“Un coro in cielo”: è questo il senso del concerto che il Coro Monte Cusna offre agli appassionati, alle 21 di venerdì 16 novembre, presso il Teatro San Francesco da Paola, di Villa Ospizio, a Reggio.
Lo scopo è quello di ricordare i coristi che “sono andati avanti”, una ventina ormai, e che ora cantano in paradiso. Per questo il concerto sarà preceduto, alle 20, dalla messa in loro suffragio, nell’attigua chiesa dell’Ospizio, che sarà celebrata da don Mauro Vandelli, corista effettivo da una decina d’anni.
Sarà l’occasione non solo di ricordare i coristi defunti, ma soprattutto di ripercorrere la storia del coro, prendendo spunto dal decennale della partenza per il cielo di Giancarlo Guidetti, il direttore “storico”, che ha diretto il coro per 34 anni, dal 1974 al 2008, e che gli ha dato quell’impronta di robustezza e precisione esecutiva che lo caratterizza presso gli amatori di questo genere. Per questo è stato fatto un invito particolare sia ai familiari dei coristi del “coro in cielo”, sia agli ex coristi (e sono tanti, in 55 anni di attività), sia allo zoccolo duro degli appassionati e di coloro che apprezzano il canto corale.
In tre successivi momenti evocativi (il “prima”, il “durante” e il “dopo” Guidetti), il coro presenterà una quindicina di canti della tradizione popolare e di montagna, fra cui alcuni pezzi del repertorio degli Alpini, particolarmente suggestivi a cent’anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale.
Ci sarà poi spazio alla novità di quest’anno, il gruppo “allievi”, una decina di “voci nuove” che proprio all’inizio di questo 2018 hanno aderito al coro e che ora sono ormai in grado di presentare il frutti di questi quasi dieci mesi di intenso apprendimento. Saranno paradossalmente proprio loro, gli ultimi arrivati, a cantare i canti del “prima di Guidetti”, quelli dei primi anni di vita del Coro. Canti che, nella loro classicità, rappresentano tuttora parte integrante del repertorio del Coro Monte Cusna. Il senso della serata sarà quindi anche questo: sottolineare questo continuo intreccio, in 55 anni di storia, fra continuità e innovazione, a conferma che il canto popolare non solo non è destinato a spegnersi, ma ha delle risorse culturali e canore che sono tuttora capaci di attrarre nuovi coristi e di affascinare il pubblico degli appassionati.