Nelle prime ore di domenica 22 aprile, all’ospedale di Castelnovo ne' Monti, dove si trovava ricoverato da alcuni giorni, è spirato don Luciano Iori, collaboratore pastorale a Casina.
Nato a Montericco il 22 dicembre 1934, era stato ordinato presbitero il 28 giugno 1959, iniziando il suo ministero pastorale nella parrocchia di Coviolo (1959-1962). Nello stesso tempo insegnò nelle scuole medie del Seminario urbano (1959-1963), esperienza educativa che prosegui nell’anno di cappellanato con i 150 bimbi terremotati di Benevento che la città di Reggio aveva accolto per l’intero anno scolastico 1962-1963: un’esperienza che aveva rivelato in lui una tensione educativa tutta particolare verso la gioventù, soprattutto quella più bisognosa. Dopo quell’esperienza rivelatrice, infatti, don Luciano fu nominato vicedirettore (1963-1968) e quindi direttore dell’Istituto Artigianelli, incarico che deterrà fino al 1° ottobre 1996.
La stessa passione educativa don Luciano riversava contemporaneamente anche all‘Ente Nazionale Sordomuti del quale fu assistente ecclesiastico dal 1963 al 1984 e soprattutto alle associazioni scautistiche cattoliche (AGESCI) delle quali fu dapprima assistente per la zona di Reggio Emilia (1975-1981), poi vice-assistente regionale (1981-1984), quindi assistente nazionale per le branche Lupetti e Coccinelle (1984-1987), poi di nuovo assistente regionale (1987-1993).
Nel 1993, pur continuando a pieno ritmo la direzione degli Artigianelli, don Iori iniziava a curare le parrocchie di Rossena e di Cerredolo de’ Coppi.
Nel 1996 il vescovo Gibertini gli affidò la parrocchia di Casina, dove succedeva a don Nando Barozzi. Un’eredità non facile da raccogliere, che tuttavia don Luciano, pur con lo stile caratteristico della sua personalità e nella pienezza della maturità pastorale, ha saputo proseguire fino al 2012 quando le forze fisiche, giunto ai 78 anni, iniziavano a declinare.
A Casina e nelle parrocchie di Cerredolo de’ Coppi (retta fino al 2004), di Cortogno (amministrata dal 1997) e di Paullo (amministrata dal 2004) ha saputo essere il pastore d’anime che, a detta di tanti suoi parrocchiani, non si è mai risparmiato, suscitando o incrementando la collaborazione pastorale dei laici e lavorando soprattutto alla loro formazione cristiana: un campo nel quale ha continuato anche quando si è ritirato presso il santuario locale della Madonna del Carrobbio. Ben noto a tutti era il suo costante impegno di seguire personalmente i bimbi (poi giovani) da lui battezzati e seguiti nel loro cammino di iniziazione alla vita cristiana.
Nei giorni scorsi la malattia, che ha segnato con la sofferenza i suoi ultimi anni, ha avuto un’improvvisa acutizzazione. Don Luciano ha pregato con don Creardo Cabrioni, che gli ha amministrato l’unzione degli infermi, e a monsignor Giovanni Costi ha chiesto di far visita a don Raimondo Zanelli, pure lui ricoverato a poche camere di distanza.
Ti ricorderemo sempre nei nostri cuori. Buon viaggio e salutaci il nostro Velox.
(Gra-Cri)
Uno di quei parroci che potevi chiamare padre. Grazie don Luciano, grazie di cuore.
Un grande uomo, un grande parroco.
Porterò, con affetto, il suo ricordo.
Monja
(Monja)
Purtroppo ci ha lasciato una persona unica. Per me è stato prima un padre poi un amico. Ha celebrato il mio matrimonio e spesso ci vedevamo.
Non lo scorderò mai sempre coi piedi per terra, pratico e onesto.
Pochi mesi fa ero stato a trovarlo nella casa protetta di Casina ed è volato il pomeriggio in chiacchiere e ricordi.
Arrivederci Don e grazie di tutto con tutto il cuore
(Toni Ugo)