Sappiamo come purtroppo vi sia sempre qualcuno che si crede più furbo del proprio prossimo. E così, per una maggioranza che rispetta i divieti ed anzi, in certi casi, magari li condivide e contribuisce per quanto può a farli rispettare, c'è anche chi non ci sta e s'inventa sempre qualcosa per girarci attorno.
Ecco, "girarci attorno" è proprio l'espressione che casca a fagiolo per rilevare quanto in essere a Ventasso Laghi: lassù dove finisce la strada asfaltata, in corrispondenza dell'arrivo delle vecchie piste sciistiche, e dove inizia la breve strada bianca che conduce in dieci minuti a piedi ad una delle "perle" del nostro Appennino, cioè il lago Calamone. Tale strada è preclusa al traffico da una sbarra chiusa da un lucchetto. Da tempo - ne fanno fede le tracce rimaste sul terreno, tutt'altro che fresche - qualcuno aveva però aperto una "variante" sul prato, "una nuova via", come si dice in gergo alpinistico: una carraietta un po' sbilenca ed in salita piuttosto ripida nell'ultimo tratto. Non adatta ai normali veicoli, ma ben fungibile dai fuoristrada.
Sulle rive del lago, come noto, vi è un'attività economica, un ristorante. Comprensibile dunque che qualche passaggio debba esservi, regolarmente autorizzato. Escluso dunque quando da escludere, diversi transiti invece meno autorizzati devono essersi verificati, se molto di recente - nei giorni scorsi, possiamo dire - qualcuno (eventuali aventi diritto? ente pubblico? Parco nazionale?) ha impiantato un'altra protezione, un piccolo recinto in legno.
Oltre alla sbarra metallica, dunque, ecco lì a pochi passi un altro cordone per difendere dalla circolazione selvaggia a motore l'accesso là dove il paesaggio è un indiscutibile valore da tutelare a pro della collettività tutta. Servirà? Basterà?
(Foto del servizio: Redacon)