Nel primo pomeriggio di domenica 29 aprile, sulle pendici del monte Cusna, massima elevazione dell'Appennino reggiano, si sono verificati due interventi in contemporanea, che hanno visto mobilitarsi sia i tecnici territoriali del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, sia l'elisoccorso di Pavullo nel Frignano, abilitato per interventi sanitari in ambiente impervio. Il primo dei due interventi si è verificato intorno alle ore 14.30, quando due escursionisti bolognesi, rispettivamente di 31 e 32 anni, si sono trovati in difficoltà nei pressi del sentiero CAI 615, in direzione Passione.
I due ragazzi si sono ritrovati in una zona impervia e scoscesa, ancora abbondantemente coperta di neve; impossibilitati a proseguire e ritornare sui propri passi, hanno chiesto aiuto al 118, che ha immediatamente predisposto l'invio sul posto delle squadre territoriali del Soccorso Alpino reggiano e di Elipavullo.
I due, sono quindi stati recuperati e verricellati a bordo dell'elicottero, quindi trasportati fino al campo sportivo di Civago, dove entro breve sarebbe arrivato un mezzo fuoristrada del Saer per riaccompagnarli in sicurezza alle proprie autovetture.
I due però non hanno atteso l'arrivo dei soccorritori e hanno fatto perdere le proprie tracce. Quasi in contemporanea, non distante dal luogo del primo intervento, i tecnici del Cnsas sono stati chiamati ad intervenire per una escursionista abruzzese infortunatasi alla caviglia sul sentiero CAI 609.
La donna, appartenente alla sezione del Club Alpino di Teramo, stava compiendo un'escursione insieme ad altri compagni, quando si è procurata una forte distorsione ad una caviglia. Gli amici hanno così dato l'allarme e le squadre territoriali con Elipavullo sono state reindirizzate dall'intervento precedente a questo nuovo scenario.
La donna è stata stabilizzata e verricellata, quindi trasportata all'Ospedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, con una sospetta frattura all'arto inferiore.
“…hanno fatto perdere le proprie tracce”. Ma scusate, chi paga?
(Carlo Menozzi)
… in Emilia Romagna ovviamente noi (contribuenti), nelle altre regioni del Nord Italia invece, per una cosa simile, pagano direttamente i fessacchiotti (identificati al recupero) che si mettono nei guai per loro incapacità e comportamento superficiale. Per un caso così abbiamo iieri sborsato € 2 o 3mila euro (+ altri 3mila € per la storta alla caviglia). E noi mandiamo le nostre mamme a partorire a Reggio in ambulanza. #iostoconlecicogne
(F.D.)
Buongiorno, domenica 29 aprile ero a pranzo al rifugio Zamboni e nel pomeriggio ho assistito a tutte le fasi degli interventi. Due considerazioni: i commenti di Menozzi e F.D. (che sarebbe auspicabile che mettesse nome e cognome) sono verità allo stato puro, per denaro (pardon sicurezza) ci hanno tolto il punto nascite a Castenovo ne’ Monti) mentre si dilapidano migliaia di euro pubblici per interventi che andrebbero fatti pagare per intero a chi ne usufruisce. Se non si inverte la rotta il nostro Paese è destinato al baratro negli ultimi 20 anni ci siamo avvicinati molto o si cambia o si affonda.
(Gianni Bertucci)