Home Cronaca 4×4? Non fa sedici ma piuttosto “danni davvero immani”

4×4? Non fa sedici ma piuttosto “danni davvero immani”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Sui giornali di inizio aprile si è parlato dei sentieri matildici, per i quali due associazioni ambientaliste segnalano lo “scempio” provocato dai veicoli a motore che li percorrono a scopo ludico-amatoriale. A sua volta un rappresentante dei moto-amatori tende a ridimensionare il fenomeno e ne sposta comunque la “colpa” sui quattroruote, ossia quei “devastanti 4x4” che - stiamo trascrivendo le parole dell’articolo di stampa - “in ore antelucane percorrono impunemente sentieri e mulattiere, creando danni davvero immani”.

Al di là del rispettivo livello di responsabilità, dell’una o dell’altra categoria di veicoli, quanto a generare il danno lamentato, nel leggere quelle notizie di stampa si è avuta l’impressione che vi sia una discreta moltitudine di veicoli motorizzati fuoristrada che percorre sistematicamente le strade “interne” del nostro territorio collinare e montano.

Se è effettivamente così, viene spontaneo domandarsi come possa conciliarsi una siffatta situazione con le “Prescrizioni di massima e di polizia forestale”, approvate tramite deliberazione della Giunta regionale n. 182 in data 31 gennaio 1995, ratificata dal Consiglio regionale con atto del 1° marzo 1995 n. 2354.

Il Titolo VIII del dispositivo regionale detta infatti norme per il transito dei veicoli a motore, con l’art. 81 che così recita: “Sulle strade e piste forestali e su quelle poderali ed interpoderali è consentito esclusivamente il transito di mezzi motorizzati per lo svolgimento delle attività agro-silvo-pastorali...”.

Il successivo art. 82 si esprime poi in questo modo “Al fine di evitare l’innesco di fenomeni erosivi e di prevenire danni alla vegetazione e al cotico erboso è vietato a chiunque di transitare con veicoli a motore nei terreni agrari, nei terreni saldi, nei terreni pascolavi, nelle aree forestali, lungo le mulattiere e/o i sentieri, per scopi diversi da quelli definiti dal primo comma dell’art. 81”.

Se queste norme sono ancora in vigore, e si ritiene che possano venir ignorate, occorrerebbe che qualcuno degli enti che hanno competenza in materia (Comunità montana, Provincia...) lo rendesse noto, attraverso un apposito e pubblico comunicato, accompagnato da qualche nota di commento, dove si specifichi se le disposizioni valgono anche per l’area collinare-matildica, e più in generale l’ambito della loro applicabilità; altrettanto andrebbe fatto nel caso le norme in parola fossero nel frattempo decadute.

Ci sembra essere questo il modo migliore per non far torto a quanti continuano a ritenere tuttora valide le prescrizioni regionali e si fanno premura di rispettarle quanto più scrupolosamente, e anche per far sì che tutti gli appassionati dei percorsi “fuori strada” siano ben informati sulle eventuali inosservanze in cui possono incorrere.

Meraviglia anzi che gli enti di cui sopra non vi abbiano già provveduto - specie dopo questi ultimi articoli di stampa - vista l’indubbia importanza e delicatezza dell’argomento.

(Giovanni Ferrari, coordinatore comunale Pdl)

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3 COMMENTS

  1. Ma sentieri per chi?
    Molti sentieri che percorriamo sono abbandonati a loro stessi da decenni: se non li percorressimo noi non ci sarebbero neanche più visto che la montagna è sempre più abbandonata a se stessa e da decenni la migrazione della popolazione è diretta sempre verso le città. Di quei pochi posti come bar e ristoranti siamo la categoria forse che li sostiene di più economicamente con i nostri consumi. Vogliamo far chiudere anche loro? La facciamo diventare deserto la nostra montagna invece che incentivarne la scoperta?

    (Marco Ghisi)


  2. Domenica 8 maggio ho percorso a piedi uno dei sentieri più belli del nostro Appennino, dal monte Fosola all’area monumentale del castello di Carpineti. Si tratta del SENTIERO DORATO ed è segnato sia dal Comune di Carpineti che dal Cai. E’ un percorso molto conosciuto, parte, tra l’altro, dell’importante sentiero Spallanzani e dell’area matildica. Su questo percorso che pensavo “protetto” ho incontrato almeno dieci moto da cross che a malapena hanno rallentato; il fondo del sentiero era talmente pieno di buche e “zappettato” dalle gomme da costringerci a vari spostamenti sui bordi nel bosco o sui prati. Alcuni motociclisti, poi, hanno tagliato per i bellissimi prati vicini, senza alcun riguardo. Accanto al sentiero abbiamo trovato un piccolo di capriolo, la madre era appena fuggita, spaventata a causa del rumore di questi mezzi che correvano con velocità sostenuta. Ovviamente abbiamo telefonato alle guardie forestali per segnalare la presenza dell’animale. Ho trovato tutto questo veramente gravissimo, contrario ad ogni buon senso e lontano dalle più elementari ed ovvie regole di tutela. I sentieri, in particolari quelli segnati dal Cai o parte di un percorso culturale-ambientale di montagna, sono frequentati da tanti camminatori che vengono anche dalle città e proprio per trovare un felice contatto con la natura, con le persone e per conoscere l’ambiente e ed i luoghi; e questi sono luoghi straordinari per storia e per cultura. Forse dovrebbero essere predisposti ad uso degli appassionati dei fuoristrata dei percorsi stradali speciali (in fondo credo che a loro interessi solo la strada) per evitare l’ABUSO di quelli che sono tra l’altro segnalati per accompagnare le molte persone che desiderano conoscere i luoghi speciali e ancora bellissimi del nostro territorio.

    (Commento firmato)

  3. Adesso siamo tutti fenomeni
    Anni ottanta, eravamo ragazzi e si girava con le prime moto da regolarità e trial per i nostri boschi, armati di accetta per aprirci un varco per ripulire dei vecchi sentieri che da anni nessuno più usava. Adesso vengono su dalla pianura a farsi le loro belle passeggiate e noi che abbiamo riaperto tutti i sentieri (la maggioranza di noi è anche proprietario dei boschi stessi) vogliamo farci girare nei nostri boschi come pare a loro. Secondo me si sta esagerando, non pensate che sia il caso di adeguarci gli uni agli altri, non metteteci nella condizione che i proprietari decidano di recintare i propri boschi, ecco che a quel punto non gira più nessuno… Sarebbe una grande trovata: no moto no trekking no mountain bike no cavalli no turismo no giro di soldi, intanto alla montagna non servono…

    (Luciano Franchini)