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Salvare la possibilità di nascere in Appennino / Dalla fiaccolata un incendio

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Pare proprio che i giorni che passano anzichè spegnere le proteste vedano il loro crescere. Peggio (per coloro che hanno deciso la soppressione del reparto "più vitale" di un ospedale - nello specifico il nostro "S. Anna" - qual è quello deputato a far nascere nuovi esseri umani): esse, le proteste, si stanno ingrossando e strutturando. Altro che rassegnazione. E così, complice la "rete" come punto d'incontro delle istanze, della rabbia, dell'indignazione, della contrarietà popolare a "questa politica", si è formato un gruppo che si è chiamato “Montagna RE–Esiste, diritto di nascita montanara". Di seguito il loro comunicato, che si configura già come prima base di lavoro, un piccolo "manifesto" insomma, per le iniziative prossime che si riterrà di intraprendere per contrastare questa deriva.

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In seguito al rifiuto della Regione Emilia-Romagna di concedere la deroga al punto nascite dell’Ospedale Sant’Anna del capoluogo montano, decretandone così la chiusura, nasce un nuovo movimento deciso ad opporre una forte resistenza contro quella che, trasversalmente sull’intero territorio, viene vissuta come una decisione discriminante e antidemocratica.

Il gruppo si è radunato attorno alla rabbia espressa da alcuni cittadini della montagna, concretizzandosi inizialmente nella realizzazione di una pagina Facebook che nel giro di poco più di ventiquattr’ore è passata da 50 a 6000 iscrizioni. Un piccolo fuoco che sta, nel giro di poco tempo, appiccando un vero e proprio incendio.

Siamo consapevoli, fanno sapere gli amministratori, che la rabbia di un intero territorio si sta concentrando e sta prendendo corpo. Abbiamo lanciato in rete un appello, una richiesta di partecipazione che è già stata raccolta da più di 6000 persone. Bisogna quindi subito sgomberare il campo dall’idea che si tratti di un gruppo slegato dalla vita politica e civile collettiva e prendere atto che si è appena formata quella che a ragion veduta consideriamo la vera novità politica degli ultimi anni, con cui la politica, quella dei livelli progressivi, dovrà presto fare i conti.

Noi ci schieriamo al fianco di altri comitati, come "Salviamo le cicogne", che da anni stanno lottando per opporsi a questa deriva antidemocratica che baratta i diritti fondamentali dell’uomo con i bilanci dell’azienda-Stato, con la volontà di lottare insieme, di non arrendersi, di opporre una strenua resistenza e di ottenere il risultato per cui abbiamo sentito il bisogno di unirci.

Abbiamo le idee chiare e siamo pronti a mettere in atto le strategie di opposizione e di disobbedienza civile che riterremo più efficaci per raggiungere il nostro scopo. Abbiamo ricevuto adesioni da più parti, compresa quella di alcuni avvocati che si sono detti disposti a seguirci per meglio individuare le azioni più efficaci da portare a termine. A breve ci incontreremo tutti, pubblicamente, per presentare i piani che stiamo preparando.

Quindi ci rivolgiamo a quanti hanno creduto che una fiaccolata fosse il massimo di protesta cui sarebbero andati incontro: noi ci siamo, siamo qui e siamo più forti di prima. E al presidente della Regione Bonaccini comunichiamo che la questione del punto nascita è tutt’altro che chiusa!

Il logo del gruppo

Avete provato a impallinare le cicogne, ma non ci siete riusciti; non avete ammazzato la lotta. Anzi, ci avete fatti più forti e numerosi. Per questo, e solo per questo, vi diciamo grazie di cuore!

Vogliamo andare controcorrente, a bracciate vigorose. Nel tempo dell’a-politica, dove persino i partiti sembrano tenere la parola lontana dal corpo per vestire i logori panni del nuovo, nel grande mercato elettorale delle vacche, noi affermiamo il primato dell-A Politica. Vogliamo riappropriarcene, muovendoci come soggetti attivi. Il nostro gruppo è totalmente A-partitico, questo sì, e vuole raccogliere sotto la bandiera dell’unità chiunque sia disposto a lottare per il fine comune: riprendersi il reparto nascite e bloccare il piano spudorato di tagli che sta smantellando pezzo dopo pezzo la nostra sanità pubblica.

Siamo consapevoli che la nostra lotta è la lotta di tutti. Questa politica di tagli che sta investendo i territori più disagiati (quasi sempre di montagna, ma non solo) è il sintomo di una malattia più grande che sta divorando le basi del vivere democratico e costituzionale dell’intero paese. Per questo ci siamo aperti, e ci apriremo ancora di più, ad altri territori, con la volontà di allargare il fronte della lotta.

La chiamata è ancora aperta. Arde chiara e cristallina. Siete tutti coinvolti.

88 COMMENTS

  1. Iniziativa interessante e nella quale si nota un certo spessore, non trascurabile, di consapevolezza politica. Tuttavia credo che difficilmente porterà a una inversione di rotta, anche perché, per avere un minimo di chance, è necessario, per lo meno, agire a livello europeo. Agire sul semplice piano nazionale è fallimentare: sappiamo tutti come si è conclusa la sfida di Tsipras qualche anno fa in Grecia: con un Paese completamente in vendita, dalle ferrovie agli aeroporti, in nome del pareggio di bilancio dello Stato (azienda).

    (Un cittadino)

    • Firma - Un cittadino
  2. Per rispondere ad “un cittadino”: grazie per le sue delucidazioni ma, vede, noi montanari abbiamo il difetto di badare più alla pratica che alla grammatica. Le battaglie non ci spaventano, le sconfitte nemmeno. E’ la nostra vita di tutti i giorni. Quel che ha citato è molto lontano. Intanto rimbocchiamoci le maniche per risolvere l’immediato. Non ci riusciremo? Può darsi, almeno avremo provato e ci riproveremo. Mi piace molto il progetto che si va consolidando, purchè i partiti ne restino fuori. Per la difesa del nostro ospedale (che sarebbe bello ribattezzare Ospedale dell’Appennino” S. Anna”), per la tutela dell’ambiente, per la promozione e lo sviluppo del territorio, per la salute e la sicurezza dei suoi cittadini, io ci sto.

    (Mgc.)

    • Firma - Mgc.
  3. Correre lungo una statale con una donna partoriente è un rischio per la paziente, per gli operatori, per i cittadini. Lasciare 4 centri nascite in pianura e togliere l’unico a 45 km di strada è insensato, inutile e molto pericoloso. Combattere per questa opportunità non è solo un diritto di noi montanari, ma un dovere. Non lasciate che questo accada, non lasciate che tutti i comuni della montagna debbano sottostare a questa pazzia, questa follia dettata dai soldi e dagli interessi. Sono questi i casi dove combattere per i nostri diritti.

    (Erminio)

    • Firma - Erminio
  4. La questione è aperta, cerchiamo di partecipare e non solo di scrivere. Il consiglio rosso deve dimettersi, facciamo vedere da veri montanari la partecipazione al di là del rosso, nero, giallo. L’identità montanara ce l’abbiamo tutti; io ci sono, da RSU aziendale e spero che quelli che scrivono passino dalle parole ai fatti.

    (Pinna)

    • Firma - pinna
  5. Aperta come la nuova galleria del Bocco, la questione, signor Bonaccini. A proposito: ora sarebbe più semplice per un ginecologo raggiungere Castelnovo, invece di far viaggiare la partoriente.

    (Normanna Albertini)

    • Firma - Normanna Albertini