È stata una bellissima festa quella fatta oggi a Giulia presso l'Oasi S Francesco di Cereggio dove risiede dall'agosto scorso.
È la più anziana del Comune di Ventasso ma a vederla non si direbbe, i suoi 103 anni li porta con grinta e determinazione, avendo sconfitto di recente una malattia che poteva esserle fatale.
In tanti sono venuti a salutarla e festeggiare con lei questo momento così speciale, non sono mancati dolci e musica, vicinanza ed affetto da parte di tutti.
Naturalmente per suggellare questo traguardo cosi importante non poteva mancare il saluto dell'amministrazione comunale, il vice sindaco Martino Dolci ha infatti presenziato alla festa portando in omaggio un bellissimo mazzo di fiori.
Una bella storia quella di Giulia, nata a Tegge di Ramiseto in una famiglia numerosa, è infatti la quarta di cinque figli, molto giovane è costretta ad emigrare verso la città come molte altre sue coetanee in quel periodo. Si trasferisce a Serino vicino a Genova e va a lavorare a servizio presso una famiglia del posto.
Dopo alcuni anni partecipando a una festa presso una nota trattoria conosce uno dei figli del gestore, Luigi, di quel giorno oggi Giulia ricorda "ci siamo innamorati durante quel ballo e da quel momento non ci siamo più lasciati". Un grande amore che purtroppo finisce nel 1983 anno della scomparsa del marito dopo avere passato la vita a lavorare insieme nella trattoria di famiglia.
A 99 anni suonati decide che è ora di cambiare vita e si trasferisce da uno dei nipoti a Canova di Ramiseto, tornando quindi dopo moltissimi anni ad abitare nelle sue amate montagne, potendo contare sull'effetto e vicinanza dei suoi cari, Donatella, Caterina e Pietro Corsini, Marina Gabrielli, Ada e Pietro Salomoni tutti suoi nipoti, e poi Orietta Notari, Barbara Meschiari, Giuseppe Salomone, Cristian Coli e Mariagrazia Mura tutti pronipoti, e poi il più piccolo di tutti Manuel Coli.
In queste settimane sono due le donne del crinale che oltre a Giulia hanno superato i cento anni, Domenica Giudici da Vallisnera 102, Rosina Zobbi da Villa Minozzo 104 e appunto, Giulia Gabrielli da Tegge 103, tre donne indomite, che non si sono mai arrese, tre vere "Ghignne d'Aipa" (citando Fabrizio Fontana da Civago).