Guardare la Pieve, a Minozzo, è anche pensare a Don Adelmo. Don Adelmo, che tra quelle mura aveva trascorso quasi trent’anni.
Oggi ci lascia, congiungendosi al Dio che per tanti anni ha servito, ritrovando quella pace fisica e interiore che in terra, di recente, gli mancava.
La popolazione si stringe ai famigliari nel lutto: suonano tristemente le campane della Pieve. Un suono che non si vorrebbe mai sentire, eco di un dolore inconsolabile e una tristezza incolmabile.
Don Adelmo Costanzi era il penultimo di una lunga lista di Arcipreti che, nei secoli, hanno retto la chiesa di Minozzo; a lui è subentrato Don Fernando Imovilli nell’ottobre del 2014, anno in cui Don Adelmo celebrava il sessantesimo di sacerdozio con una grande festa in parrocchia.
Di animo nobile e forte nella fede, Don Adelmo è sempre stato un porto sicuro per i suoi parrocchiani: a lui ci si rivolgeva per un consiglio, una chiacchierata, una preghiera. Sempre disponibile, sempre sorridente, sempre incline all’aiuto, lascia un grande vuoto non solo nella parrocchia ma nel cuore di Minozzo e della comunità.
Nato nel giorno di San Giuseppe, festa del papà, nel 1931, Don Adelmo è stato proprio questo per molti parrocchiani: un padre. Ora, ricongiunto al suo, di Padre, potrà vivere per sempre in quella Luce di cui ha sempre parlato, e in cui ha sempre fatto affidamento.
Laureato in Filosofia e Pedagogia ha consacrato la vita ai bambini e alla loro crescita morale e spirituale, vedendo in loro un Gesù bambino che cresceva in “sapienza e grazia” e cercando di ispirarli in quel modello di vita che portava sempre al bene, mai al male.
Ed è proprio ai bambini che è andato uno dei suoi ultimi pensieri, fatto pervenire tramite le catechiste.
«La soddisfazione più grande per un prete è vedere i bambini a Messa, e vederli partecipare alle varie attività che svolgiamo insieme» ha detto.
È bello constatare che il suo sogno si è avverato. Ora, le celebrazioni a Minozzo sono attorniate da bambini che fanno i chierichetti, e viva è la partecipazione alla Messa.
Mai come oggi è viva nel ricordo la frase che don Adelmo volle iscritta nel manifesto del suo cinquantesimo di sacerdozio:
«A tutti i miei cari parrocchiani vorrei sempre poter dire:
Amatevi come io vi ho amato.»
Questa sera, giovedì 4 gennaio, sarà recitato il rosario alle ore 20.30 presso la Pieve di Minozzo.
Domani, venerdì 5 gennaio, alle ore 15.00 sarà celebrato il funerale.
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Il comunicato della Diocesi
Don Adelmo Costanzi si è spento a 86 anni nelle prime ore di giovedì 4 gennaio, a causa delle complicazioni di una sindrome influenzale, nella Casa del clero anziano e malato di Montecchio, dove si trovava ricoverato dall’agosto scorso.
Era nato a Guastalla il 19 marzo 1931, secondo dei quattro figli di Prospero (disperso in Russia) e Marina Folloni. A Guastalla era entrato in Seminario subito dopo le scuole elementari e aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 13 giugno 1954, a ventitré anni, con la dispensa del Pontefice perché l’età minima allora era di 24 anni. Una figura esemplare fu per lui quella dello zio, Don Vittorio Costanzi, ricordato come parroco di Santa Vittoria. I primi incarichi pastorali videro Don Adelmo vicario cooperatore a Campagnola dal 1954 al 1961, quindi a Reggiolo (1961-1963) e successivamente a Boretto (1963-1967). Su invito del vescovo, frequentò l’Università Cattolica a Milano, laureandosi in Pedagogia e Filosofia. Seguì per Don Adelmo un lungo periodo fuori dalla nostra diocesi, trascorso nel Comasco come direttore del Collegio “San Raffaele” di Rodero, che ospitava minorenni abbandonati dai genitori; vi restò dal 1968 fino alla chiusura della struttura, nel 1993, operando anche come insegnante di Lettere alla scuola media, interna all’istituto ma statale.
Al suo rientro nella Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, nel 1993, don Costanzi scelse la montagna e venne nominato dal vescovo Gibertini parroco di Minozzo; fu anche per due mandati consecutivi vicario foraneo del Vicariato 11 di Villa Minozzo. Rimase parroco a Minozzo fino al 2014, essendo pure amministratore parrocchiale prima a Sologno e Carù (1999-2014) poi anche a Poiano (2006-2014). Dal 2014 e fino al ricovero a Montecchio nell’estate scorsa, Don Adelmo è rimasto collaboratore dell’unità pastorale di Villa Minozzo.
Paziente cordialità, disponibilità allo studio, passione educativa e tenacia nel servizio pastorale hanno accompagnato il fecondo ministero di questo sacerdote amato dal Po all’Appennino.
La salma, visitabile dal pomeriggio di giovedì 4 gennaio presso la camera ardente dell’ospedale “Franchini” di Montecchio, viene trasferita la mattina di venerdì 5 gennaio nella chiesa parrocchiale di Minozzo (in Villa Minozzo), dove sempre venerdì alle ore 15 avrà luogo la celebrazione esequiale, presieduta dal vescovo emerito Adriano Caprioli.
Per volontà del defunto, la salma di don Costanzi riposerà, in attesa della risurrezione, nel locale cimitero.
Grazie, bellissime parole! Ci mancherà tantissimo lo zio ma sarà sempre con noi, nei nostri cuori!
(Marzia)
Caro zio, la serenità che le tue parole e i tuoi sguardi comunicavano sono un ricordo che porterò sempre nel mio cuore.
(Marco)
R.I.P.
(Esule in patria)
Sentite condoglianze alla famiglia. Grazie, Don, per tutto quello che hai fatto ed insegnato. Rimarrai sempre nei nostri cuori per la tua vicinanza, attenzione ai problemi e alle difficoltà, grande operosità e generosità; testimonianza reale, nel quotidiano, del Vangelo.
(Valterino Malagoli)
E’ stato il mio maestro di Lettere all’istituto San Raffaele di Rodero, avevo molto rispetto per don Adelmo, persona molto gentile e rispettosa. Ci mancherà tantissimo, il suo ricordo mi rimane nel cuore. Porgo le mie più sentite condoglianze a tutti i suoi cari. Saluti.
(Luigi Lopetrone)