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Sport motoristici / “No alle demonizzazioni”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Con l'approssimarsi della bella stagione il fenomeno dell'utilizzo di mezzi motorizzati in fuoristrada, a due e quattro ruote, assume connotazioni decisamente importanti sia per le varie problematicità indotte, che per il numero dei praticanti. Come delegato provinciale della Federazione motociclistica italiana, che per quanto attiene al territorio reggiano annovera 29 moto club con poco meno di 4.300 tesserati, mi corre l'obbligo di alcune precisazioni e puntualizzazioni.
1- i praticanti dello sport dell'enduro, da NON CONFONDERSI con il motocross, possono essere quantificati, stima per difetto, in un migliaio;
2- i mezzi utilizzati, motociclette e quad, devono essere assolutamente in regola con il Codice della strada;
3- non corrisponde a verità che tutto ciò che è off road è vietato;
4- moltissimi cartelli di divieto di transito sono irregolari in quanto non riportano i dati delle relative delibere comunali;
5- educazione, buon senso e rispetto per la natura sono fondamentali principi che ogni endurista dovrebbe non solo recepire ma soprattutto mettere in pratica.

Purtroppo però molto spesso per sconsiderati e indifendibili atteggiamenti di taluni un intero movimento nonchè disciplina sportiva, viene condannata a priori e demonizzata:
A- utilizzo di moto non targate, non immatricolate e quindi men che meno assicurate;
B- nessun rispetto per ambiente e proprietà private;
C- uso sconsiderato dei mezzi (gomme chiodate con la neve, uscite con terreni fangosissimi).

Questi sono le principali cause che “portano acqua al mulino” di ecologisti ed ambientalisti vari che, al di la di pur valide argomentazioni, spesso trascendono in vera e propria demagogia. Non sottintendendo peraltro che nella stragrande maggioranza dei casi i veri, seri e spesso davvero critici danni vengono fatti dalle auto fuoristrada 4x4, comunemente denominate “jeep”, sovente elaborate a livelli tali da farle assomigliare a inarrestabili trattori cingolati. Di ciò, ad ogni buon conto, ne prendo semplicemente atto non rientrando questi mezzi nelle competenze della Federazione che mi onoro di rappresentare.

Ciò che invece vorrei sottolineare è che la “convivenza” tra pratica dell'enduro e tematiche relative alla tutela dell'ambiente e del territorio non solo è auspicabile ma davvero possibile laddove tra le parti si ricercano soluzioni condivise e comuni. Esemplare il progetto elaborato dall'Amministrazione comunale di Canossa per la mappatura dell'intero territorio e l'identificazione di percorsi utilizzabili dai mezzi off road; progetto che ha invero subito una battuta d'arresto ma che auspico fortissimamente venga attuato al più presto, coinvolgendo magari altre amministrazioni.

La disponibilità in merito della Federazione motociclistica è TOTALE. In quest'ottica rilevo tuttavia l'inquietante silenzio di Provincia, Corpo Forestale, Comunità montana dal sottoscritto formalmente ed ufficialmente contattate in ben due occasioni nel corso dell'ultimo semestre per attivare un tavolo di lavoro al fine di affrontare e se possibile risolvere tutte le varie problematicità della materia. Allo stato tutte le raccomandate e le richieste verbali di incontri sono state TOTALMENTE disattese. Un atteggiamento francamente immotivato e davvero incomprensibile.

(Paolo Comastri, delegato provinciale Fmi)

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1 COMMENT

  1. Non siamo criminali!!
    Sono un’appassionato di montagna (giro regolarmente anche a piedi e in mtb) che ha la “colpa” di amare anche la moto. Sono una persona ragionevole e con famiglia che per scelta ed educazione rispetta sia il prossimo che il territorio. Gli “ecologisti” che si lamentano di noi non mi sembra che non abbiano uguale rispetto, prendendoci a male parole solo per la nostra presenza. Oltretutto giriamo soprattutto su carraie utilizzate solo da trattori o simili, senza frequentare le zone tipiche del trekking. Sono da condannare quelli che si comportano male e fuori dalle regole, non tutti a priori. Sarebbe come proibire il transito a tutti i motocicli sulla statale 63, senza prendersela, giustamente, con gli emuli di Valentino che sfrecciano a 180 km/h. Pago tasse ed assicurazione, giro a 40 km/h e incontro a male a pena 2 persone al giorno.
    Alla fine di cosa mi devo sentire colpevole?

    (Luca Bassi)