Con ritrovo presso la sede della Croce Rossa di Casina (Sala dei Principi) in Via Matteotti n. 2, inizia la visita dedicata all'illustrazione del progetto "Miglioramento dei sistemi foraggeri nelle valli del Tassobbio a sostegno della produzione di Parmigiano Reggiano “Prodotto di montagna”".
“Abbiamo fatto un progetto – spiega Marcello Chiesi, presidente della Latteria San Giorgio, latteria che per prima ha scommesso sul formaggio Parmigiano Reggiano “Prodotto di montagna” per dare continuità all’attività agricola e alla produzione di latte, che sono sempre state alla base dell’economia locale - che abbina la produzione del Parmigiano Reggiano di Montagna ai foraggi. Infatti, per fare il nostro prodotto che usufruisca della dicitura ‘Prodotto di Montagna’, ai sensi del regolamento del Consorzio Parmigiano Reggiano, almeno il 60% della sostanza secca deve essere prodotta nelle nostre aziende”.
Quindi quale soluzione avete trovato?
“Ci siamo dati l’obiettivo di studiare come rinnovare i prati in modo nuovo a fronte di una problematica tipica del casinese. Infatti, nelle nostre terre, però, abbiamo roccia a pochi centimetri dal suolo. Allora, sotto l’egida del Crpa che ha condotto lo studio, abbiamo fatto la semina su suolo. Questa avviene con delle macchine da sodo: hanno un disco che apre il cotico erboso, quindi depongono il semine e richiudono il piccolo solco. E’ una tecnica
che funziona bene dove c’è terreno poco fertile”.
E per le proteine?
“Per fare un buon Parmigiano Reggiano è necessario avere nei foraggi una buona fonte proteica che, in passato, come nel caso della soja si è acquistata anche all’estero, mentre per i foraggi, come la medica, anche fuori dal comprensorio, come i fieni di medica che anticamente venivano anche dalla Spagna. Come noto, però, la medica dopo alcuni anni di coltivazione sparisce a scapito di altre essenze vegetali”.
Come ovviare a questo problema?
“In questa sperimentazione abbiamo portato la coltivazione a seme dopo 10 anni che si era autoselezionata. Quindi la abbiamo trebbiata, raccolto il seme e notato come la nostra medica ‘autoselezionata’ ha durata molto superiore all’erba medica in commercio”.
In latteria è stato costituito un Gruppo operativo per l’innovazione che, per agevolare il passaggio generazionale, ha richiesto un supporto di innovazione e trasferimento di conoscenze è costituito da: Latteria Sociale San Giorgio e da a quattro aziende agricole socie (Cooperativa Agricola Santa Lucia, Azienda Agricola Strada, Azienda Agricola Il Ponte, Azienda Agricola Nasi) coadiuvate da e in collaborazione con CRPAe Fondazione CRPA Studi e Ricerche.
La visita in campo prevista domani, mercoledì 26 settembre, dalle ore 10 alle ore 12.30, permetterà di vedere le innovazioni introdotte nella fase agronomica del processo produttivo, per la coltivazione dei foraggi. L'adozione di tecniche colturali poco diffuse in montagna, così come l’utilizzo di specie e varietà nuove o scomparse stanno fornendo interessanti risultati per la qualità del fieno prodotto e per il suo valore nutritivo.
La partecipazione gratuita previa registrazione on-line.