Riceviamo e pubblichiamo.
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“Siamo molto preoccupati per le ricadute economiche e sociali che ci saranno in montagna per la sospensione quest’anno di gran parte delle manifestazioni estive. Le feste storiche come lo “Scarpazzone in forma” e il “Trekking del boscaiolo” di Carpineti, e tante altre piccole realtà dei centri dell’Appennino reggiano, sono momenti di aggregazione e di promozione del territorio importantissimi, attesi tutto l’anno dalle tante attività commerciali e turistiche e dalle comunità”. E’ l’allarme lanciato da Roberto Pighini, presidente Cna Area Montagna, e dagli imprenditori del direttivo Cna Area Montagna.
“Se è vero che la sicurezza è indispensabile – continua Pighini - è altrettanto vero che innalzare i livelli di protezione e soprattutto aumentare gli adempimenti burocratici indiscriminatamente per un evento in centro a Torino come per una manifestazione in centro a Baiso, ci sembra esagerato. Tanto più che nei piccoli centri della montagna chi si occupa dell’organizzazione degli eventi sono associazioni di volontari, che non solo non ci guadagnano, ma sono chiamati a sostenere costi in termini burocratici e di responsabilità pesantissimi”.
Anche in Regione si stanno muovendo su questo fronte per chiedere che le normative in materia di sicurezza tengano conto della dimensione sociale degli eventi, soprattutto per le manifestazioni che coinvolgono piccole realtà locali.
“Chiediamo, quindi, alle amministrazioni locali – concludeil presidente Cna Area Montagna - che si facciano carico di una maggiore semplificazione e collaborazione con i volontari per aiutare le comunità a non perdere quelle tradizioni che tanto bene fanno all’economia, alla promozione e all’attrattività dei nostri centri. Ben vengano gli esempi positivi come quello del Comune di Quattro Castella, che ha stanziato dei fondi straordinari e predisposto corsi di formazione per i volontari per far fronte ai nuovi obblighi normativi senza dover rinunciare alle feste di piazza”.
Condivido in pieno l’appello della CNA per quanto attiene alle norme di sicurezza che stanno affossando numerose iniziative per il gravoso carico di adempimenti, spese e impiego di persone addette alla sicurezza. Cosa che è certo importante, ma per un evento tragico o due in Italia NON SI POSSONO METTERE IN CROCE TUTTE LE INIZIATIVE che poi sono utili a tutti, economia compresa! Per cui dico ai burocrati: agite con saggezza e buon senso.
(enzo fontana)
Riguardo alla “sospensione quest’anno di gran parte delle manifestazioni estive”, che si tenevano abitualmente sul nostro territorio, la Cna Area Montagna ha ritenuto di far sentire la propria voce chiedendo alle Amministrazioni locali di farsi carico di “una maggiore semplificazione e collaborazione con i volontari per aiutare le comunità a non perdere quelle tradizioni che tanto bene fanno all’economia, alla promozione e all’attrattività dei nostri centri”.
Va da sé che i Comuni possono venir coinvolti per ogni cosa, essendo l’Istituzione più vicina alla vita di una collettività, e anche la fattispecie non fa eccezione, ma in questo caso le normative in tema di sicurezza fanno capo al livello centrale, cioè al Ministero, e bisognerebbe innanzitutto conoscere le ragioni per cui non si sia tenuto conto della dimensione degli eventi, differenziando cioè quelli delle piccole realtà locali, e qui potremo saperne di più dalla Regione, visto che pare se ne stia occupando (ha obiettivamente poco senso che al riguardo ogni Comune interpelli singolarmente il Ministero).
La Cna montana esprime preoccupazione per le ricadute economiche e sociali di una tale sospensione, e in effetti le manifestazioni estive e le feste di piazza sono sicuramente momenti importanti di aggregazione, e hanno pertanto una indiscutibile valenza sociale, e contribuiscono altresì alla promozione del nostro territorio, e inoltre l’arrivo di visitatori esterni può indirettamente giovare alla nostra economia, la quale deve nondimeno far perno su quelle attività che sono presenti ogni giorno, e per tutto l’anno, e intorno alle quali ruota di fatto la tenuta del nostro tessuto sociale.
Ben venga dunque l’interessamento delle Associazioni di categoria per gli eventi estivi, ma l’attenzione prioritaria deve essere a nostro avviso rivolta verso le suddette attività stabili, in ordine alle quali i Comuni dovrebbero compiere ogni sforzo per metterle nelle condizioni di poter continuare, attraverso forme varie di agevolazione, vedi quelle adottabili per le imposte locali, o promuovendo iniziative “politiche” volte ad ottenere il riconoscimento di benefici fiscali da parte del Governo centrale a favore delle aree montane, e confidiamo pertanto che in questo senso si mobilitino con sistematica determinazione anche le Associazioni di categoria.
Robertino Ugolotti
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