Sono state davvero tante le persone che hanno partecipato alla festa dell’incontro (Iftar), che la comunità islamica della montagna ha voluto organizzare per tutta la cittadinanza nel mese del Ramadan (cioè del digiuno).
A muoversi è stata come sempre l’associazione “Al Bayt” - che tradotto dalla lingua araba significa “la Casa” - formata da diverse decine di persone di cui la maggior parte sono giovani nati o cresciuti in terra reggiana.
L’iniziativa, aperta a tutta la cittadinanza, ha visto una grande partecipazione di persone anche non mussulmane e fra queste erano presenti il sindaco Enrico Bini, il vice sindaco Emanuele Ferrari, diversi assessori comunali, alcuni rappresentanti (a titolo personale) delle forze dell’ordine, alcuni medici del territorio e soprattutto diversi rappresentanti delle associazioni culturali, sociali e di volontariato, fra cui le suore della Casa di Carità.
Dopo un primo momento di preghiera riservato alla comunità islamica, sono stati offerti cibi, bevande e dolci tipici della cultura islamica e si è celebrato il rito della “rottura del digiuno”, cioè la possibilità di mangiare dopo avere digiunato nel corso della giornata.
Importante è stato anche il discorso pronunciato alla fine da uno dei giovani in rappresentanza del consiglio direttivo.
“In questo mese sacro – ha detto – continuiamo ad assistere a violenze e ingiustizie che voglio attribuire ingiustamente all’Islam, ma che sicuramente ne sono le più lontane dalla nostra fede”.
La chiara presa di posizione contro gli attentati terroristici dell’Isis è stata molto apprezzata dai presenti, che si sono lasciati andare ad un lungo applauso fra la commozione dei tanti mussulmani, che hanno garantito di voler continuare nel cammino di integrazione e soprattutto di condivisione dei più alti valori umani, sociali e religiosi.
Un momento speciale per tutta la nostra montagna.
(Loubna)
Grazie di cuore a tutte le persone che hanno onorato il nostro invito, è un grande orgoglio vedere così tante persone che credono nel percorso che abbiamo intrapreso.
(Al Bayt)
Partecipare alla vostra festa e sentire il calore e l’amicizia che avete trasmesso è quanto di più lieto potesse avvenire. Un grazie anche ai rappresentanti istituzionali che senza imbarazzo vi hanno affiancato ed alle nostre suore che con carità francescana si uniscono a tutti coloro che le chiamano. Grazie per la bella serata che ci avete fatto passare. Inchallah.
(Cathia)
Bella serata di condivisione di pensieri, di ascolto, di chiacchiere e… di ottima cucina.
(Cinzia Formentini)
Chissà perché queste cose non succedono nei loro paesi?! Italiani, brava gente; bravo Bini, fai un gemellaggio in uno di questi paesi e vai alla festa dei cristiani, così torni a casa con i piedi in avanti! Bravo, bravo Bini & co.!
(Onny)
Le posso chiedere cosa intende per loro paesi? Perche mi sembra un po’ vaga come considerazione. Le consiglio vivamente di iniziare a girare il mondo ed uscire da questi pregiudizi mentali.
(Un lettore)
Vorrei che fosse più chiara, altrimenti rischia la figura della persona poco informata (come vede sono educata), di che paesi sta parlando? Perché, pur non conoscendoli personalmente, le persone dell’associazione Al Bayt sono presumibilmente in maggioranza provenienti da Marocco e Tunisia, visto che da lì provengono la maggior parte di stranieri presenti sul nostro territorio. Quindi la invito a informarsi meglio, perché in Marocco ho visto con i miei occhi delle chiese, una domenica sono capitata per caso e c’era l’uscita dalla messa. Per Natale molti esercizi commerciali decorano con luci e alberi. Se parla di paesi come l’Arabia Saudita, più che prendersela con Bini & company, dovrebbe rivolgersi al presidente degli USA: Donald Trump, è lui che si riempiva la bocca, anzi Twitter con il muslim ban e poi la prima visita di Stato è stata proprio in Arabia Saudita, culla del wahabismo e del salafismo, dove non c’è tolleranza religiosa, anzi mi correggo, non c’è rispetto per i diritti umani (musulmani o meno), non c’è democrazia ed è da lì che nasce la visione oscurantista e retrograda a da cui trae ispirazione e forza il Daesh. Eppure stranamente piace questo Trump agli islamofobi nostrani. Signora/e Onny, tutto questo cosa c’entra con una bella festa di paese a cui tutti erano invitati, uno ha paura di chi non conosce, un consiglio spassionato, la prossima volta vada alla festa, magari la smetterà di vedere mostri ovunque, ma potrà conoscere persone che le vivono accanto e che vorrebbero essere viste per quello sono e non come potenziali minacce. Cordialmente.
(Monja)
Mi unisco al commento di Onny.
(Ania)
Concordo pienamente con Onny. Preoccupatevi prima degli Italiani, invece di pensare a queste cose! Bini, pensa a far qualcosa per noi cittadini, non a soffermarti su queste celebrazioni.
(Sissi)
Complimenti ai ragazzi di Al Bayt che come sempre si impegnano a organizzare e sostenere eventi costruttivi per la comunità.
(Nicolò Manvilli)
A me invece piacerebbe leggere qualche loro comunicato dove stigmatizzano le atrocità commesse in nome di Allah. Magari mi sono sfuggite, ma non mi risulta che abbiano mai pubblicato dichiarazioni chiare ed ufficiali in merito. Le occasioni, purtroppo, non sono mancate e non mancheranno.
(F. Pinello)
Una dichiarazione chiara ed ufficiale in merito è citata nell’articolo stesso che sta commentando. Dichiarazione non richiesta peraltro, dal momento che le atrocità da lei citate (ovviamente imputabili unicamente a chi le ha perpetrate) sono quanto di più lontano da loro e dalla loro fede. Ho avuto occasione di conoscere alcuni di questi ragazzi personalmente e di parlare con loro, la invito a fare lo stesso in modo da verificare di persona.
(Nicolò Manvilli)
Confermo e apprezzo le parole di Onny, basta con buonismo di convenienza.
(Riki)
In poche parole, nel nostro Paese siamo noi che dobbiamo adattarci a loro, siamo diventati noi cittadini di serie B, anzi D e loro quelli di serie A! Complimenti a Bini che pur mancando ai nostri eventi a questo non poteva di certo mancare!
(JP)
Per capire la sua logica: se un condomino del suo palazzo festeggia il compleanno e invita tutti, amministratore compreso, dove sarebbe il problema? Nessuno si è dovuto adattare a qualcosa o qualcuno, era una festa- incontro aperta a tutti. Se Bini o altri hanno voluto partecipare le hanno tolto qualcosa? Sembra francamente un po’ fanciullesco il suo “pur mancando ai nostri eventi a questo non poteva mancare”. Compatibilmente con impegni personali o gusti individuali ognuno sarà ben libero di andare alla festa che più gli aggrada.
(Monica)
Peccato che Bini sia il sindaco e come tale non partecipi mai come “privato cittadino”. Fintanto che resta in carica rappresenta l’intero paese e dovrebbe rispondere agli inviti a prescindere dai gusti personali, che non hanno alcuna rilevanza. Vedremo cosa farà il 15 agosto, festa di Santa Maria…
(F. Pinello)
A me non interessa che sia una festa cristiana, mussulmana ecc., mi interessa il fatto che se fosse stata una festa nostra, non sarebbe stato così tanto importante partecipare. Poi perchè noi dobbiamo integrarci con loro? Non dovrebbero essere loro ad integrarsi con noi? Negli altri paesi succede così, nel nostro sembra proprio di no. Non dobbiamo essere noi a “modificarci” per loro togliendo Crocifisso, carne di maiale alle merende ecc., sono loro che venendo nel nostro Paese dovrebbero ringraziarci, portare rispetto per le nostre regole, le nostre abitudini e sopratutto a noi Italiani. Il problema integrazione non dovrebbe neanche esistere, perchè arrivati qua dovrebbero rispettare quello che siamo noi e le nostre tradizioni e se non gli va bene possono tornare da dove sono venuti.
(JP)
Gentile “JP”, non comprendo le ragioni della sua reprimenda, visto che concordo con ogni sillaba della sua replica. Semplicemente, visto che il sindaco ha partecipato ad una festa musulmana mi domando se sarà così presente e partecipe ad una cristiana, come a questo punto è suo dovere istituzionale. Poi, veda le repliche a quanto ho scritto in merito ad articolo e commenti e vedrà che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Comprendo che è perfettamente inutile esprimere loro opinioni discordanti perchè non c’è possibilità di contraddittorio, non c’è dialogo senza preventiva omologazione, per cui me ne astengo.
(F. Pinello)
Pur non facendo parte di Al bayt, più integrazione che offrire una festa al paese dove vivono invitando tutti, cosa avrebbero dovuto fare? Qualcuno ha chiesto di togliere il maiale dalle mense o è stato chiesto un menù alternativo? Se si arricchisce l’offerta o si presentano vari menù cosa le toglie, qualcuno le vieta di scegliere quel che vuole? Ho l’impressione che molti siano contrari a qualsiasi iniziativa a priori, altrimenti oltre a criticare vorrei leggere concrete proposte di un cammino per l’integrazione, altrimenti è solo sterile polemica.
(Monja)
Sì, in effetti signor Pinello le è sfuggito qualcosa: la dichiarazione fatta quella sera (e ben riportata sulla stampa) è stata molto chiara: condanna al terrorismo. Rilegga bene anche l’articolo qua sopra, lo legga bene. Per il resto c’è poco buonismo, ma un gruppo di giovani (molto amici anche dei nostri figli) che organizza un evento con convinzione e coraggio. Bravi a loro e inchallah a tutti.
(Cathia)
Le spiego meglio: non voglio dichiarazioni generiche, voglio che quando degli attentati vengono rivendicati dall’Isis i rappresentanti ufficiali di Al Bayt dichiarino, per iscritto, alla stampa, che costoro sono degli assassini che non meritano di appartenere al genere umano. Che Allah inorridisce e che il Corano condanna questi gesti. Altro che “…attribuire ingiustamente all’Islam…”. A chi dovremmo attribuirli, ai buddisti? E’ chiedere troppo? Ha mai sentito qualche rappresentante delle comunità musulmane esprimersi senza fare giri di parole e schivare una dichiarazione precisa ed inequivocabile di condanna dell’Isis? Voglio un sì o un no, non la quadratura del cerchio. Solo un Papa cattolico deve scusarsi per gli errori commessi nei confronti dell’Uomo nel nome di Dio?
(F. Pinello)
Quando lei chiede se un membro della comunità islamica (ovvero una persona musulmana che vive nella nostra zona) ha condannato per iscritto e alla stampa la condanna dei terroristi e dei fanatici islamisti la risposta è si c’è chi lo ha fatto. Per quel che riguarda Al bayt è un associazione, fondata da persone di fede islamica, ma non rivestono un ruolo di rappresentanti ufficiali di un ipotetica comunità islamica, parlano a nome dei loro membri. È come se si chiedesse alla pro loco di parlare a nome di tutto un paese su questioni sociali, politiche o religiose. Sull’opportunità o meno di comunicati stampa sarà compito loro scegliere se farlo o meno, ma Al Bayt rimane un associazione che rappresenta i suoi membri e non può parlare a nome appunto di un intera comunità (intesa come gruppo di persone che condividono la stessa fede). Ogni persona musulmana parla a titolo individuale, perché ribadisco non esiste una comunità islamica, esiste perché esistono i musulmani, ma non è una comunità organizzata quindi uno vale uno, come dice il motto di un noto movimento. Inoltre condannato chiaramente, senza se e ma, il terrorismo una volta penso valga per sempre, o la condanna è a scadenza e va rinnovata? Ogni musulmano rappresenta se stesso, come ogni persona di Castelnovo, di Casina, di Felina, di Collagna, di Villa rappresenta se stesso pur facendo parte di una comunità. Al Bayt è un associazione non diversa dalle altre sul territorio, non vedo perché il credo religioso dei suoi membri, li renda automaticamente, per molti, portavoce di una comunità islamica. Un associazione è un gruppo di persone che fanno parte di una comunità e non per questo sono la comunità.
(Monja)
Complimenti a Onny. Sono con te. Verrà il tempo delle elezioni comunali.
(Andrea)
Rispondo alla signorina Monja: mi scuso, ha ragione lei che ha girato il mondo! Io sono un povero montanaro di Bismantova, peccato che prima di andare in pensione abbia consumato 38 passaporti a causa dei timbri dei paesi dove ho lavorato! Questo per motivi lavorativi e non passeggiate turistiche/pittoresche, come probabilmente ha fatto lei.
(Onny)
Sicuro che sia una turista, mai dare per scontato che chi ha davanti sappia o abbia visto meno di lei. Io le ho chiesto di specificare di che paesi parlava, a parte sapere dei timbri sul suo passaporto non ho avuto risposta. Il suo pregiudizio è evidente, per me la diatriba si conclude qui. Buona vita.
(Monja)
Una tristezza vedere parte della giunta arrivare a questi punti per arginare l’emorragia dei consensi e grande tristezza vedere dei commenti in favore di ciò. Poi lamentiamoci che le cose vanno male.
(PF)
Bravi Italiani, fateci la festa che fra poco ve la facciamo noi la festa. Sono d’accordo con Onny, da noi uscireste con i piedi in avanti. Ma contenti voi, contento Islam.
(Mohamed L.)
Che dire di un simile commento, chi si impegna su un percorso di conoscenza e di reciproco incontro e chi con due righe inopportune, per essere educata, rovina tutto. Qui gli unici “piedi” di cui parlare sono quelli che ha usato per scrivere, davanti alle critiche anche antipatiche il suo messaggio non fa altro che confermare i pregiudizi che molti hanno. Complimenti un vero genio.
(Monja)
Vede signor Pinello, lei concede all’associazione culturale “Al Bayt” un ruolo forse eccessivo, perchè non sono i rappresentanti del mondo arabo, ma più semplicemente di una comunità di persone residenti a Castelnovo ne’ Monti. La dichiarazione (chiara e per iscritto) è stata fatta, ma lei continua a non volerne prendere atto. In ogni caso, quando un rapinatore entra in banca, un uomo violenta una donna o la sfregia con l’acido o quando i funzionari pubblici fanno i corrotti, di dichiararlo per iscritto alla stampa, e di condannare con un sì o un no per fare quadrare il cerchio. In merito al Papa, invece, lei continua a dimostrare una grave lacuna informativa, per la quale qualche verifica anche in internet potrebbe molto giovarle e farle prendere atto che assieme al Papa altri esponenti religiosi hanno professato parole di scuse (ma non tutte le religioni sono così verticistiche come quella cattolica). Ne approfitti anche per cogliere che la condivisione dei giovani di “Al Bayt” con tutti i cittadini è stato qualcosa di più che una chiara condanna all’Isis. Ma per farle capire questo occorre fare quadrare il suo insistente e poco simpatico cerchio. Cordialmente.
(Cathia)
Come spesso succede la verità sta nel mezzo e non bisogna mai dimenticare che l’accoglienza prevede e pretende rispetto da entrambe le parti. Ritengo inutile fare i buonisti per forza e altrettanto contrapporsi a prescindere. Basterebbe che il nostro Paese facesse rispettare, se non i propri valori, almeno le proprie leggi invece non è così; a partire da un diritto negato che è sotto gli occhi di tutti, l’uguaglianza della donna e la loro parità di diritti che per l’Islam non esiste. Ricordiamoci che siamo un popolo che nasconde le nostre tradizioni e i nostri simboli per non turbare chi dovrebbe integrarsi e questo non è bene. Poi ben vengano le feste ed i luoghi di incontro e di dialogo ma sinora, considerando il tutto, sembriamo noi quelli che si debbono integrare. Se vogliamo fingere di non vedere e convincerci che tutto va bene, che ci amiamo e che tutto è bellissimo, possiamo provare ma se ci guardiamo intorno, senza nessun pregiudizio, ci accorgeremo che non è così e che la strada da fare per arrivarci è ancora lunga e impervia.
(Antonio Manini)
Io non capisco questa storia del “casa loro”, qualcuno è in grado di spiegarmi questo ragionamento? Ammettiamo di sapere quale sia la “casa loro” e la definiamo in una regione geografica dell’Africa. Anche se in questa ipotetica ” casa loro” utilizzassero davvero metodi di segregazione verso le altre religioni e le altre culture, non capisco con quale criterio si dovrebbe inneggiare ad agire esattamente come loro, mettendosi dunque, automaticamente, sullo stesso piano delle persone che tanto si stanno denigrando, in poche parole è come darsi da soli degli asini pensando di essere dei cavalli. E’ inutile parlare di razzismo perchè effettivamente questo è quello che sta alla base di esso (il razzismo), cioè l’ignoranza, e su quella non c’è modo di agire per eliminarla, per lo meno in questa sede.
(Michele)