Riceviamo e pubblichiamo.
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Non si può fare a meno di esprimere soddisfazione ed apprezzamento per l’intesa raggiunta, tra Diocesi, Parrocchia e Parco nazionale, ossia un protocollo di intenti che, da quanto se ne deduce e capisce, permette innanzitutto di dare un futuro all’Eremo della Pietra, quale edificio bisognoso di un intervento di recupero e poi di manutenzione, come succede per ogni struttura edilizia con un po’ d’anni sulle spalle, e cerca nel contempo di mettere a sistema, collegandoli tra loro, i tanti pezzi di un patrimonio, religioso, ambientale, urbanistico, ecc, che merita di essere sempre più valorizzato, vuoi per i suoi innegabili pregi vuoi perché conferisce identità al nostro bel territorio.
L’epoca matildica ha dato una particolare connotazione a queste zone, cui si aggiungono reperti e vestigia di secoli precedenti, unitamente a quanto si è fatto in quelli successivi, e tutto questa lunga storia ci ha consegnato una eredità, fatta di borgate e di paesaggio nel suo insieme, ma pure di “radici”, consuetudini e tradizioni, che andrebbero salvaguardate e tramandate come importante punto fermo - anche nei confronti delle generazioni più giovani, cui può probabilmente giovare il poter disporre di un qualche riferimento in più - e la conservazione e praticabilità dei luoghi di culto rientra indubbiamente in una tale logica e prospettiva.
A tutti è noto come l’eremo della Pietra di Bismantova sia stato meta, nel passato, di visite e pellegrinaggi da parte di moltissimi fedeli, anche da località abbastanza lontane e scomode del nostro comprensorio pensando a quando ci si muoveva a piedi, abitudine che si è sempre mantenuta nel tempo e che vorremmo continuasse ancora a lungo, e dobbiamo pertanto auspicarci che le attività “laiche” che sono previste in questo complesso non ne sacrifichino in alcun modo la funzione religiosa, anche perché se presso l’eremo della Pietra continueranno a raccogliersi tanti montanari, per fede e devozione, chi ci governa ai vari livelli istituzionali si convincerà finalmente che la nostra montagna è ancora viva e vitale, e ne va perciò evitato e frenato lo spopolamento (anche col mantenere la rete dei servizi).
(Robertino Ugolotti)
Mi sembra opportuno il richiamo alla “funzione religiosa”, che qui si fa nella parte conclusiva, dal momento che l’Eremo della Pietra di Bismantova è sempre stato conosciuto come un luogo di culto, aspetto che traspare in modo piuttosto chiaro pure dalle parole di padre Giordano Ferri, ossia quelle riportate in calce all’articolo che figura correlato con questo e le tradizioni andrebbero quanto più possibile rispettate e trasmesse (e anche perpetuate, laddove ve ne sono per l’appunto le condizioni).
(P.B.)
Concordo. Padre Giordano Ferri, con il suo intervento, ha dato voce ai tanti, tantissimi fedeli che nei secoli (e tutt’oggi) hanno visto nell’Eremo di Bismantova un luogo di culto, di devozione, di pellegrinaggio; un luogo a cui “affidare” le proprie difficoltà, le sofferenze, le sciagure riponendole con la preghiera nelle sante mani della “Madonnina della Pietra”. Tutto il resto è mera politica.
(Ms)