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In tanti hanno partecipato al primo incontro di INDIPENDENTE-MENTE: “Famiglie energie rinnovabili.” Incontro con Don Giuseppe Dossetti del Ceis

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Molto partecipato da adulti e adolescenti il primo incontro di INDIPENDENTE-MENTE sulle risorse della famiglia nella prevenzione dell’uso di sostanze stupefacenti.

Profonde riflessioni hanno stimolato le parole di Don Dossetti e dei genitori che hanno portato con coraggio, umiltà e semplicità la loro testimonianza. La dipendenza non si sviluppa all’improvviso. Ci sono piccoli segnali che possono allertare le famiglie che si pongono in ascolto. Quando un ragazzo scivola verso la dipendenza è segno di un malessere profondo, cui egli cerca una risposta, e l’assunzione di sostanze può diventare una possibile tentata soluzione. Fasulla, ingannevole.

Don Dossetti dimostra di conoscere perfettamente i meccanismi psichici di chi si avvia sull’erto sentiero della tossicodipendenza: “Il consumo abituale di sostanze per mancanza di altre soluzioni trovate ai problemi interiori irrisolti porterà inevitabilmente a un’escalation senza fine. La psiche del dipendente è parassitaria. Si instaura così un gioco di potere. Il genitore è l’ospite parassitato. E a sua volta dipende dal tossicodipendente”.

Quella descritta da Don Dossetti è la condizione in cui si viene a trovare un genitore di un tossicodipendente, definita in ambito psicologico Co-Dipendenza. E’ importante accorgersene, chiedere aiuto a propria volta. A un gruppo di sostegno, a famiglie che già hanno affrontato l’inferno e il calvario di scoprire il dolore che sta dietro al cammino intrapreso per fragilità, solitudine, insicurezza del figlio.

Dice Claudia, una mamma presente all’incontro: “Quando un figlio inizia ad assumere sostanze il primo segnale importante è che la relazione sparisce. Il dialogo non c’è più. E’ l’intera famiglia allora ad avere un problema, a essere ‘ammalata’. Il percorso è lungo, incontrare altre famiglie che già avevano affrontato il nostro stesso inferno ci ha aiutato molto. Non ero IO ad avere un problema, eravamo NOI, io e mio marito, e NOI famiglia ad avere il problema. Io e mio marito non avevamo mai fumato nemmeno una sigaretta. Non sapevamo nulla di sostanze. Nostra figlia era una brava ragazzina. Eccellente a scuola. Non possiamo dare la responsabilità alle amicizie. Lei si è staccata dal gruppo ‘sano’ e si è avvicinata ad altre compagnie, perché LEI stava male. Il malessere era suo e non è riuscita a trovare altre soluzioni. Il percorso è stato molto lungo, non privo di ricadute. Ora va molto meglio, abbiamo raggiunto una stabilità”.

Fermezza. Determinazione. Ascolto. Dialogo. Anche nel silenzio. Anche quando dire NO costa. Don Dossetti più volte pone l’accento sull’importanza della responsabilizzazione, il fare richieste precise ai figli, ad invitarli ad assumersi compiti, impegni. Nella relazione genitoriale sono fondamentali la fiducia reciproca, la lealtà della comunicazione, il dirsi le cose fino in fondo in modo autentico, anche quando le cose sono scomode. Anche quando è doloroso.

3 COMMENTS

  1. Famiglie, energie rinnovabili
    Voglio ringraziare Ameya per il report preciso della serata col quale ha definito in modo approfondito i contorni dell’intervento/testimonianza di Don Dossetti. Se consideriamo che in natura il sole, l’acqua, il vento e la terra sono energie rinnovabili per eccellenza, cioè disponibili naturalmente e a disposizione di tutti, anche nel campo delle relazioni personali e sociali la famiglia deve rappresentare una risorsa fondamentale. Dobbiamo sostenere la famiglia come nucleo centrale positivo della nostra società anche attraverso percorsi come quello iniziato ieri sera a Campolungo. Non forniscono certo soluzioni o medicine e forse nemmeno risposte puntuali ai molti interrogativi e problemi che incontriamo quotidianamente, ma ci aiutano a “sentire” che non siamo da soli e che attraverso il confronto, il dialogo e la testimonianza si più condividere e affrontare con più “energia” il ruolo di genitori e figli.
    Grazie anche a Campolungo per lo “sfizioso” dopo serata…!!

    (Federico Tamburini)

  2. Specchiarsi negli altri
    Credo che ascoltare con umiltà le storie, le soluzioni trovate, le difficoltà apra le porte per quel processo di costruzione collettiva dei significati e dei valori condivisi. E’ dal continuo adattamento, elaborazione, esplorazione delle risorse, messa in discussione, negoziazione quotidiani che si evolve insieme, come individui, come famiglie, come gruppi sociali. Queste occasioni di ascolto e riflessioni collettive sono preziose.

    (Ameya)