Dieci tecnici del Soccorso alpino speleologico Emilia Romagna, provenienti da tutta la regione e dal reggiano, sono impegnati nelle operazioni di ricerca dello speleologo esperto caduto sabato intorno alle 18 all'interno della Grotta della Mottera, in alta Val Corsaglia, Comune di Frabosa Soprana (Cuneo).
L'uomo era impegnato con lo speleoclub Tanaro nella traversata dal Buco Fantozzi alla Colla degli Stanti, un percorso particolarmente apprezzato dagli speleologi, quando è precipitato riportando lesioni multiple che gli impedivano di uscire autonomamente.
E ieri, intorno a mezzogiorno, la barella con G. G. - lo speleologo esperto feritosi ieri sera durante un’esplorazione all’interno della Grotta della Mottera, in alta Val Corsaglia, Comune di Frabosa Soprana (CN) - ha iniziato il suo lento cammino verso l’uscita situata in Alta Val Corsaglia, proseguendo quindi lungo l’itinerario intrapreso dal gruppo prima dell’incidente poiché situato a distanza più breve rispetto all'ingresso.
Dopo che il personale tecnico e sanitario delle delegazioni speleologiche del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) ha stabilizzato e imbarellato il ferito e dopo che le squadre distribuite lungo il percorso hanno attrezzato i passaggi più tecnici, ha preso avvio la movimentazione della barella. Si tratta di un percorso estremamente complesso, che avviene per lunghi tratti in sospensione da terra grazie a teleferiche e carrucole lungo le quali scorre il presidio con il ferito a bordo.
Per il superamento di alcune strettoie sono entrate in funzione le squadre di disostruttori che hanno allargato i varchi nella roccia. A tal proposito è stata fondamentale anche la presenza di numerosi tecnici attrezzati con mute da sub che restano a bagno nelle risorgenze della grotta e si passano di mano in mano la barella evitando che entri in contatto con l’acqua.
Il dato più incoraggiante lo ha fornito il medico giunto sul luogo dell’incidente insieme ai primi soccorritori: nonostante le lunghe ore trascorse all’interno della grotta, le condizioni del ferito sono ancora stabili grazie alle prime cure ricevute dopo l’infortunio e grazie ai presidi sanitari con cui è stato trattato, tra cui una tenda che lo ha protetto dall’ipotermia, le tecniche e gli strumenti con cui è stato stabilizzato e le cure farmacologiche a cui è stato sottoposto, dopo attento confronto tra i medici presenti sul ferito e quelli all’esterno della grotta.
Fondamentale anche l’installazione di un cavo telefonico studiato e realizzato dal Cnsas per queste occasioni con cui è stato possibile trasmettere fuori dalla grotta comunicazioni di carattere sanitario e logistico per una maggiore efficacia dell’intervento. Non è ancora possibile prevedere con precisione l’orario di uscita della barella, ma è probabile che avverrà alle prime luci dell’alba di domani mattina.
Alle operazioni stanno partecipando 80 tecnici speleologici Cnsas di Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Marche, oltre a 20 tecnici alpini della Delegazione piemontese di Mondovì che nella notte hanno condotto in salvo i compagni dell’infortunato e stanno gestendo il trasporto dei materiali lungo la via ferrata che conduce all’imbocco della grotta.