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Asp Don Cavalletti, 8 ore di sciopero venerdì 16 marzo. AGGIORNAMENTO: nota del segretario PD Dario Bottazzi

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I lavoratori riuniti in assemblea, presso la sede dell'Asp Don Cavalletti di Poiago di Carpineti, da mesi stanno lottando per la salvaguardia della natura pubblica dei servizi socio-assistenziali del Distretto della montagna reggiana.

Sulla base degli impegni assunti dagli amministratori dell'Unione, con le organizzazioni sindacali confederali e di categoria, nei mesi scorsi si era condiviso di avviare un percorso di verifica e di approfondimento tra le Parti, per dare vita ad un tavolo tecnico che si poneva come obiettivo di ricercare soluzioni per il mantenimento della gestione pubblica dei servizi agli anziani e la sua sostenibilità.

Questo impegno, che era stato confermato dagli amministratori dell'Unione nell'ultimo incontro che si è tenuto in Provincia in sede di Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria, è stato disatteso e si assiste alla progressiva dismissione dei servizi e dell'assistenza agli anziani.
Ne sono una prova tangibile la recente decisione unilaterale, e non condivisa con i sindacati, di procedere con l'esternalizzazione del servizio di assistenza domiciliare (Sad), attualmente gestito direttamente in Asp, la preoccupante diminuzione dei minuti assistenziali per i pazienti e la chiusura di posti letto.
L'auspicio del Presidente dell'Unione di proseguire con il sindacato il confronto sul futuro e sulla sostenibilità dell'Asp Don Cavalletti, nei fatti non trova alcun riscontro oggettivo a fronte di un incomprensibile atteggiamento del Comune di Carpineti che ritiene in buona sostanza esaurito il dialogo tra le Parti.
Decisioni queste, che sconcertano i lavoratori e che vanno nella direzione esattamente opposta alla nostra proposta, che è quella di rafforzare l’Asp e non di indebolirla.

Preoccupa inoltre, l'assenza di progettualità dell'amministrazione di Carpineti per quanto concerne la ristrutturazione dell'immobile; tema questo, a detta del sindaco, che sarebbe alla base della decisione di esternalizzazione dell'Asp Don Cavalletti.
Più volte infatti il Sindaco ha dichiarato, tuttavia senza fornire dati precisi al riguardo, l'esigenza di messa a norma della struttura ma ad oggi non risulta che vi sia un progetto che ne chiarisca le tempistiche e i costi di realizzazione ma solo, vaghi e confusi riferimenti a ingenti cifre che raddoppiano di mese in mese.

In montagna più che in altri territori la popolazione anziana è in costante aumento, con conseguenti nuovi bisogni che vanno rilevati, monitorati e soddisfatti, anche rivedendo l’organizzazione dei servizi erogati fino a questo momento; pertanto, sarebbe un irrimediabile errore degli amministratori del territorio cedere i propri servizi al privato, perché questo inevitabilmente, determinerebbe un allontanamento della politica dai cittadini e dai loro bisogni e quindi dalle Comunità che loro stessi rappresentano.

Inoltre, in un momento in cui nella pubblica amministrazione è stato appena rinnovato il contratto nazionale e si stabilizzano i precari, per le lavoratrici e i lavoratori dell'Asp si prefigura il passaggio da pubblico a privato.
Per queste motivazioni i dipendenti del Don Cavalletti danno mandato a Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl di proclamare 8 ore di sciopero da effettuarsi venerdì 16 marzo 2018.

AGGIORNAMENTO: nota del segretario PD comunale Dario Bottazzi

Riceviamo e pubblichiamo.
Abbiamo letto con attenzione e preoccupazione la nota dei Sindacati rispetto al tema del futuro di ASP Don Cavalletti. Nei giorni scorsi, a seguito delle aperture di Bini ci saremmo aspettati che Borghi, il Sindaco di Carpineti, che detiene oltre l'86% delle quote di ASP, confermasse la volontà di aprire un dialogo. Ci saremmo aspettati che le parti sociali venissero contattate per avviare i lavori di un tavolo tecnico e che fosse confermata la volontà di garantire alla montagna un presidio pubblico essenziale per i servizi alla persona. Abbiamo atteso invano e, nel frattempo, i segnali che arrivano dalla proprietà vanno nel senso dell'indebolimento dell'Istituto.
Manca un progetto sul futuro della struttura. L'Amministrazione di Carpineti ha perso credibilità e sembra inerte di fronte alla necessità di affrontare le questioni. Borghi ha indicato problemi relativi al bilancio, ma i bilanci del 2017 non sono disponibili e non è ancora pronto il bilancio di preventivo 2018. È stato commissionato uno studio sull'ASP Don Cavalletti che però non affronta i nodi cruciali sull'organizzazione del servizio, non analizza i centri di costo e le opportunità di efficientamento, anche in sinergia con altre ASP del territorio provinciale. Si dice che sono necessarie opere importanti di ristrutturazione, ma questa esigenza è emersa solo recentemente e senza il supporto di alcuno studio  tecnico. Inoltre, le cifre prospettate non sono basate su alcuna evidenza e non sono chiari gli interventi da mettere in campo, il loro costo, la loro priorità.
Siamo vicini e solidali ai lavoratori in lotta e crediamo che l'eventuale decisione del Comune di Carpineti di privatizzare l'ASP Don Cavalletti disponendo di analisi così superficiali sarebbe un atto ingiustificato e irresponsabile. Nell'interesse della comunità chiediamo di lavorare per salvaguardare l'istituto, che riteniamo un importante banco di prova della capacità di realizzare servizi associati a livello distrettuale. Non crediamo siano possibili decisioni unilaterali sul futuro dell'ASP Don Cavalletti e chiediamo che siano riallacciati i fili del dialogo con le parti sociali e i portatori di interesse. Ora è necessario fermare ogni decisione e discutere del futuro della struttura in un tavolo  locale che consenta di identificare soluzioni condivise,  che riescano a contemperare la salvaguardia del servizio, dei livelli occupazionali e dei diritti acquisiti dai lavoratori.
Dario Bottazzi - Segr. PD Carpineti

2 COMMENTS

  1. Sembra il libro dei sogni: “contemperare la salvaguardia del servizio, dei livelli occupazionali e dei diritti acquisiti dai lavoratori”. I diritti dei lavoratori sono stati demoliti con il jobs act, i livelli occupazionali sono stati minati dall’austerità (taglio della spesa pubblica per ottenere un costante e crescente avanzo primario); quindi, mi chiedo come sia possibile, in queste condizioni, salvaguardare il servizio! Sarebbe come salvaguardare la botte piena mantenendo il marito ubriaco (sono per la parità di genere, naturalmente)!

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  2. Non e’ possibile e non e’ giusto fare politiche di risparmio e tagli su dei servizi a persone anziane e/o malate. Eliminare gli sprechi e’ giusto ma volerci guadagnare, come immagino vorra’ fare l’eventuale ditta privata che subentrera’, no. Di questo passo ci diranno che anche gli ospedali costano troppo e quindi bisognera’ privatizzarli ! Certo e io le tasse per cosa e per chi le pago ?!

    (Alessandro)

    • Firma - Alessandro