Riceviamo e pubblichiamo.
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Vista la decisione dello Stato di rifiutare la deroga per il nostro punto nascite e visto che spetta alla Regione il parere definitivo nulla è ancora perso. Oggi abbiamo inviato un appello a tutte le rappresentanze politiche del nostro Comune al fine di mettere in atto una azione di dissenso forte ed incisiva nei confronti di Stato e Regione nella speranza di essere ancora una volta tutti uniti e tutti dalla parte dei cittadini per ottenere un risultato concreto.
Riportiamo sia l’appello che l’ordine del giorno da discutere al prossimo consiglio.
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Ospedale S. Anna ultima chiamata. L’appello del M5S a tutte le rappresentanze politiche del consiglio comunale.
Cari consiglieri, le guerre vanno combattute fino alla fine e con tutti i mezzi disponibili. Forse abbiamo ancora una possibilità per invertire la situazione inerente la chiusura del punto nascite del nostro ospedale, ma dobbiamo agire in fretta e soprattutto battendo veramente i pugni sul tavolo. Le serate in teatro, le raccolte firme, le fiaccolate notturne le abbiamo già fatte ma non hanno sortito il risultato aspettato. Non hanno fatto cambiare idea a chi questa decisione di chiusura la aveva già presa perché ha visto una resistenza “dolce” che non li ha intimoriti.
Per questo vogliamo lanciare un appello a tutti i gruppi politici che compongono il nostro consiglio comunale e che sono rappresentanza di tutta la nostra cittadinanza, un appello al quale spero che tutti unitamente, come lo sono stati in più occasioni, rispondano.
Chiediamo di presentare unitamente le nostre dimissioni con effetto immediato se non ci sarà concessa e garantita la deroga richiesta da parte della Regione Emilia-Romagna.
Chiediamo di lanciare un ultimo segnale a chi sta nelle stanze dei bottoni e che deve decidere sulle sorti del nostro punto nascite.
Dimissioni che saranno motivate con il fatto che non intendiamo essere pedine di un partito che ha tolto quel poco che rimaneva al nostro territorio; dimissioni che saranno un segnale di forte vicinanza ai cittadini che ci hanno eletti ed al tempo stesso un segnale ancora più forte per chi pensa di potere fare quello che vuole alla nostra terra.
Abbiamo poco tempo e non possiamo lasciare passarne altro, dobbiamo farlo prima delle elezioni, dopo sarà troppo tardi e non si potrà più tornare indietro. Il Municipio può funzionare anche senza l’organo di indirizzo politico avendo un segretario generale ed uno staff di dipendenti che si occupano della normale amministrazione. Per il resto la prefettura penserà ad inviare chi di dovere.
Solo con un segnale veramente forte potremmo fare capire che questo territorio non è proprietà di nessun altro se non dei propri abitanti e che uno governo che nega loro i diritti fondamentali non è degno di essere rappresentato. Possiamo dissociarci da questa gestione errata del bene pubblico, possiamo farlo solo se veramente lo vogliamo fare.
Dobbiamo tornare ad essere cittadini al fianco dei cittadini per combattere contro questa ingiustizia attuata contro al nostro territorio.
Questa è l’ultima carta che possiamo giocarci e lo dobbiamo ai nostri elettori così come lo dobbiamo ai nostri figli.
Ci sono momenti in cui l’interesse comune deve essere anteposto a tutto, questo è il momento di alzare la testa e di pensare alla nostra montagna e non alle nostre poltrone!
(M5S Castelnovo ne' Monti)
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Gruppo consiliare "Movimento 5 stelle" Castelnovo ne’ Monti
Alla cortese attenzione del sindaco del Comune di Castelnovo ne’ Monti, degli assessori e di tutti i consiglieri comunali
Castelnovo ne’ Monti, 7.10.2017
Ordine del giorno
Premesso che in questi giorni si è appresa la decisione sulla chiusura del reparto di neonatologia del nostro Ospedale S. Anna;
considerato che:
ci siamo sempre adoperati a fianco dei cittadini e dei comitati che li rappresentavano per ottenere una deroga a tale chiusura presso le istituzioni preposte;
che in questi anni abbiamo combattuto tutti uniti per ottenere il migliore risultato possibile a favore dei nostri cittadini;
considerato altresì:
che il sindaco in prima persona si è sempre speso in prima persona per la difesa del presidio;
che le notizie, riguardanti gli eventuali costi di una tale operazione, apparse sugli organi di stampa sono palesemente falsate da letture tendenziose e fuorvianti;
considerato infine che tutte le iniziative attuate non hanno portato al risultato che i cittadini si aspettavano e soprattutto in considerazione del fatto che questa giunta si è sempre dichiarata indipendente da qualsiasi vincolo di partito essendo rappresentanza di una lista civica;
chiediamo al consiglio tutto:
di rassegnare le proprie dimissioni con effetto immediato sino a che non vi sia una garanzia reale di riapertura del reparto di ostetricia da parte della Regione Emilia-Romagna;
di informare sia la Regione che il Governo di tale decisione affinchè siano prese misure immediate a favore della cittadinanza da noi rappresentata presso questa istituzione;
di dare adeguata informazione di questa decisione ai media locali e nazionali.
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Aggiornamento 10 ottobre 2017 ore 13,45
Replica il sindaco di Castelnovo ne' Monti Enrico Bini
Nelle ore successive alla comunicazione sulla chiusura del punto nascite del Sant'Anna, ammetto di aver pensato a rassegnare le mie dimissioni. Un pensiero nato anche dalle modalità con cui la scelta ci è stata comunicata: mentre ci stavamo recando a una riunione in Regione per discutere dell'argomento era già stato diffuso il comunicato stampa che annunciava la chiusura. Ho vissuto, come ho avuto modo di dire, questo epilogo come una sconfitta personale oltre che del territorio, perchè mi sono impegnato in ogni occasione per cercare una strada che permettesse il mantenimento del punto nascite: riunioni, interventi, incontri, un dialogo costante con i comitati e tutte le forze coinvolte nel gruppo Insieme per il Sant'Anna. Da parte di Genitoni non posso dire di aver visto lo stesso impegno e la stessa partecipazione costante: in questi anni è intervenuto qualche volta con comunicati stampa, pochissime proposte, ma è comunque stato molto meno presente, per dire, di suoi colleghi del Movimento come i consiglieri regionali Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli. Quindi cercare un protagonismo di primo piano solo adesso, a giochi fatti, pensando di ricavarne un ritorno politico, mi sembra un atteggiamento opportunistico. Detto questo, ho deciso di mantenere il mio impegno istituzionale e non dimettermi per diverse fondamentali ragioni: in primis per senso di responsabilità: ritenevo e ritengo che con la chiusura del punto nascite venga meno un servizio fondamentale e che si indebolisca un territorio, nonostante abbia avuto modo di confrontarmi anche in questi giorni con alcuni dei medici favorevoli alla chiusura e comprendere che sono convinti della necessità di concentrare i parti su basi professionali, al di là di qualsiasi “indirizzo” che gli possa essere arrivato dall'alto. Ma dimissioni in massa degli amministratori montani non farebbero altro che acutizzare questo indebolimento territoriale: dimetterci ora significherebbe bloccare tutti gli interventi in corso, compresi i progetti legati alle "aree interne", che comporteranno 30 milioni di investimenti sul territorio, e compresi anche i promessi investimenti sull'ospedale. Un commissario prefettizio non avrebbe altro compito che chiudere i bilanci. Ho letto che qualcuno ha già messo le mani avanti sostenendo che non ci saremmo dimessi per interessi economici: evidentemente non sa cosa comporta oggi a livello economico essere sindaco di un comune medio o piccolo. Personalmente, avendo scelto di dedicarmi alla carica a tempo pieno, percepisco 1900 euro al mese. La carica di presidente dell'Unione dei comuni non comporta nessun ulteriore compenso. Ci sono sindaci degli altri comuni appenninici che non arrivano a percepire 1000 euro al mese. Come ho già avuto modo di dire sono convinto che ora la cosa più utile che posso fare sia continuare il mio lavoro, e ottenere tutti gli investimenti e le migliorie che sono state promesse. Ovviamente sull'ospedale continua il mio rapporto anche con i comitati e i cittadini, con i quali ho modo di dialogare pressoché ogni giorno.
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Aggiornamento 11 ottobre 2017 ore 13,50
In riferimento a quanto dichiarato dal sindaco Enrico Bini ieri (10/10/2017) agli organi di stampa su un mio scarso impegno per la battaglia sulla salvaguardia del nostro punto nascite e su fantasiose illazioni riguardo ad un mio ipotetico “ritorno politico”, mi sembra doveroso fare una serie di precisazioni, non tanto a lui che queste cose le sa già ma ai cittadini che non ne sono a conoscenza. Come portavoce del locale M5S mi sono da subito attivato con il nostro gruppo consiliare a sostegno del nascente comitato cittadino “Salviamo le cicogne di montagna” chiedendo da subito una unità tra le rappresentanze politiche del territorio abbassando le bandiere di partito per sostenere questa espressione democratica di cittadinanza attiva (ci sono state varie agenzie stampa al riguardo). Al tempo stesso, oltre a richiedere l’aiuto dei nostri consiglieri regionali Gianluca Sassi e Raffaella Sensoli, abbiamo iniziato azioni ufficiali sia in ambito del consiglio comunale sia nel consiglio dei comuni presentando e protocollando il documento redatto dal comitato, trovando però la sua resistenza ad approvarlo. Al tempo stesso abbiamo iniziato ad attivarci per creare una rete di comuni solidali alla nostra causa nella provincia di Reggio e abbiamo chiesto ai nostri portavoce locali di presentare lo stesso ordine del giorno ove in alcuni casi è stato approvato all’unanimità a differenza dei consigli presieduti dal sindaco Enrico Bini. Sempre a rappresentanza del nostro gruppo ho insistito perché si svolgesse un incontro ufficiale tra lo stesso sindaco ed con una rappresentanza del comitato, incontro avvenuto in presenza del sottoscritto, del sindaco, dell’assessore Bertucci e di quattro rappresentanti del comitato presso la sede dell’Unione dei comuni. Proseguendo, abbiamo messo in contatto il comitato con i comitati nazionali al fine di potersi confrontare anche con loro ed elaborare azioni più efficaci sul territorio. Sono sempre stato presente agli incontri sia organizzati dal comitato che dal sindaco, ma ad un certo punto non mi sono più giunte convocazioni da parte del medesimo (anche su questo punto vi sono state agenzie di stampa e se le ha sarebbe bene mostrarle), così come non sono stato informato (se non a decisione presa) della serata in teatro ove, trovandomi all’estero per motivi di lavoro, non ho potuto partecipare personalmente ma dove erano presenti gli altri consiglieri del nostro gruppo. Infine, per quanto riguarda la consegna delle firme in Regione avevo chiesto se possibile fare un cambio data per accompagnare anche io, ma mi è stato risposto dal comitato che vi erano scadenze per le quali non era possibile rinviare la data (data in cui io non potevo essere presente), mentre ho partecipato in qualità di cittadino all’ultima fiaccolata. In tutto questo tempo mi sono sempre confrontato sia con i nostri portavoce in Regione (dove si potevano oggettivamente intraprendere le azioni istituzionali più incisive visto l’ambito di competenza) sia con i portavoce provinciali che con il comitato, e tutto questo sfruttando il mio tempo libero perché come il sindaco ben sa io lavoro e non posso come consigliere di minoranza (che non percepisce nessuna indennità di carica) fare di più. Quindi con le sue dichiarazioni ha mentito o perlomeno espresso un giudizio di merito del tutto personale, essendo lui in prima persona al corrente di quanto detto. Perché lo abbia fatto sinceramente non lo capisco, visto il suo costante impegno per la trasparenza, onestà e sincerità. Vorrei ricordargli come fatto in più occasioni che un sindaco è il sindaco di tutti quindi anche il mio sindaco e come cittadino mi aspetterei un minimo di rispetto da parte di chi istituzionalmente mi deve rappresentare. Tornando al merito della questione, mi permetto di rinnovare il mio invito ad una azione di protesta nei confronti della Regione accogliendo la proposta di dimissioni dell’intero consiglio fondamentalmente per due ragioni: 1) visti i risultati ottenuti sino ad ora non penso che rimanendo potremmo ottenerne dei migliori riguardo ad un servizio fondamentale per i nostri cittadini quale è il mantenimento del nostro punto nascita; 2) le lotte per la salvaguardia dei diritti hanno sempre implicato di prendere posizioni nette nei confronti di chi è chiamato a prenderle. Quando gli operai pensano di essere stati privati di un diritto scioperanno contro l’azienda nella quale lavorano e non contro ignoti. Nel nostro caso l’azienda è la Regione ed il “padrone” il Pd che lo governa. Come istituzione politica che rappresenta i cittadini del nostro territorio dobbiamo decidere se rimanere con il “Pd” calando le braghe e di fatto accettando la decisione presa riguardo il nostro ospedale oppure se dissociarci, rinunciando al nostro incarico, lasciando a loro la responsabilità civile di quello che stanno facendo. Rimanere sarebbe essere complici. Infine concludo rassicurando sia il sindaco che i cittadini tutti riguardo ai miei presunti “ritorni politici” perché non ho alcuna intenzione di ricandidarmi (ed io quello che dico lo faccio) perché ho un lavoro che impegna molto del mio tempo ed una famiglia che merita il resto.
(Massimiliano Genitoni, M5S)
Ottima iniziativa, peccato che non verrà accolta dal consiglio comunale che come al solito troverà giustificazioni e sarà accompagnato nelle varie decisioni dai soliti manovratori noti. Stessa iniziativa dovrebbe essere presentata nel Comune del crinale, dove i residenti risultano i più disagiati, ma anche qui nulla, nemmeno la minoranza apre la bocca. Oggi sulla stampa si legge che arriverà il presidente della Regione e come sempre verrà accolto con applausi e convincerà tutti i suoi fedeli elettori. Convinse a Ligonchio ad accettare la fusione, ora convincerà che il punto nascite in montagna non serve a nessuno. Il crinale ha accettato la fusione di 4 comuni, ora accetta la chiusura del punto nascite, accetta il degrado delle strade provinciali in condizioni disastrose, buche, toppe di asfalto battuto con il badile, rovi che invadono le carreggiate, barriere laterali pericolose, tutto a favore dei pendolari che in pochissimi anni demoliscono una macchina. Nessuno dice nulla, accettiamo pure tutto, in silenzio o al massimo qualche chiacchiera in sottovoce nei bar. E’ arrivato il momento di aprire gli occhi!
(Fabio)
Un segnale ancora più forte sarebbero le dimissioni in massa di tutti gli amministratori dei comuni montani (Manari compreso, medico, sia pure eletto da poco). Quando il bene dei propri amministrati presuppone lasciare la poltrona… bisogna farlo e in allegrezza. Mica ci siamo incollati, vero?
(Gino)
Scempiaggine atomica e politichetta politicante. Scempiaggine atomica perché gli Aventini, come la storia insegna, non hanno mai prodotto nulla di positivo. I sindaci ed i consiglieri comunali devono essere in prima linea per difendere il territorio, altro che fuga. Politichetta politicante perché quelli che oggi invocano dimissioni sarebbero i primi a presentare la lista alle amministrative successive per scalzare quelli attuali. Ma noi abbiamo bisogno di queste piccole miserie? Non sono d’accordo, ma avrei capito di più un appello alla restituzione dei certificati elettorali. Ma poi chi ti vota? Già, chi ti vota?
(Ellebi)
Credo che nessuno lo farà, purtroppo il dio denaro comanda ancora. I sindaci percepiscono uno “stipendio” ed alcuni lo fanno di mestiere e tutti sappiamo di chi stiamo parlando.
(Bacs)
Sempre le solite parole, dopo che si sono dimessi il sindaco e tutti gli altri? I nuovi fanno riaprire il reparto di maternità a Castelnovo? Penso proprio di no; pensiamo anche noi al di là della ideologia politica a difendere il nostro territorio, la nostra montagna, la Pietra di Bismantova. A scrivere e lamentarsi sono capaci tutti, i problemi ci sono, una volta nei paesini piccoli ci si aiutava, adesso invece ognuno pensa per sè. E’ cambiata soprattutto la gente, questo fa riflettere.
(Pinna)
Il silenzio-assenso delle amministrazione dei comuni del crinale è assordante.
(Alessandro)
Un conto è protestare, sbraitare e lamentarsi, un conto è agire. Parlare costa poco e non si compromette nulla, agire costa ed è rischioso. Noi dobbiamo sempre ricordarci che siamo popoli della penisola italica.
(Feruccio)
A mio parere la proposta è un errore strategico per vari motivi:
a) in base alla legge (art. 141 TUEL) le dimissioni contestuali o con separati atti presentati contestualmente al protocollo dell’ente della metà più uno dei consiglieri, comportano l’immediato scioglimento del Consiglio comunale con nomina di un commissario con decreto del PdR. Quindi, non si può presentare “le proprie dimissioni con effetto immediato sino a che non vi sia una garanzia reale di riapertura …” perchè diventano immediatamente irrevocabili, che la garanzia di riapertura (data da chi? sulla base di quale poteri? e con quali procedure amministrative?) ci sia o meno.
b) Sostituire un sindaco e un consiglio che, quantomeno a parole, si dichiarano contrari alla chiusura del reparto di neonatologia, con un commissario governativo non eletto, quindi necessariamente filo – governativo, non mi sembra il modo migliore per continuare la lotta contro “la stanza dei bottoni”; anzi, è proprio il potere dato ai cittadini di non votare i soggetti politici, che per vari motivi hanno deluso le loro aspettative, la garanzia migliore per ottenere l’impegno massimo da parte di tutti i consiglieri e dell’amministrazione comunale.
c) In caso di commissariamento, sebbene al commissario straordinario siano demandati i poteri del sindaco, degli assessori e del consiglio, in realtà parliamo di un funzionario della carriera prefettizia non eletto dai cittadini ma nominato con decreto che risponde direttamente e soltanto al Ministero dell’Interno e ha quale unico “obbligo” quello di garantire l’ordinaria amministrazione fino alle successive elezioni; pertanto, è abbastanza evidente che non potrà mai rappresentare un punto di riferimento per i cittadini in caso di disservizi; sul punto è sufficiente leggere la cronaca locale dei comuni commissariati.
(Un cittadino di Castelnovo)
Per fortuna qualcuno che sa e che spiega con chiarezza. Sembra un atteggiamento da bambini: non mi dai la palla, non gioco più. Vi invito a crescere e a studiare diritto amministrativo.
(Ellemmeci)
Bravo. Concordo terminologia e spiegazione; eccellente.
(Pinna)
Ok, vi dimettete e poi? Mi sembra un po’ troppo comoda! Ha ragione Ellebi, dovete essere in prima linea e uniti per tutelare i diritti dei montanari, vi abbiamo votato per questo. Se sei un comandante non abbandoni il tuo esercito durante la battaglia. a meno che tu non voglia perderla. Però scusate, ora basta con i “è tutta colpa tua… dove eri tu prima…” e compagnia bella, dobbiamo capire che siamo tutti montanari e che stanno negando a tutti noi un sacrosanto diritto. Fino a che ce ne staremo a polemizzare tra noi in montagna non otterremo niente di niente. Mi viene in mente il motto ” divide et impera”, per chi ha interesse è una tecnica antica quella di sobillare il popolo bue, distoglierlo dal vero problema e conseguire indisturbato il proprio progetto. Io non voglio far parte del popolo bue, io voglio che mia figlia, mia nipote, mia nuora e la mia vicina di casa possano partorire in sicurezza al S. Anna. Insieme ai montanari di Parma e Modena dobbiamo informare l’opinione pubblica di tutta l’Emilia: organizzare dei sit-in con gazebo informativi e volantinaggio dove c’è gente, nei centri commerciali, nei centri città, all’università, in stazione, lungo la statale Emilia, serenamente, civilmente ma con determinazione. Tutti gli emiliani devono farsi un’idea anche se non sono coinvolti direttamente e poi torniamo davanti alla sede della Regione, ma tutti, a cantare la montanara e a distribuire caldarroste. Perchè non si può fare?
(Pierangela)
No, signora Pierangela, si sbaglia, sarebbe più facile restare sapendo che non si può fare niente. Quando i dipendenti organizzano uno sciopero lo fanno contro la ditta che nega loro i propri diritti, non contro il fisco. In questo caso la ditta è il PD che governa Stato e Regione e ci ha tolto un servizio importantissimo per il nostro territorio. Come istituzioni politiche adesso dobbiamo decidere se stare con il “padrone PD” calando le braghe e ringraziando, oppure se dissociarci lasciando che gestiscano loro il Comune come meglio credono (poi la gente alle prossime votazioni deciderà se rivotarli o meno). Rimanere sarebbe essere complici. Quanti governi sono caduti in Italia perché le forze politiche non erano più in accordo? Perlomeno io la penso così. Voglio anche lasciare una rassicurazione a “Ellebi”: non mi dovrà mai più votare nessuno perché non sono un politico e non vivo di politica e di questo ne sono orgoglioso perché mi permette di dire sempre quello che penso.
(Massimiliano Genitoni)
Prendiamone atto: la sinistra non esiste più, ci siamo solo noi cittadini sinistrati da questa politica asservita totalmente alle logiche di mercato, in cui tutto ha un prezzo, anche la vita delle persone. I Pertini, i Berlinguer, vorrei metterci qualcun altro di sinistra come capo di Governo per diversi mandati, ma mandati in esilio a Sud sono morti come la politica in generale. Ma la colpa più grave è la nostra, noi cittadini perennemente disinteressati fintamente schifati, che abbiamo condotto a tutto ciò, questa é un’amara verità, perché senza partecipazione la democrazia muore lentamente e con essa tutti i principi di solidarietà e giustizia sociale per cui tanta gente ha lottato.
(Andrea)
Massimiliano, non hai mosso un dito per questo ospedale e oggi chiedi la testa del sindaco, per cosa? Per avere un Comune commissariato che faccia gli interessi della Regione? Ritengo che l’unica soluzione sia la protesta, quella forte, che arrivi ai notiziari e alla stampa nazionale, così che tutti conoscano l’ennesima porcata di questa classe dirigente e di questo inutile partito, ora tocca a noi perché è stata umiliata la nostra comunità e ancora di più sono state umiliate le donne e da padre dico che non possiamo accettare tutto questo. È arrivato il momento di scendere in piazza e manifestare tutto il nostro dissenso
(Fabio Pinelli)
Caro Sig. Fabio, prima di sparare sentenze bisognerebbe informarsi, accusarmi di due cose non vere è meschino. Uno non ho chiesto la “testa del Sindaco” ma le dimissioni tutti i membri del Consiglio Comunale (io compreso). Secondo ti riporto una breve cronistoria di quello che ho potuto fare sia nelle istituzioni che come privato cittadino:
Come portavoce del locale M5S mi sono da subito attivato con il nostro gruppo Consigliare a sostegno del nascente comitato cittadino “Salviamo le Cicogne di Montagna” chiedendo da subito una unità tra le rappresentanze politiche del territorio abbassando le bandiere di partito per sostenere questa espressione democratica di cittadinanza attiva (ci sono state varie agenzie stampa al riguardo).
Al tempo stesso oltre a richiedere l’aiuto dei nostri Consiglieri regionali Gianluca Sassi e Rafaella Sensoli abbiamo iniziato azioni ufficiali sia in ambito del Consilio Comunale sia nel Consiglio dei Comuni presentando e protocollando il documento redatto dal comitato trovando però la sua resistenza ad approvarlo.
Al tempo stesso abbiamo iniziato ad attivarci per creare una rete di comuni solidali alla nostra causa nella provincia di RE e abbiamo chiesto ai nostri portavoce locali di presentare lo stesso Ordine del Giorno ove in alcuni casi è stato approvato all’unanimità a differenza dei Consigli presieduti dal Sindaco Enrico Bini.
Sempre a rappresentanza del nostro gruppo ho insistito perché si svolgesse un incontro ufficiale tra lo stesso Sindaco ed on una rappresentanza del Comitato, incontro avvenuto in presenza del sottoscritto, del Sindaco, dell’assessore Bertucci e di 4 rappresentanti del Comitato presso la sede dell’Unione dei Comuni.
Proseguendo abbiamo messo in contatto il Comitato con i Comitati nazionali al fine di potersi confrontare anche con loro ed elaborare azioni più efficaci sul territorio.
Sono sempre stato presente agli incontri sia organizzati dal Comitato che dal Sindaco ma ad un certo punto non mi sono più giunte convocazioni da parte del Sindaco (anche su questo punto vi sono state agenzie di stampa, e se le ha sarebbe bene mostrarle), così come non sono stato informato (se non a decisione presa) della serata in teatro ove trovandomi all’estero per motivi di lavoro non ho potuto partecipare personalmente ma dove erano presenti gli altri Consiglieri del nostro gruppo.
Infine per quanto riguarda la consegna delle firme in Regione avevo chiesto se possibile fare un cambio data per accompagnare anche io ma mi è stato risposto dal Comitato che vi erano scadenze per le quali non era possibile rinviare la data (data in cui io non potevo essere presente), mentre ho partecipato in qualità di cittadino all’ultima fiaccolata.
In tutto questo tempo mi sono sempre confrontato sia con i nostri portavoce in Regione (dove si potevano oggettivamente intraprendere le azioni istituzionali più incisive visto l’ambito di competenza) sia con i portavoce provinciali che con il Comitato, e tutto questo sfruttando il mio tempo libero perché come il Sindaco ben sa io lavoro e non posso come consigliere di minoranza (che non percepisce nessuna indennità di carica) fare di più.
(GenitoniMassimiliano-PortavoceM5SC.Monti)
Sono solo parole, Max, e, ripeto, la tua proposta non porterebbe da nessuna parte. A cosa servirebbe la dimissione dell’intera giunta? Aiuterebbe a riaprire il punto nascite? No! Per me, come rappresentante di un movimento che dovrebbe essere la “cosa politica” più vicino alla gente, ha fatto troppo poco. La richiesta di dimissioni da parte tua è puramente strumentale. Serve altro, caro Max, ed è ora di svegliarsi. Per la campagna elettorale c’è ancora tempo.
(Fabio Pinelli)
Ribadisco che è importante restare tutti uniti, ora, per difendere il nostro punto nascite e che semplici cittadini e i loro rappresentanti debbano fare tutto quello che è in loro potere per il bene di tutta la montagna. Quando un’istituzione politica afferma che non c’è più niente da fare, rinuncia a combattere e si dissocia, denota poca responsabilità nei confronti dei suoi stessi elettori e di tutta la comunità restante. Ma non sto parlando di Lei signor Genitoni, Lei non è un politico.
(Pierangela)
Un pubblico amministratore ha diverse argomentazioni da poter addurre ed accampare per respingere l’ipotesi delle dimissioni, ma non agiterei in ogni caso il “fantasma” del commissariamento – quasi fosse una “sventura” per l’ente interessato – dal momento che, se la memoria non mi tradisce, vi sono stati commissari prefettizi che alla fine del proprio mandato si sono visti proporre la candidatura a primo cittadino, verosimilmente in funzione del buon lavoro svolto.
(P.B.)
Bini-Santo-Subito e lunga vita: ha fatto un miracolo. Signor (P.B.), la penso esattamente come Lei!
(mv)
Il signor sindaco e relativa amministrazione dovrebbero dimettersi per dare la vera dimostrazione di presa di posizione. Ma ciò non accade perché la chiusura del punto nascite era una tragedia già scritta e lo scranno del potere è troppo comodo.
(Angelo M)
Ritengo che occorra imparare bene da questa lezione, farne tesoro e diventare più attenti e risoluti al fine di evitare di perdere altri pezzi di servizi fondamentali per la NOSTRA montagna. Anzi dobbiamo farla crescere la NOSTRA montagna, tutti noi mettiamoci sempre un qualcosa in più per farlo.
(DC)
Un commento sopra riportato mi ha letto nel pensiero (Bacs) il soldo comanda, e il signor sindaco lo conferma, 1900 euro al mese, visto che lui lo fa di “lavoro” sono un buona motivazione per rimanere al proprio posto. Se il sindaco si dimette non ha più lo stipendio, questa è una motivazione.
(Luca)
Sono rimasto basito dalla reazione del nostro sindaco per due motivi: 1) non ha detto cose del tutto veritiere sul mio impegno personale (e del gruppo che rappresento) e non ha spiegato che casomai lui che ha vinto le primarie del Pd avrebbe dovuto e potuto fare di più a livello di mediazione con il partito che rappresenta (non decidono le minoranze in democrazia, ma le maggioranze); 2) è assurdo che la risposta di un primo cittadino sia a livelli di battibecchi da osteria (con tanto di lamentela per l’esigua indennità di carica che percepisce ma che non è la sua unica entrata), come è altresì assurdo che risponda a titolo personale ad un appello rivolto a tutti i consiglieri (maggioranza ed opposizione).
(Massimiliano Genitoni, portavoce M5S Castelnovo ne’ Monti)
Macchè dimissioni! Tra qualche mese ci saranno le elezioni politiche. Un bel segnale sarebbe un voto contro coloro i quali fanno scelte politiche causando l’impoverimento dei territori. Un voto netto, massiccio. Altre strade sono le richieste di danni per eventuali inefficienze o ritardi in ambito sanitario. L’obiettivo della Regione è la sicurezza? Benissimo, tutti vogliamo vivere in sicurezza ma attenzione alle madri montanare (soprattutto dell’alto Appennino) alle quali si chiede molto e pertanto molto si deve pretendere sia come percorso pre-parto ma anche circa la rapidità al momento del parto, altrimenti, in caso di problemi, la risposta dovrà essere durissima.
(Massimo Romei)
La politica è anche fatta di gesti, che possono essere giusti o sbagliati, magari, ma le dimissioni di tutti i sindaci della montagna sarebbe un segnale molto forte. Che vengano i commissari non cambierebbe nulla, i nostri sindaci ormai sono solo burocrati passacarte del “partito democratico”.
(Lollo)
Dimettersi tutti e tutti i sindaci della montagna. Gesto forte e con risonanza nazionale! Non possiamo farci privare del diritto di nascere dove vogliamo, ma stiamo scherzando? Ben vengano i commissari, magari hanno pure gli attributi.
(Indignato di Castelnovo)