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Guidare pericolosamente

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Il Comitato strada statale 63 scrive al ministro delle infrastrutture (nonchè ad Anas e alla Regione Emilia-Romagna), il toscano Altero Matteoli. Ecco di seguito il testo integrale della missiva.

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Alcuni decenni fa, per motivi di sicurezza, venne realizzata una variante al tratto della strada statale 63 dal 43,800 al 43,400. La realizzazione del nuovo tratto fu necessaria in quanto a monte della SS 63 vi era un notevole distacco franoso, con un fronte di alcune centinaia di metri. La situazione di pericolo suggerì ad Anas di realizzare un nuovo tratto a sinistra della frana, in modo da bypassare il tratto pericoloso. Il nuovo tratto venne utilizzato sino all’8 dicembre 2008, quando, a causa delle notevoli piogge e dell’assoluta mancanza di manutenzione, la variante franò a valle.

Dopo alcune settimane venne riaperto provvisoriamente il vecchio tratto “pericoloso” della SS 63 in disuso da decine d’anni. La riapertura venne motivata con la necessità di ripristinare il collegamento tra l’Emilia e la Toscana. Ribadiamo provvisoriamente, in quanto in processione le massime cariche politiche garantirono una soluzione celere e definitiva.
L’8 dicembre 2009 la natura ribadì la sua “supremazia” sull’uomo e una frana interruppe il “vecchio” tracciato e la SS 63 rimase chiusa per giorni
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Ci va di ricordare che a monte della frana vi sono cittadini che fruiscono della SS 63 per raggiungere scuole, ospedali, per effettuare spese di prime necessità e che la strada collega la bassa reggiana con la stazione sciistica di Cerreto Laghi ed è l’unico collegamento con la Toscana. Ad oggi, fine aprile 2010, di promesse i cittadini di Reggio Emilia i montanari e tutti i pendolari della SS 63 ne hanno sentite molte; l’unico dato di fatto è che TUTTI viaggiamo su un tratto di strada che alla sua sommità ha frana di centinaia di migliaia di metri cubi di roccia, tratto già chiuso per decenni.

Pertanto lo scrivente Comitato strada statale 63 è a richiedere ad Anas, alla Regione Emilia-Romagna e al ministro delle infrastrutture quali sono le intenzioni, i tempi e i modi per risolvere in modo definitivo i disagi e l'insicurezza di coloro che vivono nel territorio dell’Appennino reggiano e di tutti i fruitori della SS 63.

Sicuri di un celere riscontro, ricordiamo la situazione di grave pericolo del tratto in questione. L’occasione ci è gradita per porgere distinti saluti.

(Roberto Malvolti, coordinatore del Comitato strada statale 63)

2 COMMENTS

  1. Bravo Roberto
    Bravo Roberto per aver dato voce anche a coloro che utilizzano il tratto della SS 63 che va verso la Toscana e che ogni giorno rischiano la pelle per andare a lavorare!!!!
    Rinnovo il mio totale appoggio al comitato!!!!

    (Marco Minutoli, pendolare)