Di seguito il comunicato dell'Ausl che riporta le disposizioni della direzione per non riaprire il punto nascita del S. Anna il 17 ottobre. Da rimarcare la velocità con cui è stata emanata al fine di "tamponare" le reazioni e stroncare ogni tentativo di reazione. E ciò avviene nonostante sia noto che quello della Commissione nazionale è solo un parere consultivo, mentre la decisione finale spetta alla Regione. E' forse utile prendere nota che proprio la Regione sarà a Reggio Emilia lunedì 9 ottobre dalle 9,30 presso la sede di Reggio Children in via Bligny, 1 con il presidente e gli assessori Gualmini e Venturi per presentare il nuovo piano sociale e sanitario 2017/19.
-----
Chiude il Punto Nascita dell’Ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti dopo il parere sfavorevole espresso dalla commissione Percorso Nascita nazionale con la motivazione che non vi sono le condizioni di sicurezza sufficienti, visto il numero di parti largamente inferiore ai 500/anno.
L’Azienda USL di Reggio Emilia, che nel periodo estivo ha adottato un piano straordinario di chiusura temporanea a rotazione di tre punti nascita della provincia per criticità legate alla carenza di professionisti, ha individuato per Castelnovo Monti modalità organizzative tese ad assicurare appropriatezza e sicurezza, garantendo idonei percorsi assistenziali per mamma e bambino.
A Castelnovo Monti, i consultori e gli ambulatori continueranno a garantire le attività di assistenza alla gravidanza, ecografie, corsi di preparazione alla nascita, assistenza in puerperio, sostegno all’allattamento. Nulla cambia per quanto riguarda l’attività ginecologica.
L’Azienda USL invita le future mamme, anche quelle seguite da ginecologi privati, nel rispetto della privacy, a mettersi in contatto con il servizio salute donna di Castelnovo Monti (tel.0522 617.337) per comunicare lo stato di gravidanza, usufruire dei servizi sul territorio ed entrare in un monitoraggio utile a garantire assistenza in caso di bisogno.
Le ostetriche del distretto montano contatteranno periodicamente le future mamme note al servizio per valutare l’andamento della gravidanza, fornire informazioni sul percorso nascita e sui servizi disponibili nel periodo pre e post parto.
Il personale ostetrico proporrà alle donne in gravidanza del distretto, nel rispetto della libertà di scelta dell’ospedale in cui partorire, un percorso di accompagnamento, prospettando come alternative gli ospedali della provincia (Reggio Emilia, Montecchio, Scandiano) o delle provincie limitrofe (ad esempio, Sassuolo). Alle donne interessate sarà proposta una visita al reparto dell’ospedale scelto. Una volta scelta la sede, la donna verrà presa in carico e tutta la documentazione sanitaria relativa alla gravidanza sarà consultabile dall’ospedale dove avverrà il parto.
Le donne che sceglieranno di partorire all’ospedale di Reggio Emilia potranno essere ospitate, nelle ultime fasi della gravidanza, in locali messi a disposizione dall’Azienda USL di Reggio Emilia.
Al fine di garantire sicurezza e tutela per la salute della mamma e del bambino, l’Azienda USL, qualora si rendesse necessario un trasporto urgente di una donna in gravidanza dal Pronto Soccorso di Castelnovo Monti all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, assicura la presenza di professionisti adeguatamente formati e di percorsi e mezzi idonei.
Per i tre ospedali dell’Appennino interessati dalla sospensione dell’attività, la Regione ha già programmato un piano di investimenti di 13 milioni di euro; parte degli interventi previsti è già stata realizzata e in alcuni casi le Aziende sanitarie hanno già approvato documenti preliminari di progettazione.
Per Castelnovo Monti, in particolare, è previsto un progetto di miglioramento dell’ospedale, pari ad un investimento di 3.800.000 euro, che riguarda:
- investimenti strutturali in conto capitale per 2,8 milioni di euro per l’ampliamento e la ristrutturazione del Pronto Soccorso con area osservazionale.
- Investimenti in spesa corrente di 1 milione di euro/anno per il potenziamento degli organici medici e infermieristici in funzione di:
- istituzione di una struttura semplice dipartimentale di urologia con due medici urologi dedicati a tempo pieno,
- attivazione, già avvenuta, della chirurgia senologica, anche attraverso il potenziamento dell’organico medico della breast unit per sedute dedicate di oncologia senologica, con esami istopatologici in estemporanea, effettuati cioè durante l’intervento,
- riorganizzazione dell’attività chirurgica per le specialità di:
- chirurgia ortopedica, con particolare riferimento alla chirurgia del piede e protesica,
- chirurgia otorinolaringoiatrica dell’orecchio (impianti cocleari),
- chirurgia ginecologica,
- chirurgia videolaparoscopica,
con un aumento stimato di 150/200 sedute operatorie in più all’anno,
- potenziamento della cardiologia, aggiungendo alla degenza acuti UTIC e alla riabilitazione cardiologica, un centro di prevenzione cardiovascolare a valenza aziendale,
- attivazione di un mezzo di soccorso professionalizzato che affianchi l’automedica e la riorganizzazione dell’assetto notturno del Pronto Soccorso con un’area di osservazione presidiata da un team multidisciplinare.
Il progetto di miglioramento prevede un aumento di personale di 16 unità, di cui 6 medici e 10 infermieri.
Ultimo atto di una commedia vergognosa, ci avete preso in giro fin dall’inizio. Vergogna, vergogna, vergogna!
(Pamela)
Il megadirettore dott. fausto nicolini (scritto rigorosamente in minuscolo vista la stima che ho nei suoi confronti) ha dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la pasta di cui è fatto.
(MB)
Secondo me quando si voterà il Pd si pentirà amaramente di questa scelta. Vergognatevi tutti voi, amministratori, politici e quant’altri si riconoscono nel Pd. Il vostro silenzio è imbarazzante. Mi fate schifo!
(Cg)
Solo il 13 settembre scorso, sempre su Redacon, sulla notizia della chiusura per “rotazione” del punto nascite del Sant’Anna, interveniva Bini, il nostro sindaco e presidente dell’Unione, iniziando così l’intervento: “Innanzi tutto credo sia importante sgombrare il campo da dubbi: abbiamo tutte le garanzie che, come avvenuto per Montecchio e Scandiano, il 16 ottobre, tra un mese, il punto nascite di Castelnovo riaprirà regolarmente”. Bene, signor sindaco, quali erano le garanzie?
(Mv)
Vergognosi, voi e i sindaci della montagna, nessuno di loro, tranne Bini si fa sentire, andatevi a nascondere con tutto il PD. E si vergogni anche chi continua a credere a tutte le storie che raccontano. Continuano a togliere i servizi in montagna, dai Comuni, alle Poste ed ora pure i servizi importanti come alcuni reparti dell’ospedale. Mi vergogno di averci creduto per un certo periodo, è uno schifo, sono indignata e disgustata.
(Ramona)
Fate schifo!
(Alle)
Se fossi incinta lo farei per strada a Castelnuvo ne’ Monti, altro che Reggio Emilia, la montagna non è terzo mondo! Miserabili! Qualcuno non ha convenienza economica da Castelnovo punto nascite, ecco che è!
(Alle)
Così la montagna inizia a morire, l’hanno isolata. Senza più il diritto di nascere si deciderà di non vivere più qui. Una donna in travaglio non può fare più di cinquanta km in macchina o in ambulanza, o meglio ancora in elicottero con nebbia, neve e vento! Grazie per gli alloggi a disposizione a Reggio, ma una mamma non può trasferirsi lasciando marito e magari altri figli a casa. Scandiano non ha chiuso, per ora, perché ha un bacino elettorale più grande, il voto dei montanari conta troppo poco.
(Patrizia)
Fanno solo per calmare le acque, si è ben capito dove vorrebbero arrivare.
(Simoneg)
Tutto questo per fugare ogni dubbio sul fatto che fosse già tutto deciso. Siamo decisamente un paese per vecchi. Nessuna vergogna, come al solito!
(Francesca)
Grazie a Redacon che ci ha sempre tenuti aggiornati su questa vergognosa vicenda. Una presenza di vero giornalismo davvero preziosa per difendere anche i meccanismi della democrazia. E’ davvero difficile astenersi dagli insulti. Gli attori ed i colpevoli di questo sfregio alla nostra collettività hanno nomi e cognomi, girano fra noi, tronfi nei loro ruoli pubblici, arricchiti e ben pasciuti dal denaro pubblico in questi lunghi decenni di militanza. Organizzano tavoli, convegni e feste per annebbiare le menti dei montanari che li hanno sventuratamente eletti e nel frattempo curano i propri interessi personali con (qui sì) invidiabile efficienza. Riflettevo sul perché in queste ultime settimane c’è stata una iniziativa del P.D. per combattere il fascismo di 70 anni fa, di cui francamente non ne vedo più traccia e nessuno ne avverte la necessità. Ora ho la risposta. È una forma di distrazione di massa per distogliere l’attenzione dal fascismo rosso che stanno instaurando oggi loro. Questa vicenda per metodi, modi, violenza, spregio della volontà del popolo, falsità, menzogne ed effetti sulla gente ne è purtroppo una evidente dimostrazione. Probabilmente però non hanno messo in conto la rabbia e la determinazione delle nostre genti. Come in passato se c’è fascismo ci sarà Resistenza. Riprendiamoci le nostre regole ed i diritti di una vita civile e democratica. Non possono riportarci indietro nei nostri diritti primari. Stanno distruggendo la nostra stessa identità di montanari. Tutti uniti vicino alle nostre “Cicogne”, le giovani mamme che ci hanno insegnato il coraggio ed indicato la via maestra.
(F.D.)
Ora anche le donne della montagna avranno il loro centro di accoglienza a Reggio presso l’Asl, mah! Lunedì mattina 9 ottobre bisognerebbe andare a Reggio a ringraziare di persona la giunta regionale che verrà a presentare il piano Asl per i prossimi anni e portare a loro un bel messaggio: “la nostra gente ha capito chi siete!”
(Nazzareno)
Bini, sindaco del paese in cui si trova l’ospedale, nonchè presidente dell’Unione montana, dovrebbe dimettersi. Non si può volersi sedere su una poltrona che comporta precise responsabilità e poi scansarle allorchè esse vengono a chiedere conto. O si è responsabili dei servizi e, in generale, del bene pubblico dei propri amministrati (e anche, per Castelnovo, per la montagna tutta, per alcuni servizi), oppure non lo si è. E quando si subiscono sconfitte così brucianti – tra l’altro da politici teoricamente “amici”, il che peggiora il dato – come la perdita della possibilità di nascere in montagna, serietà e dignità imporrebbero una sola strada: ripeto, le dimissioni. Si volta pagina in ospedale? Si volti pagina anche in municipio. Servono altre persone, altre tempre, altri cuori che davvero capiscano e difendano la cittadinanza nei loro diritti primari. Questo fatto per Castelnovo è la caduta di un bastione. Il resto sarà più facile da sgretolare. E gonzo – per non credere alla malafede – è chi pensa di accettare le solite mance puntualmente annunciate allorchè ti violentano in cambio della dignità tolta. Saremo costretti a fare i pendolari in pianzania, ove gli ospedali pullulano, a distanze copribili a piedi uno dall’altro. Se la logica di chi ci governa è quella dei numeri, molto meglio l’autogoverno. Che è appunto ciò che i capoccia temono di più, ad ogni latitudine. Auguri a chi oggi ha vinto una battaglia e si starà facendo grasse risate a pensare ai montanari ignoranti inc…. ti, dei quali anzi saranno lì a contare le spoglie da dividersi: il 30 a Montecchio, il 40 a Scandiano ed il restante a Reggio (ove ti accolgono – magnanimità loro – pure in un alloggio). Ma sarà tutto da vedere l’esito della guerra.
(Gino)
Grazie signor Gino, concordo ogni parola di quanto ha scritto. Riguardo alla accoglienza magnanima a Reggio, (futuro Mire?) spero di sbagliarmi, ma quasi sono sicuro che sarà a pagamento con qualche generoso ticket!
(Elio Bellocchi)
Purtroppo era un copione già scritto, forse giusto o sbagliato, non sapete che è una normativa a livello europeo. E’ chiaro che gli amministratori e politici devono prendersi le responsabilità, ma io non ne vedo nè di destra e nè di sinistra. E facile dire: è colpa di quello o dell’altro, cominciamo anche noi per primi ad adoperarci per Castelnovo, mettiamoci il cuore, non solo lamentarci, mi fa schifo quello, l’altro, la politica. E’ lo specchio di quello che siamo noi, ve lo dice un Rsu.
(Pinna)
Io mi auguro con tutto il cuore per noi tartassatissimi abitanti della montagna e per coloro che hanno preso una decisione così grave, di parte (nel senso che anche noi siamo in zona altamente sismica e non solo gli abitanti di pianura!) ed insensata, che non debba mai accadere qualcosa di grave, di molto grave. In tal caso temo che esploderebbe la rabbia enorme che cova, ma esiste fortissima, nell’animo di tutti i montanari, con non si sa quali conseguenze e senza riguardo per nessuno. La voglia di guardarli in faccia ad uno ad uno questi signori che giocano con la vita del prossimo (e li paghiamo pure per farlo!) e di costringerli a provare di persona i disagi, le scomodità, a volte la disperazione di chi vive in condizioni di estremo disagio, è enorme. E la Chiesa a cui giustamente interessa tanto la famiglia, la procreazione, i figli, che cosa ne pensa, visto che le decisioni prese sono altamente penalizzanti riguardo alla formazione di nuove famiglie? Finora non ho sentito nessun intervento in proposito, forse mi è sfuggito.
(Mgc.)
Ora tutti a dire verranno le elezioni e ci ricorderemo, poi le elezioni verranno e tutti lo rivoterete perché imbonirà sicuramente.
(Riki)