E' un lungo articolo, che, con parole di fede e speranza, parla in modo diverso del tema dell'incontro e quello dei migranti. E' pubblicato sull'ultimo numero del Bollettino della Comunità, dell'Unità pastorale di Felina, Gatta, Gombio, Villa Berza e San Giovanni. A firma di Maria, Michela, Simone, racconta di un percorso e di una mostra svoltosi nelle settimane scorse. Lo proponiamo integralmente.
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Ed eccoci a provare a raccontare alcuni momenti vissuti da marzo ad oggi, di incontro e confronto con l’Altro: l’altro che arriva dal mare, spesso dall’Africa, che affronta la paura e la solitudine, l’altro che rischia la vita; ma anche l’altro che decide di mettersi in gioco, giovane e adulto, anziano, studente e insegnante, credente e non credente, montanaro o incuriosito dagli eventi in montagna.
Nelle date del 15 marzo, 22 marzo e 6 aprile ha avuto luogo il ciclo di tre incontri inseriti nel corso di formazione dal titolo “Oltre la paura”, organizzato in collaborazione con la Caritas di Reggio Emilia da un gruppo “multiculturale” di giovani amici (provenienti da Albania, Ghana, Mali, Marocco, Nigeria, Italia), impegnati e legati a diverse realtà e associazioni operanti sul territorio (Al Bayt, Casa di Carità, Caritas per citarne alcune) accomunati dal desiderio di proporre anche in montagna un'occasione di dialogo e riflessione sull'incontro dei migranti. Ad ogni serata hanno partecipato un’ottantina di persone provenienti da Vetto, Castelnovo, Felina, Toano, Villa Minozzo, Carpineti e Casina. E’ stata un’occasione per conoscere dati, analizzare il fenomeno migratorio sotto diversi punti di vista e confrontarsi sul modus operandi con cui la Caritas sta affrontando l’arrivo e l’accoglienza dei richiedenti asilo in diocesi di Reggio Emilia.
Dal 31 marzo al 2 aprile è stata, invece, proposta la mostra interattiva dal titolo “In fuga dalla Siria”; era stata ideata, sviluppata e già presentata a Reggio Emilia dal coordinamento “Il Granello di Senapa” per offrire la possibilità di sperimentare simbolicamente la complessità e difficoltà del viaggio a cui sono costretti tanti stranieri per raggiungere l'Occidente.
Un'esposizione che coinvolge fortemente chi la vive e spinge lo spettatore ad immedesimarsi totalmente nella difficile avventura di un migrante che decide di lasciare il proprio paese, vittima di una guerra o di condizioni sociopolitiche che ne impediscono la permanenza. Ogni scelta, decisione presa in questo metaforico viaggio che il visitatore si appresta ad affrontare ha un peso, un prezzo e delle conseguenze, come accade nella cruda realtà di chi è costretto a fuggire. Il finale non è scontato, la fortuna ha un ruolo determinante e non tutti riescono a salvarsi, ad arrivare. Proprio come è accaduto e accade tuttora a migliaia di disperati verso l'Europa. E’ stata un’esperienza potente!
Ben 416 persone si sono “messe in viaggio” e hanno vissuto la mostra sulla propria pelle. Persone di ogni età (tra i quali quasi 200 studenti degli istituti Cattaneo - Dall’Aglio e del Nelson Mandela) hanno visto, provato, toccato con mano questa esperienza condividendo, a conclusione della mostra, sentimenti, idee e pensieri su un pezzo di stoffa.
Una parola per descrivere tanti vissuti ed emozioni di quei tre giorni: grazie. Agli insegnanti, alle classi, a tutte le persone che si sono messe in gioco; grazie a ciascuno di loro per aver accettato l’invito a vedere le cose da un punto di vista diverso; grazie per i pensieri che hanno voluto scrivere: ricchezza reciproca!
Ve ne regaliamo alcuni: “Grazie a questa esperienza ho capito quanto sia fondamentale fare delle scelte che mirano alla propria salvezza e a quella del prossimo. Ho anche capito quanto sia difficile metterci nei panni di queste persone che ho imparato a stimare.”
“Un viaggio per noi è una cosa positiva. Per altri comporta sacrifici e lasciare ogni cosa.”
“Troppa sofferenza in un mare così piccolo, troppa ingiustizia per così tanta gente.”
“Noi non lo immaginiamo perché non lo proviamo. Toccante. Mi ha cambiato il pensiero.”
“Spero che in molti, uscendo di qui, si impegnino a cambiare il mondo.”
“Alla sofferenza non ci si abitua mai. Troppa gente vive in modo disumano, ma è difficile capire se non si vivono da vicino sacrificio e sofferenza. Dio muore e vive ogni giorno. Con noi.”
“Questo percorso lungo doveva portare alla salvezza, mentre è stata la fine. La speranza di una vita altrove è evaporata. Il prezzo della vita è enorme, perciò si deve lottare per preservarla. Mi dispiace profondamente che il percorso sia finito così tremendamente. Il mare ha vinto ogni forza, tranne quella di Dio. Allah Yarhamkoum.”
“Mai dare per scontato o dovuto ciò di bello che abbiamo”
“Chi crede vedrà la mia Gloria...”. E' la Parola del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato domenica 2 aprile, V di Quaresima, ed è una delle promesse di Gesù. Mi ha colpito, continua a farsi spazio nella mia mente e la scopro incarnata in quello che abbiamo condiviso in questo tempo di preparazione e animazione del Corso di formazione “Oltre la paura” e della Mostra “In fuga dalla Siria”.
“Chi crede...” Abbiamo creduto? Sì! Alla necessità di aprire il nostro cuore (e le nostre comunità) a chi scappa dalla propria terra in cerca di pace e libertà; alla proposta formativa della Caritas; ... alla partecipazione dell’Associazione Culturale Islamica di Felina “Al Bayt”, della Comunità Cristiana, del Territorio tutto; alla ricchezza e bellezza delle diversità!
“...vedrà la mia Gloria!” E l’abbiamo vista! Con stupore, riconoscenza, gioia... nella partecipazione profonda e matura di tanti, dai giovani delle scuole agli adulti; nella commozione, consapevolezza o smarrimento, conversione, preghiera, rabbia, angoscia, paura, sofferenza, speranza, attesa, morte, vita... dei numerosi e preziosi commenti lasciati scritti dai partecipanti alla mostra; nel desiderio che ancora ci anima di voler continuare a camminare insieme (suor Michela Teresa). E questo desiderio si è realizzato nuovamente in un incontro tra una trentina di amici, cattolici e islamici (dell'associazione Al Bayt) giovedì 18 maggio all'Oratorio di Castelnovo, dove si è pregato insieme e ci si è continuati a conoscere, a partire dalle parole dell'incontro tra Papa Francesco e il Grande Imam in Egitto. E questo desiderio continuerà a realizzarsi con un invito dell'associazione Al Bayt di condivisione durante il Ramadan: venerdì 16 giugno, alle ore 21.00, presso il Bocciodromo di Felina. Iftar insieme: rottura del digiuno. Perché Dio (e la Sua gloria) vive e si muove nelle nostre vicende, concretamente e misteriosamente. Il nostro cammino è anche il Suo cammino.
Buon viaggio a tutti.
(Maria, Michela, Simone)