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Il consigliere provinciale Giuseppe Pagliani condannato in appello a 4 anni

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Nel processo "Aemilia" che è arrivato a sentenza ieri a Bologna il consigliere della Provincia di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani è stato condannato in appello a 4 anni dopo che in primo grado era stato assolto. I giudici hanno ritenuta provata la connessione del consigliere con elementi malavitosi legati alla ndrangheta.

Poichè in passato ci eravamo occupati di questa vicenda pubblichiamo di seguito la reazione del consigliere Pagliani e quella del presidente della Provincia Gianmaria Manghi.

 

LA NOTA DELL'AVV. GIUSEPPE PAGLIANI

Rimango esterrefatto e profondamente deluso da una decisione che ritengo folle, un accanimento personale del quale a memoria non vi sono precedenti nella nostra Regione.

E’ incredibile che chi è palesemente innocente e perseguitato da un’accusa infamante, cassata dal Tribunale del Riesame e dal GUP in primo grado, debba continuare a difendersi per una condanna, assurda, ricevuta in appello.

Ho sempre fatto politica per idealismo e passione, stando sempre all’opposizione in una terra notoriamente difficile per la mia parte politica e non avendo mai avuto un briciolo di potere, né tantomeno incarichi nella gestione della cosa pubblica; la mafia mi fa schifo da sempre ed è vergognoso che qualcuno la associ al mio nome su di una Sentenza.

Oggi stesso comunicherò le mie dimissioni al Sindaco ed al Presidente della Provincia per potermi concentrare esclusivamente sulla mia difesa e nella mia lotta per far emergere la verità.

Continuerò la mia battaglia con rinnovata forza e convinto della mia totale estraneità, certo che questo incredibile errore giudiziario venga riparato in Corte di Cassazione.

LA NOTA DELLA PROVINCIA

“La sentenza di appello del procedimento Aemilia con rito abbreviato conferma la struttura portante della sentenza emessa dal giudice dell’udienza preliminare di Bologna e, dunque, anche la bontà della scelta di costituirsi parte civile compiuta dalla Provincia di Reggio Emilia e dai Comuni di Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo, a favore dei quali era stato concesso in primo grado un risarcimento complessivo di 850.000 euro (150.000 a ogni Comune, 100.000 alla Provincia), a cui ora si aggiunge la condanna emessa nei confronti di 18 imputati al pagamento in solido di 24.000 euro perle spese di patrocinio per l’appello”.
E’ quanto dichiara il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, sottolineando come queste somme, che con la sentenza di oggi diventano formalmente esecutive, “rappresentino un risarcimento, sotto il profilo giuridico e morale, per i danni subiti dalle comunità che rappresentiamo e che, come abbiamo dimostrato attraverso i nostri legali Salvatore Tesoriero e Federico Fischer del Foro di Bologna, riteniamo offese e danneggiate da chi ha cercato di radicare nella nostra provincia metodi e mentalità che non ci appartengono”.
“Il risarcimento confermato dalla Corte d’appello di Bologna sarà destinato a sostenere e implementare le tante iniziative per la legalità che da tempo stiamo realizzando e che continueremo a promuovere, ribadendo il nostro impegno comune nel tenere alta la guardia contro ogni tentativo di infiltrazione mafiosa nel nostro territorio", aggiunge il presidente Manghi.
Per quanto riguarda la condanna del consigliere provinciale Giuseppe Pagliani, per il presidente Manghi “i giudici si sono espressi e prendiamo atto di questa sentenza e delleconseguenti, annunciate dimissioni”.