Come era prevedibile, le anticipazioni dell’incontro informale tra il Pd zona montana e l’esperto dell’Università di Bologna incaricato di avanzare proposte per la chiusura del sito hanno destato numerosi commenti.
E, oggi, sono diverse le prese di posizione giunte alla nostra redazione. L’assessore regionale all’ambiente, Paola Gazzolo, rispondendo a una interpellanza del consigliere regionale Yuri Torri del 5 maggio scorso affermava che entro trenta giorni sarebbero stati disponibili gli esiti dello studio finale dello studio. “Se lo studio e i dati sono già definitivi allora sarebbe il caso di presentarli e discuterli nelle sedi opportune per rispetto degli enti locali e dei cittadini maggiormente coinvolti', spiega a Redacon il consigliere. E già ieri Torri aveva commentato "Nelle scorse settimane ho semplicemente dato conto della risposta, ricevuta dall’Assessore regionale all’ambiente il 9 maggio, che definiva due aspetti della vicenda Poiatica. Il primo relativo allo studio di cui si parla anche nell’articolo sopra, che l’assessore annunciava sarebbe stato pronto entro un mese. Il secondo relativo all’esistenza del fondo di accantonamento per gli interventi post-mortem che l’assessore affermava essere consistente in poco più di 14 milioni al 31 dicembre 2016. Della risposta ho trovato positiva la definizione del fondo, aspetto fino a quel momento rimasto in ombra. Mentre riguardo lo studio, visto la fase interlocutoria, ho detto che avremmo continuato a tenere alta l’attenzione in attesa dell’avvio del confronto con gli enti locali. Ricordando che la Regione non deve perseguire fini commerciali, ma garantire in ogni caso la sicurezza ambientale e dei cittadini e che il nostro obiettivo è il ripristino ambientale senza ulteriori sversamenti. E’ chiaro che, di conseguenza, le ipotesi avanzate dall'esperto sono estremamente preoccupanti".
Chiama, anche, Nuccia Mola che, oltre ad essere parte del Circolo Pd Zona montana, è presidente di Legambiente Appennino: “Vorrei dire che per quanto riguarda Legambiente la discarica di Poiatica è da ritenersi chiusa. Ripeto, chiusa. Non ci sono altre parole per una valle straordinaria che ha già dato troppo in tema di rifiuti e, invece, è stata deturpata nella sua bellezza”. Perché, chiediamo, allora dare vita a un incontro dove si parla di nuovi conferimenti? “Preferisco non commentare. Ma ribadire che per noi la discarica è chiusa, senza sé e senza ma”.
Anche il Circolo Pd di Toano prende posizione “eravamo presenti alla riunione informativa con il professor Montanari. Abbiamo ascoltato la relazione del professore che dovrà consegnare lo studio alla Regione entro il 30 giugno. Come era già apparso sugli organi di stampa alcuni mesi fa, ci sono diverse ipotesi e soluzioni possibili. Per il nostro Circolo l'unica plausibile e accettabile è quella di ‘tombare’ il buco esistente utilizzando solo argilla, che tra l'altro è reperibile, in buona parte, in loco”. “Riteniamo – prosegue la nota firmata dal coordinatore Michele Lombardi - invece pericoloso riaprire la strada al conferimento di nuovi rifiuti: sia per la quantità enorme (si parla di centinaia di migliaia di tonnellate), sia perché il sito di Poiatica ha dato a sufficienza , in questi 20 anni. Conferire nuovi rifiuti significherebbe pregiudicare ulteriormente la tenuta ambientale di Poiatica e di tutta la vallata del fiume Secchia. Sappiamo che il tombamento con sola argilla ‘non si paga da se’: si parla di un costo di diversi milioni di euro. Dov'è il problema ? Non sussiste. Iren eroga annualmente (quest'anno ben 11 milioni di euro) utili ai Comuni della Provincia di Reggio Emilia. Bene, noi chiediamo che questi utili (probabilmente basterebbero quelli di un solo anno) siano destinati a sostenere i costi del tombamento con sola argilla. E' un sacrificio economico che si chiede ai Comuni Reggiani? Crediamo si possa chiedere. Poiatica e la nostra montagna sono stati solidali nell'accogliere, per 20 anni, i rifiuti di tutta la Provincia. E' giunto quindi il momento in cui siano tutti i Comuni della nostra Provincia ad essere solidali con il territorio montano”.
Prendo posizione, ovviamente, anche i comitati. “Amianto trattato a Poiatica? Questa è contrattazione sulla salute”, scrive il Comitato Fermare la Discarica. Ma anche le Cicogne che rilevano il solito tema dell’economicità per togliere servizi o… dare rifiuti “Noi siamo con voi – scrivono all’altro comitato -. E dovrebbero esserci tutti, sindaci in testa!”.
La discarica è chiusa dal febbraio 2015, quindi non si possono più portare rifiuti. Non tiriamo per la giacchetta la scienza per portare altri rifiuti nella valle del Secchia. Ci hanno sempre detto che la discarica è controllata ed è in sicurezza. Se non è in sicurezza vuol dire che ci sono delle responsabilità da individuare. Le responsabilità sono di chi ha fatto il buco. Ci mancherebbe solo che chi ha creato il problema ora ci possa speculare sopra con altri rifiuti. Le risorse ci sono a fronte degli accantonamenti previsti per legge. Il problema va risolto, basta rifiuti.
(Amministrazione comunale di Toano)