l’intervento di Valerio Romitelli, storico, studioso di etnografia e movimenti politici, che ci condurrà all’interno del movimento partigiano studiandone un aspetto insolito: La felicità dei partigiani e la nostra è il titolo del suo ultimo saggio.
Il programma prosegue e si sposta al Teatro Mantellini per una discussione con il giornalista e scrittore Paolo Pasi che attraverso il suo libro Antifascisti senza patria ci riporta agli avvenimenti che coinvolsero, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i deportati politici al confino.
Segue tanta musica con Piunz (gruppo musicale), dio valzer (canti popolari di anarchia e lavoro con Mara Redeghieri) e Seinsa tanti bali.
La settimana continua con altri appuntamenti: a cura dell’associazione Villacultura, sabato 27 Aprile alle ore 16:45 saranno ospiti al Teatro Mantellini alcuni testimoni e studiosi che ci condurranno attraverso un percorso di memorie e ricordi ancora negli anni della liberazione ma anche in quelli immediatamente successivi.
La resistenza dei ricordi è infatti il titolo dell’evento: memorie, ricordi di tutta una vita raccontati da Livio Piccinini il partigiano Delinger, che odiava la violenza. Ne parliamo col protagonista, con Franco Piccinini, curatore delle memorie e Saverio Morselli dell’Anpi.
Altri ricordi li ritroviamo all’ombra del Cusna, nel piccolo abitato di Case Balocchi dove per oltre un anno si era certamente nascosto sotto altra identità uno dei più pericolosi criminali nazisti: Adolf Eichmann, responsabile della macchina delle deportazioni, stratega dello sterminio.
Qualcuno forse ancora ricorda quel mite ingegnere francese che si faceva chiamare René?... Ne parliamo con Fausto Galluccio, scrittore e studioso del pensiero liberal-socialista e autore del libro Indagine su Eichmann.
(Paola Ranzani, Villacultura)