Dopo la “disavventura” dei giorni scorsi ad Aleppo e la prima giornata in bicicletta di lunedì (che fortunatamente ha portato nuova linfa), don Giordano è tornato in piena forma e sta pedalando con il vigore delle prime settimane.
Ieri sera è giunto a Damasco, la capitale della Siria, ma lungo il tragitto (in pieno deserto) si è persino concesso una deviazione di 40 chilometri per andare a visitare il monastero di Mar Musa, fondato dal religioso italiano padre Paolo Dall’Oglio.
L’incontro è stato molto bello e suggestivo e don Giordano ha dovuto inerpicarsi su di un monte per raggiungere questo tempio che guarda un orizzonte infinito fatto di pietre e di pulviscolo.
Per chi non conosce padre Paolo Dall’Oglio (classe 1954), è utile dire che fin da ragazzo ha rivelato uno spirito rivoluzionario: militante di sinistra e dalle idee brillanti, è stato uno studente mediocre ed ha lavorato a lungo in un cantiere di Fiumicino dove si costruivano barche, mettendo subito in pratica gli ideali di solidarietà operaia. Dopo la laurea, ha cominciato a maturare la sua vocazione e nel 1975 è entrato nella Compagnia di Gesù.
Nel 1982, grazie ad una vecchia guida turistica della Siria, è venuto a conoscenza dell’esistenza di Mar Musa, monastero abbandonato da molto tempo, concependo così la sua idea di missione: far risorgere il monastero fondandovi una comunità dove il dialogo tra cristiani e mussulmani è quotidianamente e concretamente vissuto.
Storicamente parando, la località di Mar Musa fu abitata fin dalla preistoria da popolazioni che ne sfruttavano i naturali anfratti e la presenza di acqua.
In epoca romana fu scelta dagli anacoreti che a poco a poco costituirono la prima comunità monastica.
La tradizione locale vuole che Mosè l'Abissino, figlio di un re etiope, dopo aver rifiutato di succedergli al trono, preferì la vita eremitica spostandosi in Egitto, poi in Terra Santa ed infine in Siria, in una grotta nella valle dove oggi sorge il monastero. Venne alla fine ucciso da soldati bizantini e il suo corpo riportato in patria dai famigliari. In Siria venne lasciato soltanto un pollice.
Dopo questa parentesi eremitica, dunque, don Giordano ha ripreso la via e raggiunto Damasco, che oltre ad essere la capitale della Siria è anche la seconda città più popolosa del Paese con gli oltre 1,6 milioni di abitanti, mentre l'area metropolitana ne conta più di 5 milioni. Città storica, nata nello stesso periodo delle civiltà mesopotamiche, in origine la sua popolazione era costituita da genti di stirpe semitica orientale note come Aramei. È considerata la più antica città del mondo fra quelle abitate in maniera continuativa.
Con tutta probabilità, nella giornata di oggi don Giordano varcherà i confini per entrare in Giordania, ma difficilmente riuscirà a raggiungere Amman per via della lontananza e delle tratte molto impervie.
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Grazie!
Un grazie infinito a don Giordano e all’Ispettore Rocchi che ci permettono di partecipare a questo viaggio “unico”. So quanto spesso sia tutt’altro che facile trovare un punto internet e quanto tempo ci voglia a trovare informazioni, organizzarle e trascriverle. Vado sempre a cercare gli aggiornamenti e puntualmente li trovo ricchi di dettagli. Grazie davvero. Il numero delle letture dice che è un sentimento ampiamente condiviso.
(Giovanna Caroli)