Ha scompaginato le carte in tavola uno degli ultimi consigli comunali di Carpineti. Perché in merito all’Asp don Cavalletti, che vede contrapposte a mesi l’amministrazione comunale e l’Unione dei comuni nel proporre l’esternalizzazione del servizio della parte pubblica, in perdita, e i lavoratori e sindacati a chiedere la gestione pubblica (e quindi contratto pubblico per i dipendenti, con intervento del Comune), sono emerse novità di rilievo sulla stessa struttura ospitata a Poiago. Infatti, il centro residenziale - sulla cui gestione sta ora discutendo un tavolo tecnico composto da tre sindacalisti e tre sindaci - verserebbe in gravi condizioni di insicurezza sismica accertata sin dal 2013. A rivelarlo sarebbe una relazione di cui solo a ora, la stessa Asp e lo stesso sindaco sono venuti a conoscenza.
Di intervento manutentivi necessari, comunque, nel tempo si è ampiamente discusso e lo stesso Pd cittadino aveva lamentato la “mancanza di alcuno studio tecnico”.
Proprio l’attuale direttrice dell’Asp ha invece rinvenuto una “relazione tecnica rilasciata nel marzo 2013 riguardante la resistenza della struttura Don Cavalletti ai terremoti”. "Una relazione – ha chiarito il sindaco in consiglio comunale – che non era nota a questa amministrazione e neanche nota all’attuale amministrazione dell’Asp". Da questa relazione emergerebbe che “un’ala della struttura del Don Cavalletti ha resistenza zero al sisma”.
Un fatto di rilievo per il quale il sindaco si è attivato per informare gli stessi lavorati dell’Asp “senonché alla mia richiesta tramite la direttrice di appuntamento con le Rsu per importanti comunicazioni – ha detto il sindaco rivolto ai consiglieri -, la stessa Rsu mi ha risposto che non aveva intenzione di incontrarmi. La presidente del consiglio di amministrazione dell’Asp, l’avvocato Elisa Codeluppi, si è dichiarata molto preoccupata di quanto scritto nella relazione, ritenendo che la stessa avrebbe dovuto essere presa in esame e analizzata subito dopo la sua consegna agli amministratori”.
Da quanto appreso, dal consiglio comunale citato l’Asp ha già assegnato a un professionista uno studio per un ulteriore analisi sismica della struttura “perché in quelle condizioni la struttura non si sa se si può considerare sicura e, nemmeno, se può trovare ospitalità pubblica. Al professionista che l’ha redatta sarà quindi richiesta una attualizzazione della relazione, perché sono passati cinque anni e quindi potrebbe essere cambiato qualcosa nella norma” aveva spiegato il sindaco. Quindi si richiederà anche un preventivo per un miglioramento sismico (almeno pari al 60% di resistenza) perché l’adeguamento non si raggiungerà mai (come nel nuovo del 100%)”.
Mentre tra i famigliari degli ospiti della don Cavalletti c’è preoccupazione, tra gli addetti ai lavori circolano alcune ulteriori domande. Come mai una relazione di simile portata è rimasta ignota sino ad ora? Chi interverrà e con quali risorse per l’adeguamento sismico di una struttura che ospita anziani di diversi comuni dell’Appennino?
* * *
Riceviamo e pubblichiamo.
Aggiornamento 9 maggio ore 11,20
Relativamente all’articolo pubblicato sull’Asp Don Cavalletti, le Oo.Ss. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, vogliono chiarire quanto è stato dichiarato rispetto al Rsu dell’Ente, nel quale si afferma che le stesse abbiano rifiutato di accettare un incontro con il Sindaco in merito alla questione citata nell’articolo.
Si precisa che le RSU della struttura hanno richiesto di effettuare gli incontri in presenza delle organizzazioni sindacali scriventi, essendo a oggi aperto un tavolo tecnico presso l’Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano, che si è già riunito per ben due volte per analizzare e approfondire la questione Asp Don Cavalletti.
Non vi è stato quindi alcun diniego al volere incontrare l’Amministrazione del Comune di Carpineti o il Sindaco stesso, ma per una questione prettamente di coerenza e continuità dei percorsi, che si stanno affrontando sulla struttura sul piano sindacale con l’Amministrazione del Distretto Montano, si è chiesto il coinvolgimento delle scriventi Oo.Ss.
Crediamo quindi sia opportuno fare chiarezza su quanto dichiarato, poiché le Oo.Ss e le RSU dell’Ente, non rifiuterebbero mai di accettare di incontrare l’amministrazione su temi così importanti, che coinvolgono non solo i lavoratori ma così pure cittadini, parenti e ospiti del territorio su quest’argomento estremamente delicato.
S’intende inoltre precisare che sarebbe opportuno far intervenire nel confronto l’Rls dell’Ente, tenendo presente che in questi ultimi mesi le parti si sono più volte incontrate in tavoli di discussione, e la questione citata nell’articolo a oggi non è mai stata menzionata e non ne è mai stato fatto cenno alcuno.
Concludiamo quindi nel dare fin d’ora disponibilità per analizzare questo tema in apposito incontro, anche unitamente a quello calendarizzato già presso l’Unione per questo mese di maggio.
Oh, qualcuno l’avrà commissionata e pagata questa relazione… o si è redatta da sola? Il tecnico è sconosciuto o c’è il segreto di stato?
(bacs)
Anche a Castelnovo un nuovo centro anziani deve essere costruito, c’è già una gara d’appalto, a che punto siamo?
Ovviamente le strutture esistenti non sono a norma…
(Mario)
Mi pare che da tempo in montagna si stia ripetendo la storia del dito e della luna. Mentre molti, giustamente, stanno protestando per la chiusura del punto nascite, l’ospedale stesso sta perdendo reparti e servizi e la pubblica amministrazione sta cedendo strutture (Asp Don Cavalletti) e servizi (servizio domiciliare agli anziani) senza che nessuno (a parte i sindacati e gli operatori coinvolti) protestino. Credo che la nostra montagna stia sempre più arretrando.
(Alessandro)
Relazioni sulla sicurezza di una struttura pubblica da anni chiusa in un cassetto? Ma quella casa li può contenere delle persone no? Sta su o viene giù al primo scrollone? E’ agibile o no? Secondo me della cosa se ne devono occupare la magistratura prima che Don Cavalletti cada in testa a qualcuno.
(Gianni Reggiani)
Sono una famigliare di un ospite della parte pubblica, della struttura Don Cavalletti di Poiago. Da anni regolarmente frequento la struttura e mai ho riscontrato problemi strutturali malgrado si siano verifcati nel contempo vari eventi sismici. Sono più preoccupata che questo ottimo servizio pubblico venga privatizzato, come pare vogliano fare, temendo che la qualità del servizio diminuisca. Mi chiedo inoltre come mai una relazione tecnica di 5 anni fa venga resa pubblica solo adesso che si sta parlando di cedere tutta la struttura in gestione ad una cooperativa privata? Personalmente sono indignata.
(Anna)
Sono un familiare di un ospite della parte privata e sono molto preoccupato della sue preoccupazioni. Nella sostanza, vuole spiegarmi quali sono le differenze di trattamento e la qualità dei servizi tra la parte pubblica e quella privata? Ci sono problemi nella qualità del cibo? Di professionalità dei dipendenti? Di pulizia dei locali? Anche perché se le sue preoccupazioni sono motivate bisogna che tutti gli ospiti della parte privata possano godere del trattamento della parte pubblica. Ogni differenza di trattamento tra un piano e l’altro di un unico edificio sarebbe inaccettabile. Frequento da poco quella struttura e di crepe nei muri non ne ho viste nemmeno io ma qui serve molta chiarezza: le persone che sono lì dentro, ospiti, addetti (e famigliari!), corrono dei rischi o no? In seguito si ricercheranno le responsabilità legate alla relazione tecnica ma secondo me da subito è necessario sapere se quella struttura è sicura oppure no.
(G.R.)
Ci terrei a precisare Io non ho fatto un paragone tra i 2 piani. Io sostengo che, dove viene dato un servizio pubblico si guarda soprattutto al benessere del ospite senza fare i conti con i bilanci cosa che non puo’ avvenire nel caso di una gestione privata che, per propria natura, deve essere strutturata a “fare utile”. Guadagnare sui servizi dati alle persone si puo’ solo fare con tagli e risparmi con ovvie ripercusioni sulla qualita’ del servizio reso. Per quanto riguarda il problema sismico, ricordo che dopo il terremoto di Modena la struttura non ebbe danni, almeno evidenti. Sottolineo nuovamente le mie perplessità sul fatto che una documentazione del 2013, emerga solo oggi.
(Anna)
Di un dito se ne fa sempre un braccio. Se era cosi decrepito, veniva fortemente danneggiato con lo scrollone del 2013, e riguardo a strutture nuove piuttosto che riqualificare le esistenti? La gente muore di fame e chi ci governa spreca soldi.
(Commento firmato)